
Berlinale67, intervista a Josef Hader e Pia Hierzegger (Wild Mouse)
February 12, 2017Dopo il clamore di ieri pomeriggio con Wild Mouse, oggi Vero Cinema ha avuto la possibilità di fare quattro chiacchiere con Josef Hader, che nel film interpreta il ruolo del protagonista e si è occupato personalmente anche della sceneggiatura e della regia, e Pia Hierzegger, sua moglie per la finzione cinematografica. Tra racconti di viaggi in Italia e opinioni sul ruolo della critica, abbiamo avuto la riprova non solo di due grandi talenti, ma anche di due persone con i piedi per terra.
Josef, in alcune scene del film parli un italiano quasi perfetto. Dove l’hai imparato?
[Ride] Sfortunatamente non conosco molto bene l’italiano, so leggere un menù al ristorante e posso fare una prenotazione in un hotel, tutto qui. Vado spesso in Italia perché è molto vicina all’Austria e ho scritto parte della sceneggiatura di Wild Mouse mentre mi trovavo in Italia.
Ah sì? In quale città?
Vicino al Lago di Bolsena e Capodimonte, ma l’ho scritta anche nelle zone italiane più vicine all’Austria come in Friuli, a Udine. Per il film, ho avuto questa idea di usare alcuni dialoghi in italiano perché Wild Mouse parla di un uomo che non riesce a comunicare con sua moglie così ho pensato d’inserire anche un’altra coppia che non si parla a causa della diversa lingua [Josef si riferisce a Erich e Nicoletta, due personaggi che stanno insieme nonostante o in virtù del fatto che l’uno non capisce la lingua dell’altra e viceversa, NdR], però l’uomo che non sa comunicare con la moglie fa da interprete tra questi due. Mi è sembrata un’idea divertente da inserire nel film.
Come pensi si sia evoluta la comunicazione nel corso del tempo?
Nelle epoche passate alle persone non era concesso di comunicare liberamente tra di loro, mentre ora sì, ma non è comunque abbastanza. Cent’anni fa nelle famiglie c’erano dei tabù, marito e moglie non avrebbero mai trattato alcuni argomenti. Tuttavia l’umanità è rimasta molto simile nell’arco dei secoli.
A livello di preparazione per quanto riguarda la sequenza in cui sei immerso nella neve e non indossi nient’altro che le tue mutande, come hai fatto a non congelarti?
È molto semplice, da un lato della strada hai questo bellissimo paesaggio di montagna e dall’altro hai un team con veicoli in cui puoi riscaldarti, si tratta solo di logistica [Ride].
Il personaggio che Josef interpreta è quello di un critico musicale, cosa ne pensate del ruolo dei critici? Secondo voi hanno valore le parole che vengono spese per commentare l’arte?
Josef: I critici fanno parte del gioco, di tutto il business dell’arte. Nella mia carriera ho ricevuto delle recensioni positive, ma anche di negative e proprio queste, alla lunga, mi hanno aiutato. Ci sono state anche recensioni molto sciocche e di solito sono state quelle più positive [Ride]. I critici sono un po’ come gli artisti, hanno un loro gusto soggettivo, non sono delle divinità, io cerco semplicemente di non prenderli più seriamente di quanto prendo me stesso.
Pia: Io non leggo sempre le recensioni, spesso sono noiose e un po’ imbarazzanti, ma a volte mi piacciono. L’Austria è un paese abbastanza piccolo e alcuni critici avrebbero preferito diventare artisti, ma non essendoci riusciti sembra che siano un po’ gelosi perché loro non ce l’hanno fatta ad avere successo con la loro arte. A volte però mi capita di essere davvero capita da qualcuno e quando succede è molto bello perché scopro che c’è qualcuno che ha saputo descrivere come mi sentivo e io stessa non sarei stata altrettanto brava a spiegare a parole quelle sensazioni.
Da un certo punto di vista, mi sento di definire “Wild Mouse” un po’ un film di sopravvivenza perché il protagonista deve cercare di sopravvivere al caos della sua vita e alla mancanza di una direzione dopo aver perso il lavoro. Josef, quando hai scritto il film eri guidato da questa idea?
Sì e no perché all’inizio ero concentrato sul personaggio del protagonista e poi solo successivamente ho sviluppato tutti gli altri personaggi. Tra tutti i legami che lui instaura nel film, mi sono reso conto che il più importante doveva essere quello con la moglie. Ciononostante, in Wild Mouse lui è via via sempre più isolato e ridicolo, ma c’è anche l’idea che pian piano impari anche qualcosa.
Nel film ci sono anche fugaci riferimenti alla questione dei rifugiati ammassati nei centri di accoglienza europei e alla costante minaccia terroristica, ma nessuno dei personaggi sembra curarsene più di tanto. Pensate che noi europei siamo così affannati dallo stare dietro ai nostri problemi che non riusciamo a farci carico, neanche mentalmente, di quelli delle altre popolazioni mondiali?
Josef: Sicuramente c’è questa componente in noi europei, ma bisogna considerare anche che siamo sommersi di notizie, ma non riusciamo a capire davvero cosa le notizie vogliano dirci, sulle reali motivazioni o sugli interessi della guerra in Siria per esempio.
Pia: Il problema è che c’è molta confusione sull’argomento, ma soprattutto che tristemente dopo un po’ ci si abitua a questo tipo di notizie.
(Intervista a Josef Hader e Pia Hierzegger condotta da Simone Tarditi presso la lounge IV del Berlinale Palast in data 12/02/2017)
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