PPZ, Pride + Prejudice + Zombies, finchè morte non vi separi

PPZ, Pride + Prejudice + Zombies, finchè morte non vi separi

February 6, 2016 0 By Gabriele Barducci

Ci siamo avvicinati con molta cautela a questo prodotto cinematografico. In parte l’interesse era assolutamente nullo, ma l’attenzione che il passaparola del web (complice interessante campagna marketing) aveva dedicato al film, ha smosso una leggera curiosità.

PPZ – Pride + Prejudice + Zombies, film tratto dall’omonimo romanzo nato da una collaborazione al limite del paradossale tra Jane Austen e Seth Grahame-Smith porta l’attenzione delle vicende dell’eterna Elizabeth Bennet e il cupo Mr Darcy, contestualizzate in una realtà dove la minaccia comune sono i non morti.
PPZ (per abbreviare, tanto siamo tra amici) è un ibrido, nulla spicca in un film che mescola romanticismo, dramma, commedia, horror e splatter. Nulla. Una ricetta con una pari percentuale di ingredienti che non raggiunge un gusto unico. Un flashback ci riporta al 2012 con il film Cercasi amore per la fine del mondo, con Steve Carell e Keira Knightley, pellicola che vive dello stesso problema: un pizzico di dramma, romanticismo, fantascienza, commedia e ne esce fuori un film che ha il suo più grande difetto nel non avere una propria contestualizzazione, una propria anima, una propria identità. Insomma sono quei film che possiamo racchiudere nel giudizio complessivo dato a prodotti videoludici come Destiny o Battlefield Hardline: o li ami o li odi.

Film del genere riescono nel loro intento di portare alcune situazioni al limite, a quella situazione eccessiva che li rendono iconici o cult. PPZ fallisce in questo, proponendo il già citato testo narrativo, senza alcuna spinta, restando chiuso nel suo guscio di timidezza. Avete presente World War Z (anche qui, WWZ per gli amici più intimi)? Il film con Brad Pitt è esattamente l’opposto, presentando situazioni all’estremo, mantenendo comunque una forte connotazione realista. Prodotto che anche qui, si è fatto amare come odiare.

Ma la controparte cartacea, è valida o no? Ci siamo ritrovati davanti un’operazione commerciale insulta come il Lo Hobbit, un libro, poche pagine, tre film inutili? Abbiamo avuto modo di leggere il romanzo e ringraziamo l’ufficio stampa della casa Editrice Nord per avercene fornito una copia e per quanto è stato sicuramente più apprezzato del film, possiamo notare come nel web le opinioni si sono divise, anche in base ad un proprio background culturale: chi ha urlato allo scandalo per aver modificato il romanzo geniale, chi invece lo ritiene un pilastro della cultura pop degli ultimi anni.
Voci escluse, è un dato di fatto che il genere di lettori e spettatori è sicuramente cambiato negli ultimi anni e come abbiamo visto, l’enorme proliferare di romanzi young adult portati al cinema o in tv, anche queste rivisitazioni di grandi classici hanno il loro nutrito gruppo di fan e come per il fenomeno cinecomics, il prodotto cinematografico vive solo per farsi piacere da queste persone.
Difficilmente un fan del genere zombie movie riuscirà a farsi piacere un film del genere. O magari sì.

Il classico “recuperate il libro” è necessario e lapalissiano. Magari è un’occasione per aver voglia di leggere l’originale della Austen.
Nota super positiva, Lily James, interprete di Elizabeth Bennet. Convincente nell’innocente donzella che ci mette 0,003 secondi a spappolare un cervello sul pavimento, se necessario.

Gabriele Barducci