RomaFF11: Kubo e la Spada Magica, la magia della Laika

RomaFF11: Kubo e la Spada Magica, la magia della Laika

October 21, 2016 0 By Gabriele Barducci

Lo Studio Laika è uno degli ultimi ad operare e creare film d’animazione con la tecnica dello stop-motion. Negli ultimi anni le cornici festivaliere hanno ospitato i loro lavori, raccogliendo sempre grandi consensi dalla critica e tiepidi applausi. E’ successo due anni fa a Venezia con Boxtrolls e oggi si ripete alla Festa del Cinema di Roma con Kubo e la Spada Magica (Kubo and the Two Strings in originale).
Oltre all’adattamento italiano storpiato, il film si conferma uno dei migliori dello studio che hanno come demerito, la grande difficoltà di non riuscire a vendere il loro prodotto. Forti di spirito di creazione e di un cinema artigianale – senza nulla togliere a tutte le decine di film d’animazione in computer grafica che vengono realizzati e proposti ogni anno – i film dello Studio Laika brillano di una luce particolare, di un amore verso il tema e il lavoro trattato. La cura nel dettaglio riesce sempre a strappare un sorriso, anche davanti l’imperfezione dovuta a una mancanza di precisione, sempre millimetrica, ma è quel piccolo errore di continuità che mostra lo spettacolo del cinema.

La ricerca di Kubo dell’armatura del padre e della Spada Indistruttubile per sconfiggere il malvagio Re Luna, suo nonno, è condito da degli elementi di avventura che scostano il film dai classici lungometraggi d’animazione. I compagni di viaggio periscono con il procedere della storia, la maturazione del personaggio è pari passo al raggiungimento dello scopo finale dove, punto debole anche in questo film, il finale lascia a desiderare, con una soluzione sbrigativa e una morale costruita su qualcosa che non è stato seminato bene durante il film. Il grande problema dei tanti altri film dello Studio si ripropone anche qui. Perchè questo?
Effettivamente l’unica vera grande mancanza dello studio è un’unica mente creativa dietro tutti i lavori. John Lasseter per la Pixar, Kevin Feige per i Marvel Studios, Chris Meladandri per la Illumination, Geoff Johns per la DC, tutte persone che tengono saldo il comando della nave cercando una direzione unica per ogni opera, una sorta di supervisione sia artistica che morale. Qui purtroppo manca e si sente. La perfezione di un Coraline e la Porta Magica era data anche – anzi, in particolare – dai nomi di Henry Selick e Neil Gaiman.

Ma non per questo, Kubo e la Spada Magica è un brutto film, anzi assolutamente. Conferma la qualità dello studio e possiamo già vederne le classiche briciole raccolte al boxoffice – il pubblico non è abituato a certe cose raffinate – e consolazioni sulla carta stampata. A noi basta questo; il cinema è uno spettacolo che viene vissuto con i nostri occhi e non con i dati del botteghino.

Gabriele Barducci
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