Blue Ruin e Green Room: Intervista a Macon Blair

Blue Ruin e Green Room: Intervista a Macon Blair

November 7, 2016 0 By Simone Tarditi

Critica e pubblico di tutto il mondo hanno eletto Blue Ruin come uno dei più clamorosi film indipendenti del 2013 e dopo averlo visto ci è parso chiaro il motivo di questo successo: una storia di vendetta così fragilmente umana da far piangere diamanti anche ad un bifolco delle Rocky Mountains. Abbiamo raggiunto l’attore protagonista, Macon Blair, e quello che state per leggere è il resoconto parola per parola delle chiacchierate a distanza che Simone ha avuto con lui. Matthew McConaughey, i grandi romanzieri americani, il cinema italiano, la difficoltà di fare del vero cinema con pochissimi soldi, i festival cinematografici, i film del cuore sono alcuni dei temi trattati qui sotto. E aspettate di leggere cosa Macon pensa di Donald Trump …

blue_ruin_ver3_xlgCome ti sei approcciato al ruolo che interpreti in “Blue Ruin”?

Sono un vecchio amico di Jeremy, il regista, e lui ha iniziato a parlarmi della sua idea per questo personaggio e questo film molto tempo fa. Io ho letto tutte le versioni della sceneggiatura. C’è stato un momento in cui lui ha pensato di fare Blue Ruin con i toni di una folle commedia, poi il film si è evoluto in un crudo thriller di vendetta. Ma la questione è che la maggior parte della mia preparazione è consistita nel parlare con Jeremy di ogni singolo dettaglio del personaggio nell’anno precedente all’inizio delle riprese. Dal momento che non c’erano ancora i soldi per girare il film, in quel periodo non potevamo fare altro che parlare a lungo ed è quello che abbiamo fatto.

Ti sei ispirato a persone realmente esistite per interpretare il tuo personaggio?

Sì, ho basato alcuni aspetti di Dwight su uomini che avevo incontrato quando vivevo a New York e lavoravo con la comunità dei senzatetto.

Toglimi una curiosità, quanto c’è voluto a farti crescere una barba così lunga?

Ci sono voluti ben nove mesi.

Prima, quando mi hai detto che all’inizio Jeremy pensava di fare di “Blue Ruin” una commedia, mi è venuto subito in mente “Murder Party”, il suo primo lungometraggio. Anche tu hai una parte nel film, com’è stato lavorare a quel progetto?

Murder Party è stato il primo film che noi abbiamo fatto e con “noi” intendo Jeremy, sua moglie Skei e i nostri soci Chris Sharp e Paul Goldblatt e ovviamente me. Eravamo al settimo cielo di stare facendo un film, un vero film, qualcosa che cercavamo di fare da tantissimo tempo. Era pieno inverno, nel magazzino dove abbiamo fatto le riprese si gelava, c’era sporcizia ovunque, era un luogo tossico e disgustoso e l’abbiamo adorato. È stato un momento davvero felice.

Tu hai studiato recitazione? Cosa ti ha spinto a intraprendere questa strada?

Non ho avuto una formazione vera a propria come attore. Ho studiato regia e sceneggiatura al college ed essendo cresciuto con Jeremy lui finiva sempre col farmi recitare nei cortometraggi che faceva e la stessa cosa facevano anche gli altri registi che ho conosciuto in quel periodo. Mi piaceva molto e volevo continuare a farlo. Detto ciò, credo che i film che mi abbiano spinto a proseguire in questa direzione sono stati Mega Cop, Ass Kickers, Zombietown USA, Redneck SWAT Team. Questi sono tutti titoli che non hai mai neanche sentito perché sono tutti cortometraggi che facevamo quando avevamo sedici anni. Quello che sto cercando di fare ora col cinema è di rimanere in quello stato mentale, tutto qua.

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A proposito, ci puoi dire qualcosa sul film che hai appena finito di dirigere?

Il film a cui sto lavorando è una piccola produzione ed è a metà strada tra una commedia romantica e un film di criminalità. È la storia di una donna che viene derubata e decide di affrontare la situazione con le sue stesse mani. Ne consegue il caos. È stato veramente un miracolo che io abbia avuto la possibilità di farlo. Anish Savjani, Neil Kopp e Vincent Savino, i produttori che hanno lavorato con Jeremy per Blue Ruin e Green Room hanno scommesso sulla mia sceneggiatura e hanno fatto decollare il progetto. Sarò loro eternamente grato, ho trascorso dei momenti meravigliosi nel dirigere il film.

Tu hai scritto il tuo film e hai lavorato a molte altre sceneggiature, quali sono i romanzieri americani che più hai letto?

Ogni volta che ho un momento libero, io mi dedico alla lettura. Mi piacciono John D. MacDonald, Flannery O’ Connor, James Ellroy, Chester Himes, George Pelecanos, Richard Stark, Eddie Bunker, Walter Mosley, Dashiell Hammett e molti altri.

Tu sei anche produttore di “Murder Party”, “Blue Ruin” e “Green Room”, cioè tutti e tre i film diretti da Jeremy. Nonostante i vostri film diventino sempre più importanti, cercate di mantenere le cose esattamente come agli esordi?

