Nove Lune e Mezza, un manifesto sulla maternità

Nove Lune e Mezza, un manifesto sulla maternità

October 13, 2017 0 By Gabriele Barducci

nove lune e mezza poster

Prima ci si avvicina in punta di piedi, poi ci si indigna. I più intelligenti cercheranno la chiave di lettura, gli analfabeti funzionali daranno la colpa agli immigrati e al Governo ladro. Quando si parla di affidamento di bambini a coppie gay, l’ignoranza vince, l’arte ci ragiona sopra e prova a dare una sfumatura, quasi a voler mettere, ipoteticamente tutti d’accordo: nel nostro paese una coppia gay può adottare dei bambini, ma non si può usare l’utero di un’altra donna per avere dei bambini, tanto da rischiare una reclusione di circa due anni e diecimila euro di multa.

Nove Lune e Mezza ‘ruba’ da Smetto Quando Voglio (come ruba lo stesso divertentissimo Stefano Fresi) per creare una piccola banda di fecondatori e incubatori umani. Due sorelle, una vuole dei figli ma non riesce ad averli, l’altra può averli ma non li vuole, il ginecologo gay che prova compassione per queste donne e si domanda perché lui ha diritto di essere padre di due bambini e una donna non può, decide di ‘scambiare’ i due corpi, così da far nascere il figlio di una nel copro dell’altra. Tutto questo sotto gli occhi di amici, familiari, colleghi e medici.

La prima regia non si nega a nessuno così Michela Andreozzi per il suo primo film sceglie una storia forte, coraggiosa e nondimeno divertente. Cast azzeccato (in parte) che si calano tutti perfettamente nei ruoli, ognuno rappresenta infatti un’idea, una sfumatura di un’idea comune attorno ad un tema che, passa il tempo, ma sembra sempre caldo: quello della maternità e del diritto inalienabile di essere donna e madre.

La regista ha a cuore questo punto, forse anche troppo, e ci costruisce tutta una serie di eventi che sovvertono il punto di vista dello spettatore più volte. Forse anche troppo. Non mancheranno quindi momenti didascalici abbastanza deboli o piccoli raccordi narrativi che mostrano quei classici difetti forzati da cui il classico cinema italiano fatica a liberarsi. Un esempio è il terzo figlio e fratello delle due protagoniste, l’occhio religioso e bigotto che si inginocchia a pregare saputo cosa stanno facendo le due sorelle peccatrici, ormai destinate a far compagnia a Satana. Troppo sopra le righe e fastidioso alla lunga, come un twist narrativo finale inserito a forza che cerca di giustificare questa famiglia disastrata, ma che in fondo si vogliono solo un gran bene.
Peccato per queste piccolezze – tali sono – perché davanti il lavoro svolto, Nove Lune e Mezza è un cinema che vuol raccontare con una penna intelligente, lodi e contraddizioni di questo paese che tanto amiamo ma che allo stesso modo ci presente contraddizioni che mal digeriamo.

 

Gabriele Barducci