The Sacrament: Fede e Religioni

The Sacrament: Fede e Religioni

March 13, 2017 0 By Alessio Italiano

Qualche settimana fa è giunta una news che annunciava il nuovo progetto televisivo di Vince Gilligan, padre di Breaking Bad , in accordo con la HBO, e Michelle MacLaren che ha diretto alcuni episodi della stessa serie tv su Walter White e di Game of Thrones, sui fatti di Jonestown in Guyana e del fondatore della congregazione religiosa “Tempio del Popolo” James Warren Jones, famoso predicatore statunitense, noto per aver indotto centinaia di membri della sua congregazione al suicidio di massa ed aver ordinato l’uccisione di altre cinque persone sulla pista d’atterraggio tra cui un deputato del congresso degli Stati Uniti d’America.
Bisogna ammettere che per via del materiale trattato, la serie potrebbe rivelarsi una delle sorprese televisive dei prossimi anni, peccato che Gilligan sia arrivato un po’ tardi sulla questione, perché nel 2013 ci aveva già pensato il buon Ti West a realizzare un opera cinematografica che riprendesse i tragici eventi del 18 novembre 1978 in Guyana, con il film The Sacrament, liberamente ispirato ai fatti di Jonestown.

Ma prima di parlarvi del film bisogna spendere qualche parola d’elogio per il regista in questione, Ti West, che fa parte di un piccolo gruppo di nuovi registi dell’horror indipendente che si stanno facendo strada tra i big del panorama, tra cui anche Adam Wingard (You’re Next, The Guest, Blair Witch) e Simon Barrett, insieme a loro figura infatti tra i registi, sceneggiatori dei primi due film antologici della serie V/H/S, inoltre è il regista di uno degli horror più interessanti degli ultimi anni The House of the Devil, chiaro omaggio ai film anni ‘70s e ‘80s che strizzavano fortemente l’occhio al cinema horror italiano, fino ad arrivare ai pezzi grossi come Polanski per il suo Rosemary’s Baby. Tra i suoi film si ricordano anche The Innkeepers e il recente Nella Valle della Violenza, western atipico con un cast di prim’ordine composto da Ethan Hawke e John Travolta.

Nel 2013 Ti West dirige The Sacrament e lo fa servendosi dei suoi attori feticcio già visti in You’re Next di Wingard, tra cui Joe Swanberg e AJ Bowen; nel cast figura anche Gene Jones (nel ruolo del “Padre” James Jones) attore visto in capolavori quali The Hateful Eight e Non è un paese per vecchi (era il vecchio con cui Javier Bardem giocava a testa o croce). Il film ha un’impostazione totalmente differente dai precedenti del regista e assume una struttura narrativa quasi di tipo documentaristico con didascalie e menzioni riguardati luoghi, orari e avvenimenti importanti in quei due giorni in cui un gruppo di reporter della VICE (una reale compagnia internet che si occupa di realizzare documentari e di fornire articoli di nicchia o di cui non tutti si occupano) decidono di partire in seguito ad una lettera ricevuta dalla sorella di un loro amico che li esortava ad andare a trovarla nella congregazione religiosa di purificazione del corpo e dello spirito priva di ogni comfort dell’era moderna. In un primo momento assistiamo all’ingresso “ostile” di alcuni uomini indetti da padre Jones a sorvegliare e preservare il loro piccolo angolo di paradiso, suscitando subito nei protagonisti ansia e sospetto che successivamente, intervistando gli abitanti della comunità spariscono, facendo credere che qui, in questa comunità, ex-tossici o reietti della società, abbiano trovato il loro piccolo mondo e vivono le loro esistenze in pace ed armonia.

Questa prima parte del film bisogna ammettere risulta abbastanza fiacca e noiosa, ma è con l’ingresso in scena di padre Jones che il film si fa interessante, portando lo spettatore a porsi diverse domande, domande che si porranno gli stessi protagonisti, sul fatto di poter sostenere la comunità, senza fondi e aiuti da parte di terzi. Quando i tre protagonisti intervisteranno il padre però, si renderanno anche conto che in qualche modo, quell’uomo ha letteralmente fatto il lavaggio del cervello a quelle povere persone e che sotto l’apparente facciata di felicità si nasconde la mente malata di un uomo che voleva compiere una folle rivoluzione. Per paura di quello che i reporter avrebbero rivelato al mondo intero, padre Jones obbliga i suoi “figli” a compiere un ultimo sacrificio, l’ultimo “Sacramento” appunto, che li avrebbe condotti in Paradiso e gli avrebbe lasciato l’opportunità di decidere del proprio destino, per paura che dopo la divulgazione dei video e delle informazioni dei reporter, avrebbe spinto l’esercito e i militari a distruggere il villaggio da loro creato avvelenandoli con il cianuro; inclusi vecchi, donne e bambini. Bisogna ammettere che le parti girate in prima persona in stile mockumentary, rendono il film di un realismo impressionante, e gli ultimi venti minuti sono davvero di una potenza visiva tanto spaventosa quanto fredda e spiazzante, in cui lo spettatore non può far altro che osservare tutta la pazzia e la follia della mente umana e fin dove è in grado di spingersi.

Questo film ci porta subito a pensare ad altre due opere, nello specifico, ad una sequenza della serie televisiva True Detective (ricordate i discorsi di Rust a Martin sulla religione?) e al film The Master di Paul Thomas Anderson, totalmente differente per stile e regia ma che in molti considerano ispirato ai fatti reali della nascita della famosissima comunità di Scientology a cui molte star di Hollywood sono dedite, tra cui il suo massimo esponente Tom Cruise e della difficoltà di queste persone e star, a fuggire o semplicemente uscire da queste vere e proprie “sette” e del fascino che esercitano su alcuni di loro. Ad Hollywood qualcuno si è già reso conto di queste cose, infatti l’HBO nel 2015 ha realizzato il riuscitissimo documentario Going Clear – Scientology e la prigione della fede, un film che alterna le testimonianze di otto ex membri della storica chiesa fondata da L. Ron Hubbard.

Alessio Italiano