Future World, nuovi barbari e robot sensibili

Future World, nuovi barbari e robot sensibili

May 28, 2018 0 By Simone Tarditi

This world has no memory

L’umanità è destinata a estinguersi. Le guerre hanno fatto ripiombare il mondo a uno stadio primitivo dell’evoluzione. Le economie sono crollate e assieme a loro i governi. Il pianeta è terra di tutti e di nessuno. Ci si scanna per la sopravvivenza e ogni giorno bisogna pensare solo a come arrivare a quello successivo. Nel deserto si sente solo un odore, quella della pelle umana bruciata mischiato a quello del grasso che si scioglie e che viene usato come carburante per le motociclette. In tutto questo caos, Warlord (James Franco, The Disaster Artist, in duplice veste di attore e regista) guida una tribù di predoni che seminano il panico, Ash (Suki Waterhouse, The Bad Batch) è probabilmente l’ultimo robot rimasto funzionante e per questo diventa oggetto d’interesse da parte di tutti, Queen (Lucy Liu, Kill Bill) sta morendo e suo figlio deve trovare una cura. C’è anche l’Oasis, ma non è quello di Ready Player One.

James Franco Suki Waterhouse

Con molte approssimazioni, ecco cos’è il Future World co-diretto da Bruce Thierry Cheung, il quale ha curato la fotografia di molti film di Franco come In Dubious Battle. Una pellicola post-apocalittica uscita subito in home video, la cui esistenza dipende totalmente dalla saga di Mad Max (e nello specifico del più recente Fury Road), dal chrichtoniano Westworld, dal già citato The Bad Batch di Ana Lily Amirpour e anche un po’ da Blade Runner.

Non sono sufficienti i denti marci e le giacche di pelle borchiate, oppure le tamarrissime scene con pilastri del rap quali il “pappone” Snoop Dogg e il tatuato Method Man a fare uscire Future World dal pantano di una sceneggiatura esile come le ossa decalcificate di uno scheletro e da una regia copia-incolla dei titoli citati poco sopra. Il genere distopico dovrebbe permettere tante più possibilità narrative e stilistiche rispetto a una commedia, per dire. Eppure, fare qualcosa con lo stampino pare la via più semplice.

Sia chiaro, non tutto è da buttare. L’idea più interessante, seppure trita e ritrita, riguarda quella del conflitto tra Uomo e Macchina, che in Future World trova la sua forma basica nello scontro tra umani imbarbariti e robot umanizzati. Il personaggio di Ash è quindi il personaggio chiave: un automa senziente, capace di provare emozioni, sentimenti, pronta a soffrire e al gestire situazioni che vanno ben oltre gli schemi pre-impostati. È androide dall’aspetto femminile che vuole imparare come funziona il mondo, conoscere i significati delle cose con la stessa predisposizione che aveva Leeloo ne Il quinto Elemento (Milla Jovovich, che sia un caso o meno, è una dei protagonisti di Future World in un ruolo diversissimo rispetto all’opera di Luc Besson). Una considerazione è tuttavia sicura: tutto il cast dev’essersi divertito moltissimo a girare questo film di cui gran male si può dire, tranne che sia (troppo) noioso.

Future World James Franco

Mi chiamo James Franco, faccio il cazzo che voglio e nessuno può fermarmi

Simone Tarditi