
TFF33 – Due volti di Sion Sono
November 21, 2015Classica coda da primo giorno di festival quella che circonda parzialmente il cinema Massimo fino alle uscite di sicurezza e sala 1 gremita per Sion Sono e il suo Real Oni Gokko / Tag (2015), storia di una ragazza che si perde negli spaventosi meandri della crescita.
Mitsuko (Reina Triendl) compie un percorso di accettazione del proprio corpo che cambia e che transita in un flusso esistenziale con tre punti cardinali principali (il primo ciclo, perdere la verginità, il matrimonio), finendo con lo smarrire momentaneamente la propria identità tra una fase e l’altra, non riconoscendosi più nella sua stessa immagine.
Tra incubi videoludici e ansia di crescere, Mitsuko vaga all’interno di vicende allucinate (“Life is surreal. Don’t let it consume you” le ripete più volte uno dei personaggi), sballottata tra due poli principali: la purezza (rappresentata dalla piuma bianca) e ciò che interrompe tale purezza (il sangue, onnipresente) e che le fa compiere idealmente la transizione all’età adulta.
La dimensione in cui Sion Sono ambienta questa storia è quasi totalmente femminile, con sole attrici donne per quasi tutta la durata del film. Nei pochi momenti in cui entrano in scena personaggi maschili la loro presenza è avvertita come qualcosa di minaccioso, in bilico tra perversione e repulsione.
Qualcosa di analogo, nel tratteggiare i contorni dei protagonisti, avviene nell’altro Sono presentato la mattina del secondo giorno del festival. Con Shinjuku Swan (2015), il regista si addentra all’interno di Shinjuku e nel mondo patinato della prostituzione di Kabukichō, quartiere a luci rosse di Tokyo.
Quella di Shinjuku Swan è una storia di uomini miserabili, criminali da una tacca e mezza al massimo, che si arricchiscono sulle spalle di giovani prostitute, fatte rigare dritto con l’uso di stupefacenti, giacche di Armani imbrattate di sangue e banconote al venti.
Sono riesce però a oscillare tra il ritratto di un mondo fintamente sotterraneo (in completa luce del sole, in realtà) e quotidiani e minuscoli atti da eroe (la favola del principe salvatore che diventa reale) del protagonista Tatsuhiko Shiratori, un’altra figura sperduta che conosce una parte di sé un poco alla volta.
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