Busan 2018: The Enigma of Arrival, … e la ragazza scompare

Busan 2018: The Enigma of Arrival, … e la ragazza scompare

October 5, 2018 0 By Simone Tarditi

Cina, anni ’90. Quattro amici delinquenti familiarizzano con una bella ragazza di cui tutti s’invaghiscono, ma quel forte legame che li tiene uniti si deteriora quando sopraggiungono gelosie e, soprattutto, quando lei scompare. Anni dopo, riuniti, i protagonisti provano a risalire il fiume di bugie, misteri e venire a capo di quel che è successo.

The Enigma of Arrival, interessante primo lungometraggio di Song Wen, approda alla 23ma edizione del festival di Busan (Sud Corea) in un momento storico particolarissimo. Almeno per il cinema. È notizia di questi giorni che Fan Bingbing, la più famosa attrice cinese, ha lasciato il nascondiglio nel quale si era rifugiata e ha fatto mea culpa di aver evaso, col beneplacito delle sue aziende, decine se non centinaia di milioni di dollari. Una vicenda strana, piena di punti non chiari, che ha catalizzato l’attenzione mediatica internazionale nell’arco degli ultimi mesi dal momento che l’attrice era sparita da giugno.

L’incidentale punto di contatto con The Enigma of Arrival è questo, la sparizione di una giovane donna senza lasciare apparenti tracce. Il film altro non è che una sfilacciata storia di piccoli criminali che non inquieterebbero nessuno, di gang che sopravvivono con microscopici business illegali in un paese dove la sperequazione economica è già evidente. Gangsterismo spicciolo. Una delle scene più belle, forse l’unica che col tempo potrà farsi ricordare, è l’omaggio cinefilo a Wong Kar-Wai allorché i ragazzacci protagonisti si rifugiano in una sala a vedere una pellicola del regista (“Chi è?”, chiede una recluta prima di entrare nel cinema, “Chissenefrega” gli risponde il capobranco) e conoscono a memoria tutte le battute tanto da recitarle platealmente e finendo con l’irritare gli altri spettatori.

I debiti di The Enigma of Arrival nei confronti del cinema (non solo nazionale) sono evidentemente molti e il gioco imitativo del filone crime portato avanti da Song Wen sembra essere simile, ma quasi cinquant’anni fa e in un altrove lontano lontano, a quello di R. W. Fassbinder i cui primissimi film (cortometraggi inclusi) sono semi-farse vicine ai gangster movies americani filtrati con la spensieratezza della Nouvelle vague. Un gran mischione, ma il progresso scaturisce dalla contaminazione culturale. Criminalità, sì, ma anche una sana dose di ozio e cazzeggio in The Enigma of Arrival a cementare l’amicizia dei personaggi, persi a inseguire ragazze, fare scazzottate, giocare d’azzardo. Sul muro di un ristorante compare ben visibile il ritratto di Mao Zedong, leader sotto la cui guida la Cina pone le basi per diventare in fretta la superpotenza mondiale che è oggi. Il futuro e gli spettri del Comunismo camminano sulle spalle della gente comune, che siano contadini, venditori di pesce o canaglie.

The Enigma of Arrival Busan Review

Simone Tarditi