Il Rituale, oscure presenze nelle foreste scandinave

Il Rituale, oscure presenze nelle foreste scandinave

February 28, 2018 0 By Alessio Italiano

il rituale netflix vero cinemaAvviso per i lettori: l’articolo contiene spoiler sul terzo e ultimo atto del film. Proseguite nella lettura soltanto dopo la visione del film.

Già passato in vari festival cinematografici (Toronto, Sitges), Il Rituale segna l’esordio in solitaria del regista David Bruckner, già cimentatosi con il genere horror nei film V/H/S (per il segmento Amateur Night) e con il film diretto a quattro mani Southbound – Autostrada per l’inferno. Basato sul romanzo horror dello scrittore Adam Nevill e sceneggiato da Joe Barton, Il Rituale è quello che potremmo definire un buon compromesso tra storia horror (già vista e rivista più volte), ma con risvolti legati alla redenzione e alla lotta interiore dell’uomo per superare prima di tutto le sue paure e secondariamente far valere il diritto di esistenza su questa amata/odiata terra.

Un gruppo di amici (Rafe Spall, Robert James Collier, Arsher Ali, Sam Troughton), a seguito della perdita prematura di un loro compagno (Paul Reid) durante una notte brava, decidono di compiere un viaggio in memoria di quest’ultimo e di partire per i boschi e le foreste svedesi, come lui aveva preventivato la notte prima della tragedia, lontano dai classici stereotipi del viaggiatore moderno (Amsterdam). Durante l’escursione però, il gruppo è costretto a sostare a causa del grave infortunio di un membro in una casa in legno abbandonata da tempo. All’interno troveranno degli strani simboli e segni esoterici che fanno pensare alla stregoneria e ai riti voodoo; probabilmente collegati ad un culto pagano di origine norrena. Tormentati da incubi e visione durante la notte, gli sfortunati escursionisti dovranno confrontarsi non solo con le loro paure più profonde, ma anche con un’entità che sembra aggirarsi da secoli per i lugubri boschi.

The Ritual è un’accozzaglia di elementi e rimandi cinematografici al genere horror che abbiamo già visto innumerevoli volte sullo schermo, ispirandosi ovviamente a The Blair Witch Project per il luogo dell’ambientazione: boschi e chalet (Evil Dead, Cabin Fever, Quella Casa nel bosco), riti voodoo e pagani (The Wicker Man, Kill List), ma anche portando una sorta di idea e di pensiero non del tutto spiegata sulla possibilità di poter scegliere se agire o restare inermi spettatori di fronte all’assurdità e l’imprevedibilità della vita.
Per quasi ¾ di film assistiamo quasi più ad un thriller/psicologico (un po’ come Kill List di Ben Wheatley) che a un vero e proprio horror. Bruckner dirige davvero bene e gioca sapientemente la carta del “vedo-non vedo” con gli spettatori, ed  è inoltre supportato da un comparto tecnico davvero di altissimo livello, la fotografia e soprattutto la colonna sonora di Ben Lovett accentuano notevolmente il senso di paura e disperazione dei nostri tristi esploratori che si troveranno alla fine del “viaggio” a dover fare i conti con una creatura norrena discendente dal Dio Loki, che ricorda tantissimo per aspect design la creatura de L’albero del Male di William Friedkin.
The Ritual è un B-movie che vorrebbe essere qualcosa di più per certi aspetti, salvo poi redimersi nell’atto finale con gli elementi “mostruosi” (e quindi cade nella banalità), per poi concludersi di nuovo con quel guizzo che quasi non ti aspetti.

Un aspetto molto interessante della pellicola di Bruckner è il significato che assume nel finale la creatura e l’ultimo membro del gruppo rimasto, un faccia a faccia con il proprio demone, difficile da spiegare a parole ma che sotto quello che non viene detto probabilmente nasconde un messaggio più forte e importante, l’urlo che suggella il superamento e l’andare avanti dopo un triste avvenimento che ci turba e per il quale ci sentiamo ancora in colpa, quel velo di tristezza che ci tormenta e ci affligge per non aver agito nel momento del bisogno per colpa della codardia (molte volte) e della paura, e quando l’essere umano si trova di fronte ad una situazione o un evento più grande di lui, l’istinto di sopravvivenza è l’unica forza motrice che ci spinge ad andare avanti.

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Alessio Italiano