Insidious – L’ultima chiave, andata e ritorno per l’Altrove

Insidious – L’ultima chiave, andata e ritorno per l’Altrove

January 16, 2018 0 By Gabriele Barducci

insidious 4 posterOrmai la prassi per film del genere la conosciamo, iniziano con il botto anche grazie all’incredibile talento registico di James Wan (i primi due Insidious) per poi trovare difficoltà a resistere in termini di qualità quando la regia cambia drasticamente e si lascia la direzione narrativa del progetto allo sceneggiatore e creatore di tutto, Leigh Whannell.

Il primo Insidious post Wan era un terzo capitolo non proprio all’altezza, complice diversi motivi: la natura prequel smorzava l’entusiasmo e l’attenzione come il personaggio di Elise, di cui ormai conosciamo il nefasto destino, forse proprio per questo aspetto, non risultava poi così interessante.

Questo quarto capitolo, nonostante abbia dietro sempre molti problemi narrativi (qualcuna metta dei limiti a Whannell nell’arricchire le modalità di azione de l’Altrove!) riesce a risollevare gli animi e la sorte del franchise. Se di base, narrativamente parlando, questo film dovrebbe chiudere le avventure di Elise, dato che si ricollega in più modi al primo Insidious, c’è una grande attenzione anche alla sfera intima e privata della sua protagonista, inserendo la sua infanzia come metro di paragone di due società differenti che si approcciano al mondo del paranormale, di chi ne ha paura e chi lo considera un dono.
L’Elise bambina quindi cresce in un ambiente familiare violento e angusto. La fuga da casa, appena possibile in età adolescenziale, lascerà aperta quella porta rossa che tanto abbiamo visto e temuto in tutti i film precedenti. Un nuovo inquilino, una nuova minaccia, porterà Elise a tornare nella sua città e dimora natale per affrontare i fantasmi del suo passato (letteralmente) e chiudere l’ultima porta che conduce all’Altrove.

L’elemento mistery di Insidious ha sempre arricchito la serie di film; la necessità di indagare a fondo per capire la natura demoniaca, modi di azione e infine scacciarla. Ancor di più, il continuo spostarsi nel tempo e nello spazio ha trovato ottimi momenti per riuscire a collegare tra di loro tutte e quattro le pellicole. Qualcuno trova questa soluzione come accomodante, anche forzata, ma per la natura stessa del progetto sono twist necessari per continuare a tenere alta l’attenzione.

insidious 4 horror

La dimensione orrorifica rimane la stessa, con jumpscare purtroppo prevedibili anche nella loro forma inedita (pensi che stia arrivando, poi non arriva, per arrivare nel momento successivo), meglio la realizzazione della creatura e quindi la relativa sfumatura in più su l’Altrove. C’è sempre questo piccolo problema di Whannell che aggiunge senza sosta elementi senza dargli la giusta cornice che rende quindi l’Altrove un luogo simile alla stanza dello spazio e del tempo di Dragon Ball. Facile pensare come durante i primi due Insidious sia stato lo stesso Wan a mettere un freno alla talentuosa creatività dello sceneggiatore (di entrambi anche il primo clamoroso Saw).

Quindi, in sostanza, meglio del terzo capitolo, ottimo per gli appassionati del genere e del franchise ma siamo ancora lontani dai fasti dei primi due Insidious. La grande lode è ancora il personaggio di Elise, qui maggiormente approfondita e quindi di facile empatia con lo spettatore per l’infanzia travagliata e la grande forza d’animo nel reagire alla vita.

Gabriele Barducci
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