
Uno sguardo al Suspiria di Argento aspettando il non-remake di Guadagnino
August 20, 2018La 75° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia è ormai alle porte e tra i suoi titoli più attesi vi è senza dubbio il “non remake” firmato dal regista di Chiamami col tuo Nome, Luca Guadagnino, che vanta tra l’altro la presenza di grandi stelle del cinema americano quali Dakota Johnson e Tilda Swinton (A Bigger Splash). Entrambe avevano già lavorato con il regista italiano. Completano il cast Mia Goth (La cura dal Benessere) e la protagonista dello storico film d’Argento, Jessica Harper … ma prima di poter ammirare la nuova opera del regista italiano facciamo un salto indietro nel tempo.
1975. Argento è il regista più importante del panorama horror italiano e internazionale. Ha da poco debuttato in sala Profondo Rosso, suo quinto film e ritorno al giallo all’italiana dopo la piccola parentesi comica con Le cinque giornate. Il regista romano è più feroce che mai: Profondo Rosso che inizialmente doveva chiamarsi La Tigre dai Denti a Sciabola è il suo thriller definitivo e Argento capisce che questa volta bisogna puntare ulteriormente sulla violenza, sulla paura, sul sangue e sulla musica straordinaria composta da Claudio Simonetti e i suoi Goblin, proficuo sodalizio che continuerà anche in Suspiria e in altri film del regista.
1977. Ispirato al romanzo Suspiria de Profundis di Thomas De Quincey, Argento dirige quello che al pari di Profondo Rosso è considerato il suo capolavoro. Interpretato da Jessica Harper, Stefania Casini, Udo Kier, Alida Valli, Suspiria è il primo film della Trilogia sulle Tre Madri, seguiti da Inferno (1980) e La Terza Madre (2007).
Susy Benner (Jessica Harper) è una ballerina americana di danza classica giunta a Friburgo in Germania per perfezionare la sua arte. La sera del suo arrivo presso gli alloggi, accade qualcosa di bizzarro: una ragazza impaurita cerca in tutti i modi di fuggire sotto una pioggia copiosa, farneticando qualcosa di incomprensibile per Susy, alla quale viene negato l’accesso agli alloggi della scuola ed è costretta ad andare in hotel. Contemporaneamente Pat – la ragazza che stava fuggendo dagli alloggi – trova rifugio presso un’amica che frequenta la scuola. Quella stessa sera, dopo aver rivelato le sue paure all’amica e collega, Pat viene brutalmente uccisa, sventrata, pugnalata al cuore e infine impiccata. Il giorno successivo, Susy ritorna all’accademia dove viene accolta dalla vice direttrice e Miss Tanner, l’insegnante.
Dentro la scuola Susy farà la conoscenza di Sarah, amica di Pat. Quest’ultima le avrebbe rivelato prima di morire che secondo lei la scuola sia in realtà una congrega di streghe sotto copertura e che la direttrice – che nessuno ha mai visto- ne sarebbe a capo. Dopo la morte di Sarah, Susy inizierà ad indagare per conto suo e scoprirà che la direttrice non è altro che la matriarca Helena Markos, fondatrice della scuola, emigrata greca ritenuta da molti una strega e che oltre la danza era solita insegnare la magia nera alle sue allieve.
Argento ha da sempre dichiarato che l’idea di realizzare una trilogia sulle streghe gli venne in seguito ad un viaggio fatto tra le tre capitali esoteriche europee (Torino, Lione, Praga) e del triangolo “magico” che esse formano geograficamente. La sceneggiatura è stata firmata oltre che da Argento, dalla sua compagna e storico amore Daria Nicolodi, che già prima di Suspiria aveva aiutato Argento nel soggetto di Profondo Rosso, raccontando l’aneddoto secondo cui la nonna della Nicolodi, Yvonne Loeb, sarebbe stata davvero vittima nella scuola dove studiava musica di una congrega praticante la magia nera. Tra i tanti elementi che hanno reso Suspiria un cult vi è la sua straordinaria fotografia, ad opera di Luciano Tovoli, che utilizzando delle lenti anamorfiche e delle luci ad angolo è riuscito ad imprimere al film un’atmosfera allucinata e psichedelica.
Utilizzando come pellicola la Kodak 30-40 AS a bassissima sensibilità e posizionando davanti alle lenti delle stoffe colorate ottenne dei colori molto vividi (rosso scarlatto, verde rubino, giallo canarino e blu profondo) che già prima di allora erano stati utilizzati per grandi capolavori del cinema quali Il Mago di Oz e Via col Vento. L’altro elemento che ha reso Suspiria il capolavoro che oggi conosciamo è la sua straordinaria colonna sonora, firmata da Claudio Simonetti, che vede anche la collaborazione dello stesso Argento, un successo mondiale che nel 1978 si ripeterà quando George A. Romero chiederà la collaborazione di Argento e Simonetti per il suo Dawn of the Dead, riuscendo anche a editare la personale versione di Argento. Lo stile e le influenze del cinema argentiano vengono in parte da Fritz Lang ma anche dal cinema asiatico: Argento ha più volte ribadito in diverse interviste il suo apprezzamento verso le storie di fantasmi e spettri, probabilmente film come Hausu (1977), Jigoku (1960) ne hanno plasmato anche se indirettamente lo stile e l’estetica quasi da fiaba dark che ha voluto dare al film, tant’è che all’inizio le protagoniste sarebbero dovute essere delle ragazzine minorenni e non adulte. Non a caso durante alcune sequenze molte delle attrici si comportano esattamente come degli adolescenti, facendosi dispetti tra loro.
Suspiria rappresenta per Argento la prima virata netta e decisa verso l’horror nel suo termine più significativo. Fino ad allora il regista romano non si era mai cimentato con elementi fantastici quali streghe e sabba, influenze che poi sono state riprese e omaggiate dai più grandi registi del genere horror, da Fulci fino a Rob Zombie con il suo Le streghe di Salem. Anche Nicolas Winding Refn ha avuto modo di omaggiare il film di Argento con il suo The Neon Demon, rivisitazione in chiave moderna del classico dell’horror, definendo Suspiria il cocaine-movie definitivo, probabilmente riferendosi all’esperienza allucinante che il film trasmette agli spettatori, catapultandoli in un vortice di colori, violenza e musica inquietante. Ad oggi, a distanza di ben oltre 40 anni dalla sua uscita, Suspiria genera ancora incubi, omaggi di qualsiasi tipo, opere fan-made e riconoscimenti da tutto il mondo. Adesso non ci resta che vedere cosa avrà combinato Guadagnino con il suo nuovo adattamento.
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