The X-Files Revival, la fine di tutto

The X-Files Revival, la fine di tutto

February 24, 2016 0 By Gabriele Barducci

L’abbiamo vista.
Ne abbiamo parlato.
Ci siamo soffermati sul finale.

Dopo aver dato una giusta infarinatura (QUI) coscienti solo della prima puntata, ci ritroviamo qui dopo altri cinque episodi a dare una considerazione generale a quello che è stato il Revival, o decima stagione, di X-Files.

Una premessa è d’obbligo: ma questo revival, era necessario? Quanto c’era di narrativamente importante da continuare? O semplicemente mera mossa commerciale?
La verità come di consueto non è lì fuori, ma neanche nel mezzo. Analizziamo nel dettaglio.

Il Revival di X-Files vive a pieni polmoni nelle puntate al di fuori della mitologia classica, quindi cronologicamente, le puntate 2,3,4 e 5 sono le più riuscite. Paradossalmente le peggiori sono la 1 e la 6, rispettivamente prima e ultima parte di un episodio narrato male e costruito anche peggio.

Non c’è l’intenzione di chiarire tutti i passaggi narrativi e cercare la loro logica, perché si perde in qualche piccola scena che dovrebbe restituire un pathos, come minimo, da fine del mondo, ma sembra di assistere ad una festa di paese. Quindi chiudiamo il cerchio qui: la prima e l’ultima puntata sono brutte, con la ciliegina sulla torta di un finale apertissimo che non fa altro che mettere ulteriori dubbi.

La questione è abbastanza chiara: gli ascolti di queste puntate sono state altissimi, per questioni commerciali è palese aspettarsi una conferma per un’altra miniserie. Cast e attori si sono detti disponibili a riprendere il distintivo dell’FBI ancora una volta.

Le puntate che troviamo di mezzo e quindi non riferite alla mitologia che ne delinea tutta la trama, hanno quel sex appeal di dimostrarsi più pacate e con maggiore empatia verso i protagonisti. I ritmi e le necessità di arrivare per forza ad un punto si cancellano per far parlare i protagonisti di come sono cambiate le cose in questi quindici anni, del figlio avuto e dato in adozione, delle loro fratture e rispettivo allontanamento. Lo spettatore riesce a entrare in questo conflitto tra Dana e Fox che si basa su fugaci scambi di sguardi, più malinconici che decisi.

Loro stessi sono cambiati, invecchiati, una puntata pazzesca come la terza (Mulder and Scully Meet the Were-Monster) per quanto fuori dagli schemi, ma allo stesso tempo geniale, serve a un personaggio ormai sfiduciato come Mulder a credere ancora all’impossibile. Se la vicenda del mostro che diventa umano ha del goliardico, specialmente se vista sotto il fattore della paura del mutuo, delle tasse e della morte “parole che prima non sapevo cosa fossero”, ha la contrapposizione in Fox, sfiduciato dopo la prima puntata, forse una vita spesa a dare la caccia al nulla, viene ripagato con un rapporto così stretto e particolare con un mostro. Gli X-Files sono stati motivo il carburante per il motore di Fox e continueranno ad esserlo.

Anche la quarta puntata (Home Again) continua a parlarci più delle persone, dei loro dolori che degli X-Files. Qui vedremo il dramma di Sculley, che vedrà morire la madre. Niente di così stravolgente o a rischio spoiler, ma metterà questa nella situazione di dover riconsiderare la propria vita. Senza mai dimenticarsi di suo figlio, Dana è una madre che ha dovuto allontanarsi dal figlio per il bene di tutti. Non è un passaggio facile come allontanarsi da un amico o un animale, ma da un figlio e la perdita della propria madre metterà Dana in una situazione di crisi.

Questo abbiamo apprezzato di questo Revival e lungi da critiche, anche questo aspetto intimo ha caratterizzato la serie. Lo ha sempre fatto. Dana era la razionale, Fox il matto che andava dietro al mostro.

Quello che è mancato a questo revival è stata una storia di ampio respiro: tutto troppo stretto e troppo veloce nel narrare la storia divisa tra primo e ultimo episodio. Ci siamo soffermati lì, zoom sulla pupilla di Dana e bum. Tutto nero.
Serie bocciata? Assolutamente no, anzi, eravamo pronti al peggio dopo aver visto il primo episodio, ma il resto ha saputo regalarci emozioni vere e proprie.

Un consiglio a Chris Carter in caso di un’ulteriore stagione: cambia il team di sceneggiatori. La missione di questa miniserie era presentare quello che era stato X-Files negli anni ’90. Ora però, per citare Brad Pitt in Moneyball, “adattarsi o crepare”.

Gabriele Barducci
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