
TFF35: Che meraviglia Professor Marston & Wonder Women
December 4, 2017L’universo cinefumettistico ha saturato il mercato e le menti atrofizzate di chi si ciba solo ed esclusivamente di siffatti prodotti filmici. In pratica, non se ne può più. Il meccanismo di riproporre sempre la stessa materia narrativa trita e ritrita si è inceppato e come un boomerang sta colpendo quelle case di produzione che pensavano di continuare così in eterno. I dati parlano chiaro: Justice League ha “floppato”, non sarà un disastro in termini di box office, ma ai piani alti si aspettavano ben altre cifre. È lecito aspettarsi un simile risultato anche per la controparte Marvel, Avengers: Infinity War. Tutto ciò insegna quanto il pubblico di massa forse alla fine non sia così stupido come si tende a credere e quanto il capitalismo, perché di questo si tratta, non vinca sempre.
In uno scenario desolante come questo, era lecito aspettarsi poco dal film Professor Marston & Wonder Women, simil-biopic sulla creazione del supereroe donna più famosa di sempre (meglio utilizzare il termine “supereroina” per non offendere le nazi-femministe? Oops). Invece, dopo averlo visionato in anteprima nazionale durante la 35ma edizione del Torino Film Festival, si può solo constatare che non solo si tratti di un ottimo e coraggioso prodotto cinematografico, ma possa fungere anche da strumento per andare oltre il genere dei “cinecomics” e scoprire tutto un altro mondo.
Lo psicologo e professore universitario William Moulton Marston (Luke Evans) compie studi sul comportamento umano assieme alla moglie Elizabeth (Rebecca Hall) e alla studentessa Olive (Bella Heathcote), a sua volta nipote e figlia di celebri studiose della psiche umana. L’unione di queste tre personalità diverse si tramuta dopo poco anche in un triangolo amoroso che genera scandalo nell’America puritana tra gli anni ’20 e ’30. Rotture professionali, separazioni, ricongiungimenti, scontri con la società dell’epoca e la realizzazione di un fumetto in grado di cambiare veramente le regole del gioco.
Professor Marston & Wonder Women sorprende innanzitutto per la trattazione di un argomento che ancora può generare scandalo: la devianza sessuale. Bondage, sottomissione, lesbismo, travestitismo, threesome. Ecco di cosa parla il film. In mezzo a tutto questo c’è dell’amore, ma l’elemento sovversivo è quello che rimanda alla degenerazione e al rompere con le consuetudini dei tempi in cui si vive. La vita di William, Elizabeth e Olive non è fatta di rose e fiori, ma di una battaglia quotidiana per affermare la propria natura senza doversi nascondere da un mondo che invece non può accettare la diversità. Si tratta di un contesto in cui l’omosessualità viene considerata come una malattia da debellare e ogni forma di unione che vada al di là della procreazione è considerata roba da pervertiti.
La genesi del personaggio di Diana Prince, aka Wonder Woman, è quel di cui il film si serve per parlare di qualcosa di più grande e che lega insieme passato e futuro: la concezione del sesso, sia inteso come attività sia come genere (lui, lei) nel mondo d’oggi. Cos’è successo all’umanità nel corso dei secoli? Cosa ha comportato un tale livello di medievale chiusura mentale? Chi ha ingabbiato la vera natura di uomini e donne all’interno di convenzioni, usanze, tradizioni? Perché non si può essere liberi di fare e di essere chi si vuole se non si fa del male al prossimo? Perché è considerato sbagliato amare due persone contemporaneamente? Fa bene alla nostra mente bloccare sul nascere certi impulsi sessuali? Sono interrogativi senza risposta, ma possono fungere da lanterne per farsi strada nel buio dell’ignoranza. Se Professor Marston & Wonder Women ha un merito è proprio questo: utilizzare un cinefumetto per veicolare concetti importanti, letteralmente alla base della vita.
In un periodo storico come questo, che vede la resurrezione di partiti politici di estrema destra dati erroneamente per morti e in cui i valori vengano costantemente messi alla prova, l’incipit del film, con la distruzione delle copie cartacee di Wonder Woman, riporta alla mente i roghi nazisti di quei libri considerati lesivi per il regime o semplicemente scritti da individui considerati impuri. A scanso di equivoci, si rischia davvero di ripiombare in un’era simile a quella. Tocca farsi forza, resistere, avere il coraggio di essere chi si vuole essere. E se un film ad alto budget e destinato alle più trasversali fette di pubblico come Professor Marston & Wonder Women può offrire il suo modesto contributo, ben vengano titoli come questo.
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