
Marvel, la mancanza di idea alla “Casa delle Idee”
April 23, 2015 0 By Gabriele Barducci
Abbiamo visto Avengers – Age of Ultron e rispondiamo alla prima domanda con un NO, non è assolutamente Vero Cinema e quindi non ci perderemo in chiacchiere su questo prodotto.
Difficile gettare un’analisi convincente (“non bisogna vincere, bisogna convincere”) data la natura di questo genere di film. Il cinefumetto si espande nell’industria cinematografica come un cancro, dove ogni tanto esce fuori qualcosa di buono e per la maggior parte, il ‘buono’ lo troviamo in prodotti fuori dai due colossi che si danno battaglia sia in edicola che al cinema, Marvel e DC Comics.
Quindi ecco che abbiamo il ‘buono’ in pellicole extraterritoriali e pubblicate con altre case editrici, indipendenti e, cosa importante al fine della qualità, libere. Troviamo in queste HellBoy, Kingsman o Snowpiercer (di cui abbiamo già parlato QUI) a tenere testa e portare qualità in un genere che è in piena saturazione.
Abbiamo anche esempi positivi in entrambi i grandi schieramenti: La Marvel ha realizzato almeno due prodotti ottimi, come Iron Man (2008) e Guardiani della Galassia (2014), stessa cosa per la Dc, che realizza in accoppiata con la Warner, come la Trilogia del Cavaliere Oscuro dove teniamo in considerazione Il Cavaliere Oscuro (2008), Watchmen (2009) non privo di difetti ma interessante o il cult V per Vendetta (2005).
Ma entrambe le case hanno dei flop clamorosi, che in alcuni casi sono serviti per imparare dagli sbagli o in alcuni casi no. Annoveriamo tra la Dc/Warner La leggenda degli uomini straordinari (2003) o Lanterna Verde (2011), mentre la Marvel ha i diversi film, forse meritevoli di più attenzione, ma comunque privi di successo, le pellicole su The Punisher o Thor – The Dark World (2013) ed è proprio da questa pellicola che si cerca di analizzare il tracollo della Marvel. Non in termini economici, perché il boxoffice è sempre assicurato, ma in termini di qualità del prodotto.
Il secondo film della Marvel dedicato al Dio del tuono ha tirato fuori dal calderone un problema grandissimo: la ripetitiva formula narrativa per affrontare il film. Semplicemente arrivare a fine visione e accorgersi, di aver visto l’ennesimo film Marvel, con le stesse formule, le stesse battute (e battutine) e accorgersi della minestra scaldata e a quel punto, il disgusto è inevitabile.
Siamo stati tutti con gli occhi spalancati quando abbiamo visto Iron Man, il primo, il miglior, perfetto prodotto cinematografico a raccontare, con l’uso di supereroi, un’America post 11 settembre, la corsa agli armamenti e il bisogno di un grandissimo scudo personale. Nel 2008 andava bene, era un film interessante, scritto con garbo e intelligente, ma dopo cinque anni, con una cadenza di almeno due cinecomics ad anno per ogni casa di produzione, arriva la stanchezza, la staticità del racconto. Insomma, le idee cominciano a scarseggiare e servono nuove strade.
La Dc/Warner hanno capito nel 2011 che il mercato era in saturazione e questo lo dimostra il prodotto Lanterna Verde, un film che presentava un personaggio troppo identico all’iconico Tony Stark/Iron Man e che aveva una formula narrativa simile a quella della Marvel, quindi torna sui suoi passi, crea l’universo cinematografico della Dc, da contrastare a quello della Marvel e chiede una mano a colui che ha reso i cinecomics incredibilmente più affascinanti: Christopher Nolan.
Probabilmente ci troveremo tra cinque anni di nuovo qui a parlare male e della ripetizione costante nei film della Dc, ma è inevitabilmente concreta la realtà che Nolan con la sua trilogia dedicata al SUO Batman, ha alzato il tiro del genere e che la Dc/Warner abbia costruito il suo universo basandosi sullo ‘stile’ del regista inglese. Così ecco L’uomo d’acciaio, film discutibile sotto molti punti di vista ma che porta il ‘marchio’: se i film della Marvel sono tutte feste colorate e assordanti, la Dc cerca di svecchiare i personaggi dai loro classici canoni e li inseriscono in realtà, cornici attuali, inserendo sempre contesti o sotto testi sempre interessanti da analizzare, al di fuori della qualità del film perché per quanto non abbia apprezzato L’uomo d’acciaio, ho apprezzato la sfrontatezza nell’affrontare un film sotto alcune tematiche.
Age of Ultron si inserisce in quella scia di film della Marvel che dopo sette anni, non sono più ammissibili: fotocopie tutte uguali, minestre palesemente riscaldate che stranamente trova sempre il consenso dei fan che non badano più alla qualità ma a quanti più eroi ci sono nello stesso film.
`Cause tramps like us, baby we were born to run"
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