
Venezia74: La Mélodie, quando dai diamanti grezzi nasce l’armonia
September 5, 2017La mélodie, primo lungometraggio del regista Rachid Hami (classe ’85) è stato presentato tra i titoli fuori concorso alla mostra del cinema di Venezia di quest’anno.
È nella capitale parigina dei giorni nostri che al protagonista, il musicista Sam (Kad Merad, attore algerino conosciuto in Italia dalle pellicole: Giù al nord, Il piccolo Nicolas e Supercondriaco) viene affidato il compito di insegnare a suonare il violino in una classe delle scuole medie. Missione che si rivelerà ardua fin dal primo incontro con gli allievi: dire che sono problematici e “a briglia sciolta” è come fargli un complimento.
Nonostante sia difficile mantenere una minima idea di disciplina, concentrazione e rispetto sarà proprio Sam a dare il “cattivo esempio” mettendosi dalla parte del torto dopo essere esploso in una reazione all’ennesimo episodio di inciviltà. Il motivo che spingerà l’insegnante a non mollare il progetto e a chiedere scusa, risiede “nell’escluso” della classe.
Arnold: un ragazzino preso di mira dai bulli che da osservatore esterno (lo vediamo dietro la finestra nel cortile, durante la prima lezione) diventerà il diamante grezzo capace di creare un’inaspettata armonia tra i vari individui e al tempo stesso di trovare una propria identità. Arnold ha un talento innato, un istinto verso il violino alimentato dall’interesse verso la musica e la costanza nel cercare tutorial su internet come quella di esercitarsi sui tetti del suo condominio (per non esasperare il vicinato con il suono stridente che esce dal suo strumento durante i primi tentativi). Sam punta su di lui per la buona riuscita del saggio di fine anno, affidandogli l’assolo: non trascorre troppo tempo affinché tra i due nasca un’amicizia capace di arricchire e migliorarsi l’un l’altro. Il protagonista cambia così il metodo di insegnare ai suoi ragazzi complicati: passando da un approccio accademico a qualcosa di diverso, che forse anche lui aveva dimenticato.
Nella speranza di riuscire nel suo intento, propone loro ciò che sta alla base di ogni creazione artistica (e non solo): il divertimento, lasciandoli liberi di esprimersi nell’associare l’idea della tempesta con un suono che possa evocarla. Il potere della musica riesce ad arrivare anche quando le prove sembrano un disastro perché ormai si è stabilito un legame tra i compagni, che non ricordandosi più i motivi dei costanti litigi adesso fanno gruppo, aiutandosi a vicenda e lavorando per un obiettivo comune: il concerto di fine anno alla filarmonica.
Ci sono alti e bassi in questa storia che mischia formazione, musica, rapporti padri/figli e incertezza se continuare ciò che si è iniziato o abbandonare a metà strada. Ma sarà un corto circuito (reale del laboratorio di musica ma anche metaforico) a far trovare una soluzione alternativa coinvolgendo i vari personaggi del film.
La mélodie è un film capace di creare una sintonia tra elementi inconciliabili, a trasmettere un messaggio che come la musica classica non ha parole: a volte basta semplicemente tendere l’orecchio per afferrare un linguaggio a cui non siamo abituati.
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