
RomaFF12: Addio Fottuti Musi Verdi, i The Jackal al cinema
November 3, 2017C’è davvero poco da dire attorno al film dei The Jackal AFMV – Addio Fottuti Musi Verdi. Forse l’unico elemento di discussione o analisi è la natura di un film del genere.
Facciamo un po’ di storia prima: ad inizio 2016 uscì il film dei The Pills, Sempre meglio che lavorare. Gli eventi successivi li sappiamo, il film viene pesantemente stroncato, flop al botteghino, gli stessi The Pills reagiscono male alla critica insultando chiunque stronchi il film, il produttore Pietro Valsecchi si allontana dal gruppo definendoli dei “bamboccioni viziati” e lo stesso toglie i fondi ad altri due film che aveva in cantiere, rispettivamente il film dei The Jackal e un altro scritto e diretto da Frank Matano.
Con Valsecchi in fuga i The Jackal cercano nuovi finanziamenti e distribuzione che trovano nella RAI e nella 01 Distribution.
Il resto è quel che vediamo oggi, un film non riuscito ma comunque portato a termine seguendo lo stile che ha portato il gruppo ad avere successo nel web. Problemi quindi ce ne sono a iosa è innegabile, in particolare per quanto riguarda nella coesione narrativa assente con una storia che viene raccontata a compartimenti stagni con tante piccole situazioni montate assieme per arrivare, almeno, negli ultimi 20 minuti che funzionano sicuramente meglio in quanto la storia volge al termine, si arriva a dover chiudere la storia e giocarsi tutte le carte migliori, guest star camprese.
L’augurio per il futuro è che i ragazzi di The Jackal possano vedere i loro errori e lavorare al meglio per un ipotetico secondo film. La maturità c’è, quel che manca è, ancora una volta, un giusto supporto di format: portare il web al cinema è sempre difficile, tanti, troppo film lo hanno fatto (i The Pills o anche il recente Classe Z) e ciò che accomuna queste pellicole è il non riuscire a standardizzare il racconto per il medium cui si mira, in questo caso il cinema. AFMV è quindi un cinema grezzo, un film che vorrebbe anche essere una storia tipo a là Edgar Wright ma appunto, non ha la giusta dimensione e neanche i giusti mezzi.
Anche qui, un supporto, attori che non siano loro e uno sceneggiatore esperto a ridimensionare il lavoro è quel che serve.
Mediocre la prima, si aspetta la seconda, ma questo non toglie che nessuno come loro (forse solo al pari di Maccio Capatonda) riescono a smuovere mediaticamente l’interesse tanto da arrivare anche a Roma.
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