
Blade Runner 2049, una chiacchierata con Denis Villeneuve
September 27, 2017Una piccola introduzione fatta di numeri e date: il 19 settembre abbiamo incontrato Denis Villeneuve a Roma e visto circa 30 minuti di scene random dal suo ultimo film Blade Runner 2049. In attesa del 3 ottobre, giorno in cui vedremo il film in proiezione stampa e tenere la bocca chiusa fino al 5 di ottobre, giorno di uscita al cinema, vi riportiamo la chiacchierata che Denis Villeneuve ha tenuto con la stampa presente, parlandoci no spoiler del film e del suo approccio con l’originale Blade Runner di Ridley Scott.
L’aria che si respira attorno al progetto è la medesima che abbiamo percepito due anni fa con Star Wars – Il Risveglio della Forza: un livello di segretezza assoluto per un film che, da quanto si è potuto vedere, risulta oltre che un diretto sequel dell’originale, avere anche diversi plot twist di spessore che dovrebbero tenere sulle spine per tutta la – lunghissima – durata del film.
Ma come si è approcciato Denis Villeneuve per dirigere questo film?
Denis Villeneuve – Quando mi è stata proposta la regia di questo film, non ho accettato subito, anzi. Ho passato circa due mesi a pensarci, se era un bene dirigere il sequel di un film ormai leggendario oppure no. Per evitare rimpianti, ho deciso di tuffarmi in questa avventura. Nonostante l’ambientazione sia, per diversi fattori differente dal primo film, rivedere Blade Runner mi ha aiutato per cercare di trasmettere nuovamente quel senso di fantascienza intima, pessimistica e malinconia che mi aveva trasmesso il film da ragazzo.
L’ambientazione di Blade Runner 2049 sarà molto lontana dall’idea di un futuro idilliaco per gli esseri umani, anzi:
DV – In questo film, in questo futuro che raccontiamo, ci sono stati dei cataclismi naturali che hanno alterato il clima. La stessa Los Angeles ha rischiato di essere sommersa dall’innalzamento delle acque, motivo per cui il governo ha costruito un muro attorno la città per proteggerla. Inoltre in questo futuro si è dovuto tornare indietro per quanto riguarda la tecnologia. Nelle scene che avete visto si fa riferimento ad un blackout che ha distrutto e reso inutilizzabili gran parte delle apparecchiature elettroniche. Questo è stato un aspetto che mi ha intrigato, rappresentare una sorta di ‘futuro primitivo’, con gli agenti della divisione Blade Runner che devono tornare per strada a indagare e non più stare dietro una scrivania a cercare elementi d’indagine con Google.
L’ultimo lavoro di Villeneuve, Arrival, ha diviso spettatori, noi stessi di Vero Cinema amiamo ed odiamo quel film. Blade Runner 2049 sarà un film come Arrival?
DV – Sono due film molto diversi. Arrival è più una fantascienza intima, qualcosa che ultimamente con Nolan, che ammiro tantissimo, si è portato ad altissimi livelli qualitativi. Blade Runner 2049 sarà una fantascienza pura, mantenendo pur sempre gli stilemi dell’originale.
Alla conferenza era presente anche Sylvia Hoeks, che nel film interpreta Luv, una replicante della nuova specie. Cosa dobbiamo aspettarci da questo personaggio?
Sylvia Hoeks – Non posso entrare nel dettaglio causa spoiler, ma posso dirvi che Luv è una replicante di ultima generazione che lavora per Wallace, interpretato da Jared Leto. Già dal trailer si vede che il loro è un rapporto intimo e complice. Ci saranno diversi sviluppi importanti per quanto riguarda Luv.
Poi c’è la domanda finale, quella che tutti ci siamo posti in sala, o almeno quelli che hanno a cuore un certo tipo di cinema materiale: c’è il rischio che Blade Runner 2049 sia un’accozzaglia di green screen e CGI?
DV – Chiaramente per il genere di film di cui parliamo, green screen e CGI sono necessari ma posso assicurarvi che ne ho usata il meno possibile cercando di inserirla al meglio all’interno del film. Inoltre io stesso odio il verde come colore ma in fase di firma del contratto, mi è stato messo a disposizione subito un budget molto grande, motivo per cui ho richiesto che tutti i set venissero costruiti fisicamente.
La proiezione stampa del film è per il 3 ottobre alle 11:00 di mattina. L’unica cosa che ci resta da fare ora è incrociare le dita e l’appuntamento è qui, massimo per il 4 ottobre, per le nostre considerazioni sul film. Dagli States sono piovute recensione stellari. Speriamo bene.
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