
Star Wars, Disney, Fox e l’omologazione del genere
December 15, 2017“…ma sono vivo e non ho più paura”
Uno speciale particolare, partorito in tempi brevi (per cui si chiede venia già da ora sulla sua realizzazione forse frammentata o imprecisa) vista l’acquisizione in via ufficiale della 20th Century Fox da parte della Walt Disney Company.
Il web si è mosso come previsto, ilarità, critiche, meme e quant’altro. Ciò che forse è venuto a mancare è un pensiero non universale ma un qualcosa simile a una lente visiva per abbracciare ciò che sta succedendo all’industria dell’intrattenimento, in particola del settore audiovisivo.
Disney attualmente mantiene il controllo di circa 70% di nomi e brand importanti per l’audiovisivo: ad oggi, tutto l’universo Marvel, Star Wars, Indiana Jones, i prodotti televisivi Fox e relativi diritti di sfruttamento cinematografica di altri eroi Marvel (X-Men e altri) e poi ancora Avatar, Alien e Kingsman. Ciò che ci si chiede oggi è, vedremo uno xenomorfo con il tutù? La principessina fidanzata del protagonista di Kingsman che predilige rapporti anali, rientra nel canone?
Questo si prospetta come uno dei primi quesiti che molti spacciano per problemi: in un’ottica puramente commerciale, ha senso la mossa Disney. Debiti esclusi, se è vero che post Avengers – Infinity War molti eroi lasceranno la scena, c’è bisogno di mettere altra polpa per il futuro, futuro che già è stato definito come una fase 4 molto simile a ciò che sta facendo ora la Warner con DC, film meno collegati tra di loro, cross-over esclusi.
Questo non toglie che sentenziare qualcosa che ancora non abbiamo visto è da sciocchi.
Ci sono certo delle eccezioni che, condividendo o no alcuni aspetti, sono agli occhi di tutti, e parliamo di Star Wars – Episodio VIII – Gli Ultimi Jedi.
Cosa abbiamo cercato di sottolineare nelle ultime 48 ore? Un concetto molto semplice che, ripetiamo, può tranquillamente non essere condiviso: svilire un brand come Star Wars del proprio cuore per plasmarlo attorno ad un linguaggio preesistente con cui la Disney riesce a confezionare al meglio un prodotto, ovvero quello di un cinecomics.
Questo non comporta che Star Wars sia diventato a tutti gli effetti un cinecomics, no, ma ne sancisce la sua morte e rinascita sotto la casa di Topolino, quindi anche una nuova strada che prenderà quel tipo di logica e linguaggio produttivo.
Come è giusto che sia, può piacere come non piacere, è inevitabile e imporsi sbandierando il proprio tifo a riguardo di questo film, è assolutamente inutile. D’altronde, Star Wars è un marchio che si vende ad occhi chiusi (tranne Battlefront 2, lì la gente ha improvvisamente deciso di annullare ogni tipo di facoltà intellettiva: vi vendono un gioco e almeno 3 anni di supporto con contenuti aggiuntivi gratuiti, ma no, non va bene, il problema sono le lootbox) quindi se ne può parlare bene o male quanto si vuole, sarà l’ennesimo successo da circa 2 miliardi complessivi al boxoffice esattamente come successe due anni fa con Il Risveglio della Forza.
Ma il succo di queste parole è, tutta questa omologazione, può fare bene al mercato dell’intrattenimento? Nì.
Nì perché come già detto, non sappiamo che tipo di modifiche apporterà la Disney nei prodotti Fox, quindi inutile sbilanciarsi o fare previsioni, ma da quel che abbiamo visto per ora le premesse non sono esaltanti, eppure sono così facilmente coerenti con ciò che è successo almeno negli ultimi 10 anni, ovvero una totale omologazione di tanti, troppi prodotti, sono un’unica chiave di lettura che ha portato sempre meno interesse in alcuni prodotti e gli ultimi Marvel, con dovute eccezioni certo, sono la testimonianza di ciò.
Star Wars quindi, è stato plasmato e rinato sotto questo corso produttivo. Se ci si ferma a pensarci, Gli Ultimi Jedi è un film che viaggia quasi in contrapposizione con ciò che ha fatto J.J. Abrams con Il Risveglio della Forza, un film che cercava la sua forza dal passato.
Gli Ultimi Jedi invece guarda avanti, al futuro, ma lo fa con uno stile già visto.
Di chi è la colpa? Di nessuno, Disney come major e come azienda, ha semplicemente trovato un modo di fare intrattenimento che come tanti, ha suoi supporter come detrattori (molti parlano di ‘comunicazione sincera’ ma sbagliano) e sta arruolando più soldatini possibili così da affidargli la casacca color topo. Questo è il nuovo corso di Star Wars come della sua omologazione.
D’altronde lo disse Kathleen Kennedy stessa: “ai fan piace qualunque cosa gli proponi”
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