Westworld, dove tutto è concesso

Westworld, dove tutto è concesso

December 19, 2016 0 By Alessio Italiano

Westworld – Dove tutto è concesso, è la nuova serie tv targata HBO, tratta dall’omonimo romanzo e film di Michael Crichton (Il mondo dei robot, 1973). Per il nuovo adattamento di Westworld questa volta si è deciso di ricorre alla serie tv, che forse meglio si addiceva ai tanti sviluppi che il racconto porta con sé, e alle innumerevoli possibilità. Ideata da Jonathan Nolan, Lisa Joy e J.J.Abrams, la serie è composta da 10 episodi, tra cui il pilota e il finale di stagione diretti da Nolan Jr.

In un futuro non ben specificato, esiste un parco a tema western, chiamato appunto Westworld, popolato interamente da androidi e che permette ai suoi visitatori di immergersi nel clima e nelle atmosfere del vecchio west di fine 1800, dove ognuno di loro può decidere il proprio destino e dare libero sfogo alle fantasie e pulsioni primordiali. A capo del gigantesco parco a tema, c’è il dottor Robert Ford interpretato dal premio Oscar Anthony Hopkins che insieme al suo team di  sviluppo crea un filone narrativo per dare ai visitatori e gli spettatori una storia sempre nuova e originale, inoltre grazie all’aiuto del suo fidato Bernard Lowe (Jeffrey Wright), cerca di rendere gli androidi del parco tramite ricordi impiantati nel loro sistema sempre più “umani”.

“Più umano dell’umano è il nostro motto” – Tratto dal film Blade Runner, 1982 – Ridley Scott

Tra i personaggi più importanti della serie abbiamo Dolores Abernathy (Evan Rachel Wood), uno degli host più vecchi del parco, che si renderà conto che la sua vita è tutta una menzogna. Un personaggio apparentemente inutile, ma che servirà a far evolvere uno dei personaggi più riusciti della serie e che ovviamente percorrerà il suo “viaggio spirituale”, e avrà il suo momento di gloria. Stessa cosa per il personaggio di Maeve Millay (Thandie Newton), una prostituta padrona del saloon Mariposa. Bernard Lowe, capo della divisione programmazione di Westworld e fidato braccio destro del dott. Ford. E infine il dott. Ford, co-fondatore e direttore creativo del parco. Durante la serie, facciamo la conoscenza di numerosi personaggi, tra host del parco e visitatori, tra i visitatori più importanti vi è quello di William (Jimmi Simpson), un giovane prossimo al matrimonio che insieme all’odiato cognato è riluttante all’idea di entrare in questo mondo, al contrario del cognato che invece è in cerca di nuove avventure; inoltre veniamo a conoscenza tramite alcuni racconti del dott. Ford del secondo fondatore del Westworld, il dott. Arnold Weber e di come insieme, anche se con divergenze creative l’uno dall’altro, abbiano fondato il famoso parco.

Westworld è sicuramente la serie più discussa e chiacchierata dell’anno, forte di due ideatori come Jonathan Nolan (la vera mente tra i due fratelli Nolan), J.J. Abrams (Star Wars: Il risveglio della Forza) e senza dimenticare la moglie di Jonathan, Lisa Joy, sceneggiatrice e co-autrice della serie, ci catapulta in un mondo a metà tra Matrix e Blade Runner. Trovare delle analogie tra la serie tv e i due cult di fantascienza è una cosa abbastanza scontata, senza contare il fatto che Crichton stesso aveva adattato nel 1973 il suo stesso romanzo per il grande schermo, senza però approfondire e dare il giusto valore e spessore ai suoi personaggi. La cosa che contraddistingue la serie tv dal film e la rende un ottimo prodotto è sicuramente la sua profondità e complessità, e adesso ve ne spiego i motivi.

IL DESIDERIO

Nel 1982, Ridley Scott realizzò uno dei capostipiti della fantascienza mondiale, Blade Runner, sviluppando una storia che rendeva gli androidi del film più di semplici macchine cibernetiche, elevandole quasi a esseri umani, non a caso il desiderio di Roy Batty (Rutger Hauer) era proprio quello di allungare la sua vita, cosa che non riuscì a fare, scoprendo che il suo creatore “Dio” dott. Tyrell, non era in grado di modificare il tempo rimasto all’androide e che il segreto per l’immortalità era un segreto anche per l’essere umano. Questo concetto è pressappoco ripreso anche nella serie, e possiamo ritrovarlo nei personaggi di Dolores e Meave, due donne che si rendono conto che tutta la loro vita è un bluff, compresi i loro ricordi, in particolar modo in quello di Meave, che cercherà di convincere due degli host più pericolosi del parco a ribellarsi contro i suoi padroni e creatori, alla ricerca della libertà. Tutto ciò porterà le host del parco a prendere sempre più coscienza della loro realtà. Un desiderio che anche Dolores nutre ma che non riesce mai a vedere esaudito a causa dei loop continui in cui gli host sono costretti a vivere e rivivere per il piacere dei visitatori, fino a quando il suo cammino non si incrocerà con Jimmi e con il temibile Uomo in nero, un oscuro visitatore in cerca del labirinto alla fine del parco, interpretato da Ed Harris.

