
A Ghost Story, dolore e delizia di un fantasma
April 27, 2018Lui. Lei. Una coppia. Un amore. Una nuova casa dove poter continuare a coltivare questo sentimento. Poi un incidente. Lui muore. Lei rimane da sola. Lui diventa un fantasma per continuare a osservare la sua amata da sotto un lenzuolo.
A Ghost Story si tramuta in Storia di un Fantasma qui da noi, film che fa della messa in scena contemplativa, rifacendosi moltissimo a Malick, il suo cuore pulsante. Il fantasma vaga muto tra le pareti di quella casa ormai vuota, colma di dolore e solitudine, riempita solo dalle esile presenza di Lei, Rooney Mara, anch’essa ormai una presenza spettrale tra quelle mura. Lui, Casey Affleck, la osserva, non parla, non può interagire con lei. Lungi da film attivi e dinamici come Ghost, questa è la storia di un dolore, un dolore che viene narrato attraverso il tempo che passa, inesorabile e malvagio, quanto dover assistere alla nostra amata che, passato del tempo, prova a rifarsi una vita, trovare un altro compagno e abbandonare poi quella dimora.
Usando alcuni stilemi classici dei film sul paranormale o possessione, tramite pochissimi dettagli e qualche dialogo muto del nostro fantasma con un’altra entità che risiede nell’abitazione accanto, capiamo come il nostro essere sia legato a qualcosa, non riesce ad intraprendere il famoso passo per abbandonare definitivamente questo mondo. Esso è legato a qualcosa e quando il tempo scorrerà inesorabile, con nuovi abitanti che si susseguiranno in quella che era la sua abitazione, il suo legame diventa malinconico, delizioso ma al tempo stesso triste e doloroso.
Il fantasma vaga per un mondo libero cercando qualcosa o qualcuno. La memoria, come il tempo, giocano un ruolo determinante per la comprensione e delizia del film, difatti la memoria di un amore e in questo caso, la conferma di quell’amore, magari nascosto con un semplice “ti amo” scritto e nascosto in una fessura sul muro, diviene il pedaggio per l’aldilà.
Poco c’è da dire, come nella risoluzione finale, apparentemente complessa, ma così semplice nel rappresentare una concatenazione di eventi, un destino che si ripete all’infinito senza lasciare scampo ad altre soluzioni di vita e quindi abbandonarsi totalmente alla memoria, alla consapevolezza di ciò, abbandonare tutto, rabbia e dolore per dissolversi sotto un lenzuolo bianco.
Misterioso e affascinante A Ghost Story e al tempo stesso così minimalista ma essenziale nel raccontare quel poco di trama che presenta., ma che risulta comunque una visione necessaria.
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