I baffoni del Poirot di Kenneth Branagh in Assassinio sull’Orient Express

I baffoni del Poirot di Kenneth Branagh in Assassinio sull’Orient Express

November 30, 2017 0 By Gabriele Barducci

assassinio sull'orient express posterEsattamente come scritto non poco tempo fa, nel western Hostiles ciò che rimane più impresso a fine visione sono proprio i baffoni di Christian Bale. Forse Branagh è rimasto ipnotizzato come noi, tanto da riproporre nel suo Assassinio sull’Orient Express una versione esuberante ma affascinante degli iconici baffi dell’investigatore belga Hercule Poirot. Hercules? No, Hercule, ci tiene sempre a sottolineare che lui non ha mai combattuto contro un leone.

Lo stile teatrale nella messa in scena, da sempre croce e delizia dello stile di Kenneth Branagh, trova qui un materiale perfetto su cui applicarsi: cosa c’è di meglio del lussuosissimo Orient Express, dei suoi tre giorni di viaggio, un assassinio a bordo e una tempesta di neve che lo blocca poco prima dell’ultima fermata? Tutto si congela improvvisamente, come lo stesso Poirot e i dodici sospettati. Chiaramente, era di facile intuizione, parliamo di uno dei più celebri romanzi della giallista inglese Agatha Christie, Assassinio sull’Orient Express e del suo ancor più celeberrimo protagonista Hercule Poirot.
Branagh che qui si interpreta e autodirige ha un’idea ben chiara di quello che deve essere il suo Poirot: un investigatore più moderno e attuale, vicino alle nuove generazioni che ancora non conoscono il personaggio o non conoscono il materiale di partenza.
C’è sempre un certo omonimo film diretto da Lumet che tutt’ora, anche a confronto con questo, rimane insuperabile, ma la sensazione è nessuno si sia prefissato un obiettivo del genere, difatti il Poirot di Branagh è molto più eccentrico e tutta la storia sembra plasmarsi all’inevitabile evoluzione del personaggio. Poirot quindi diventa una sorta di supereroe e Assassinio sull’Orient Express una vera e propria origin story per avvicinare il personaggio al pubblico.
Un lavoro dunque più di pancia che di intelletto, con le stesse indagini e risoluzione del caso che non sono assolutamente il pezzo forte del film. Il focus dunque è tutto sull’investigatore privato, di come questo complesso caso metterà a serio rischio la salute sia fisica che mentale dell’investigatore, meno perfezionista ma pur sempre umano – emblematica la scena in cui lui viene ferito da una pallottola volante, quelle che piacciono tanto agli sceneggiatori statunitensi di thriller buddy movie, rendendolo effettivamente umano tra gli umani.
Ciò che emerge dal film, elemento che si incastra come cardine nell’idea produttiva attorno al progetto, è che c’è una non dichiarata intenzione di far partire un franchise forte e concreto attorno tutte le indagini che vedono protagonista Hercule Poirot. Proprio da poco la Fox ha confermato un secondo capitolo (molto buoni gli incassi al boxoffice) e quell’invito fugace diretto a Poirot per recarsi in Egitto per indagare su un omicidio lascia ben poco all’immaginazione.
In quest’ottica quel che può essere un difetto, diventa un elemento con cui avvicinarsi maggiormente al film, con un’idea produttiva molto vicina a quella dei cinecomics moderni, dove possiamo solo immaginare che l’Orient Express sia solo la punta dell’iceberg e che il nostro investigatore baffuto preferito possa evolvere e regalarci tantissime soddisfazioni in futuro.

Assassinio sull'Orient Express 2017

Gabriele Barducci