IL LABIRINTO

Sicuramente la parte più enigmatica, complessa e le sotto trame vengono dalla mente  di J.J.Abrams (Alias, Lost, Fringe), nella serie assistiamo in parallelo alle altre storie a quello che possiamo senza dubbio definire il miglior personaggio del Westworld, ossia L’Uomo in Nero, l’unico personaggio di cui non capiamo bene ogni aspetto e sfaccettatura e continuiamo a domandarci il perché di questa sua violenza e cattiveria; quasi un “Terminator” del parco, qui però a differenza del film di Crichton dov’era interpretato da Yul Brynner, il nostro pistolero non è un androide, ma un visitatore del parco, alla ricerca della fine del labirinto, un simbolo sparso in giro per il parco a forma di labirinto, presente in diversi luoghi e che troviamo addirittura quando il personaggio di Ed Harris fa lo scalpo a degli androidi in cerca della soluzione per arrivare all’unico personaggio del parco che ancora non ha avuto modo di incontrare, Wyatt.

LOOP, SOGNI E REALTA’

Nel secondo episodio della serie, veniamo a conoscenza delle storyline del Westworld, ossia come il dott. Ford vuole che la storia nel parco si sviluppi, sempre e costantemente sotto il suo controllo e sempre nel secondo episodio assistiamo come in un deja-vù all’incontro tra Jimmi e Dolores, cambiando apparentemente quello dell’incontro del pilota tra Dolores e Teddy (James Marsden) un pistolero, innamorato di Dolores, anch’egli un host del parco a sua insaputa. Vediamo chiaramente che qualcosa non torna e che tutto sembra confuso e apparentemente pasticciato, come se i due racconti si stessero svolgendo all’unisono ma in maniera differente, solo negli episodi successivi, tra il 3-4 episodio, la domanda sorge spontanea, ovvero: Che siano due “loop” differenti?! – Ovvero, le storie che vediamo durante questa prima stagione sono due, ed entrambe narrano il prima e il dopo dell’Uomo in Nero interpretato da Ed Harris, personaggio di cui non vi rivelerò i segreti ma che riserverà uno dei momenti più scioccanti della serie. Anche se bisogna ammettere che prima di arrivare alla conclusione, gli spettatori più attenti potrebbero cominciare a sospettare l’origine del personaggio; ma non è tanto forse il suo segreto, quanto il modo in cui è stato costruito e l’evoluzione che prende verso il finale “inaspettato” a renderlo cosi affascinante.

Da lodare anche tutto il comparto tecnico della serie, dalla fotografia, agli effetti speciali, che non hanno niente da invidiare a quelli dei premio Oscar per Ex Machina (Alex Garland, 2015) e della straordinaria colonna sonora firmata da Ramin Djawadi (Game of Thrones) che ci regala anche diverse cover di famose rock band, tra cui una versione al pianoforte di Paint it Black dei Rolling Stones, eseguita durante la famosa rapina iniziale del pilot.

Sicuramente gli spettatori più svogliati o quelli poco pazienti, potrebbero sentirsi frustrati dalle continue trollate e idee “nolaniane” della serie e della sua continua domanda: “Siamo in un sogno?”, è tutto reale? – E se non lo è, cosa o quale parte è reale? – Westworld non è sicuramente una serie per tutti, ma a chi porta pazienza, sicuramente i suoi frutti piaceranno. Da lodare il fatto che sicuramente non è una serie mainstream e che tenta sempre di stravolgere e rimischiare le carte in tavola, con numerosi colpi di scena, come nel suo finale, in cui assistiamo come anche nel film, ad altri possibili mondi e territori ancora da esplorare (SW, che sia pronta una seconda stagione incentrata nel mondo dei Samurai?) dell’immenso parco (parchi?!) e del destino ancora incerto di alcuni suoi personaggi. Westworld è una serie dalle mille possibilità e dal potenziale immenso, potrebbe trasformarsi in una serie antologica o continuare con i restanti personaggi e vedere dove andranno, ma è ancora troppo presto per scoprire tutto ciò, perché la sua seconda stagione è prevista solo per il 2018 e ci aspettano ancora due lunghi anni d’attesa.

Alessio Italiano