Sì, in pratica cerchiamo sempre di lavorare con le stesse persone da un film all’altro. Dal momento che abbiamo girato in città diverse, alla fine si è andato a formare un nuovo team di volta in volta, ma speriamo sempre di collaborare coi nostri amici ogni volta che ce n’è occasione.

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Dopo il successo di critica e di pubblico che “Blue Ruin” ha avuto, è stato più semplice riuscire a realizzare “Green Room” anche se si tratta di un film che ha a che fare col nazismo?

È stato più semplice perché questa volta c’è stato qualcun altro che ha pagato per la sua realizzazione, ma dall’altro lato è stato più complesso in termini di ambizione e preparazione. Jeremy ha avuto l’idea di Green Room anni prima di Blue Ruin, ma ai tempi era una cosa troppo grande da provare a fare. Sicuramente il tema della violenza è stato un problema per alcune persone, ma credo abbiano capito che Jeremy se ne stesse servendo solo per il film.

Per presentare “Blue Ruin” e “Green Room” sei stato a Cannes e Locarno. Secondo te, che differenze ci sono tra i festival cinematografici americani e quelli europei?

Credo che ogni festival abbia il suo personalissimo DNA, non c’è una differenza tra festival europei e americani perché ognuno è una cosa a sé. Cannes è molto vivace ed esuberante e anche molto formale con tutti quegli smoking, Locarno invece è più maestosa con la bellissima Piazza Grande. Invece il Fantastic Fest di Austin nel Texas è puro nerdismo cinematografico in totale modalità party. La cosa che hanno in comune è questo grande amore e apprezzamento per i film. Io sono felicissimo di andare a qualsiasi festival perché tutti offrono qualcosa di unico.

gold-2016-posterRecentemente hai recitato con Matthew McConaughey in “Gold”, com’è stato lavorare con lui?

Matthew è esattamente quello ci si aspetta da lui: affascinante, divertente e pieno di energie. È estremamente professionale sul lavoro da fare, ma allo stesso tempo parla e scherza con tutti sul set ed è un abile narratore. Una volta abbiamo viaggiato sullo stesso volo di linea e c’era un ritardo con la coincidenza così lui ha preso una di quelle specie di golf cart degli aeroporti, ha aspettato che scendessi anche io dall’aereo in modo tale da darmi un passaggio dall’altro lato dell’aeroporto. Visto che poi il volo successivo era molto in ritardo, ci siamo fatti delle birre e abbiamo parlato tutto il tempo di cinema. È un tipo davvero in gamba.

Dal tuo personale punto di vista, com’è cambiata Hollywood nel corso del tempo?

È cambiata molto. Hanno inventato il sonoro e il colore e poi la tecnologia digitale, ma soprattutto hanno clonato e addestrato dinosauri da usare nei film. Quello ha cambiato le regole del gioco.

Le serie tv stanno diventando sempre più importanti e sempre meglio realizzati e molti film degli ultimi anni sono stati prodotti da compagnie come HBO o Netflix, cosa ne pensi di tutto ciò?

Onestamente mi sento un po’ sopraffatto dal volume di contenuti che vengono creati. C’è così tanto tra cui setacciare e rimanere aggiornati che mi crea un leggero stato d’ansia. Allo stesso tempo però tutto ciò fa sì che delle nuove persone si ritaglino il loro spazio in cui lavorare e questa è una cosa assolutamente fantastica.

Qual è il momento più divertente che hai trascorso su di un set cinematografico?

Eravamo sul set di Murder Party e stavamo girando la scena del siero della verità. Io mi sono iniettato una soluzione salina e mi ha fatto perdere subito i sensi tant’è che mi hanno portato all’ospedale. Ripensandoci ora, è stato divertente.

taxi-driver_poster_goldposter_com_6Devi scegliere il tuo film preferito per ogni decade dagli anni ’50 agli anni ’90.

Impossibile! Ma così su due piedi ti dico …

’50: Touch of Evil

’60: Bonnie & Clyde

’70: Taxi Driver

’80: Angel Heart

’90: Boogie Nights

C’è qualche film italiano che ti ha colpito?

Certo, ce n’è molti. Il Conformista è uno dei miei film preferiti, se lo dovessi mettere in una classifica dei film degli anni ’70 che amo di più lo metterei al secondo o terzo posto. Mi piacciono anche molto Ladri di Biciclette e Gomorra.

Si sta avvicinando il giorno delle elezioni presidenziali statunitensi, come la vedi?

Il fatto che questo razzista, sessista, xenofobo, rozzo, ignorante, bullo chiamato Donald Trump possa veramente essere il nostro prossimo Presidente mi disgusta, me ne vergogno, mi spaventa e mi rattrista. Lui è la perfetta rappresentazione degli aspetti peggiori del mio paese: odio, avidità, stupidità, arroganza e supremazia bianca. Con questo non voglio dire che Hillary Clinton sia una santa. Quel che voglio sottolineare è che Trump è un mostro e se dovessimo eleggerlo ci meriteremmo qualsiasi puttanata di cui sarebbe capace. Il resto del mondo non se lo meriterebbe, se succedesse. È come quando hai un cane con la rabbia che morde la gente e caga ovunque, la cosa giusta da fare è tenerlo in casa e non lasciarlo libero di devastare tutto il quartiere.

(Intervista a Macon Blair condotta da Simone Tarditi tra luglio e settembre 2016)

Simone Tarditi