
Venezia73: Hacksaw Ridge, un inno contro la guerra
September 8, 2016“In tempo di pace i figli seppelliscono i padri, in tempo di guerra i padri seppelliscono i figli“, con questa frase che riecheggia nella nostra mente, viviamo l’esperienza di guerra di Hacksaw Ridge, dell’ormai sessantenne Mel Gibson, che dopo un’assenza dalla regia lunga quasi dieci anni, torna in azione con un film Fuori Concorso sui grandi schermi del Lido di Venezia73.
Qui dirige un Andrew Garfield nel ruolo di Desmond T. Doss, primo obiettore di coscienza della storia; Gibson s’ispira ad una storia vera, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale nel conflitto con il Giappone da parte dell’esercito statunitense.
Trascorsa un’infanzia a tratti felici e a tratti violenti, Des si trova a combattere con i fantasmi del padre, veterano della prima guerra mondiale che si abbandona all’alcool, incapace di riabilitarsi e superare la perdita dei propri amici e compagni di battaglia. L’entusiasmo della guerra aveva persuaso moltissimo giovani, all’epoca, ad arruolarsi per il buon vecchio zio Sam; una bella divisa e un cappello erano affascinanti, ma con molta rapidità potevano essere rovinati da un proiettile che l’avrebbe macchiati e rovinati irreparabilmente.
In questo scenario, troviamo Dess che intraprende questa decisione però facendo la differenza per i giovani della sua generazione, e cioè rifiutando d’imbracciare e utilizzare qualsiasi tipo di arma da fuoco. Matura tale decisione dopo un’attenta riflessione su uno dei dieci peccati capitali “Non uccidere” vista l’appartenenza agli avventisti del settimo giorno. La fede di questo giovane di 23 anni è talmente forte da resistere ai soprusi e violenze dei compagni cadetti e dei superiori, in una società all’interno della quale veniva insegnato che il fucile andava considerato come una bella donna.
Desmond Doss è passato alla storia per aver salvato 75 soldati durante la battaglia di Okinawa, per cui gli fu consegnata la medaglia al valore civile. Temporalità narrative differenti s’intrecciano grazie al montaggio non lineare che ci guida attraverso tre distinte linee temporali: la guerra, l’infanzia e la gioventù. Il film inizia con un ralenti di una scena di battaglia posta come premessa alla narrazione; inoltre, la vicenda si fa sempre più coinvolgente ed emozionante quando ha inizio il momento dell’addestramento come nei film di formazione, come avviene per Full Metal Jacket anche in Hacksaw Ridge vengono spese alcune scene.
Poi arriva la guerra vera e propria e si entra nel vivo dell’azione, questa è resa visivamente coinvolgente e immersiva a tal punto da sembrare di coinvolgere lo spettatore in prima persona, all’interno del combattimento mentre riecheggia dalla bocca di Dess la preghiera «Ti prego Signore aiutami a trovarne ancora uno» durante la ricerca dei soldati dispersi sul campo di battaglia. Situazione scenica già vista, quando nel film di finzione, Forrest Gump va alla ricerca del suo caro amico Bubba durante uno scenario di battaglia, dove caricandosi quanti più compagni riesce a trasportare, li porta in salvo.
Il film, inoltre, si chiude, come da rito per il genere di taglio autobiografico, con materiali video di repertorio alternati alle interviste fatte con le testimonianze dei compagni di battaglia di Desmond. Molto bello il ruolo interpretato dal giovane Garfield che mette in scena un uomo dai saldi e solidi valori morali e civili, con un’enorme forza d’animo che gli permette di lottare per ciò in cui crede e per quanto di più prezioso ci sia al mondo: la fede.
Grande sorpresa e meraviglia per questo prodotto per il quale dovremmo attendere una distribuzione prima che possa raggiungere le sale italiane.
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