RomaFF13: Halloween, il ritorno di Michael Myers

RomaFF13: Halloween, il ritorno di Michael Myers

October 23, 2018 0 By Gabriele Barducci

Il ritorno di Michael Myers al cinema non è avvenuto nel miglior modo possibile.
Annullando ipoteticamente tutto ciò che è venuto subito dopo il primissimo capitolo della serie, questo Halloween diretto da David Gordon Green è prima di tutto un film fortemente voluto da Carpenter stesso e questa piccola parentesi è necessaria in virtù del destino della sua creatura preferita, ovvero Michael Myers, difatti nonostante Carpenter figuri solo come produttore e compositore di tutta la colonna sonora, questo ennesimo capitolo di un franchise immortale sembra quasi voler sottolineare l’appartenenza, la paternità della creatura a Carpenter.

Egli come padre carnale e spirituale, ha ancora il potere di decidere cosa fare con la sua creatura e questa volta – forse – ha deciso di mettere la parola fine. Annullando sequel e remake, i due di Rob Zombie, la storia riprende proprio lì, dove avevamo lasciato Michael Myers e Laurie (Jamie Lee Curtis) nel 1978. Lui in carcere e lei che cerca di farsi una vita, pur vivendo nella paura dell’ombra oscura di Myers.
Poi, dopo quaranta anni, ecco che tutto sembra accadere esattamente come nel peggiore degli incubi, Myers si rimette alla caccia di Laurie per finire ciò che aveva iniziato decenni prima e lei questa volta sarà pronta per affrontarlo direttamente.

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Forse con l’intenzione intrinseca di riprovare a rilanciare nuovamente il franchise, il film accusa la gestione – e produzione – di Jason Blum. Da thriller-horror serratissimo, questo Halloween risulta essere la fiera dei cliché, avvicinandosi vergognosamente ai teen horror scadenti. Certo, il film vive di un paio di momenti ottimi, in special modo in tutta la prima parte del film che grazie alla bellissima colonna sonora di John Carpenter che rivisita il theme classico con qualche virtuosismo in più, riesce a sorreggere fortemente anche la scena più idiota, ma la magia purtroppo dura poco.
Nella seconda parte il film crolla su se stesso, le fondamenta con cui veniva costruito si sfaldano in momenti volutamente comici che non hanno nulla a che vedere con quanto costruito fino a poco prima.
Il pessimo montaggio inoltre evidenzia fin troppo facilmente che in fase di post produzione siano stati fatti fin troppi tagli alla pellicola. Alcuni stacchi narrativi proprio non rendono giustizia alle vicende umane (mogli a cui vengono ucciso il marito davanti gli occhi e non versano un grido, una lacrima, nulla di nulla), mentre altri mettono in risalto che il background degli ultimi 40 anni di Laurie ha fin troppi punti oscuri, non ben specificati che portano lo spettatore a farsi qualche grattacapo in più.

Piacerà sicuramente ai fan del genere come della saga, perché al netto di tutto, qualche cosa di buono c’è, partendo anche dalle innumerevoli scene che citano e omaggiano continuamente il capolavoro di Carpenter del  1978, ma risulta tutto troppo povero, ridondante o derivativo per poter dire che Halloween sia veramente tornato. A conti fatti, ci si chiede perché Carpenter non lo abbia voluto dirigere, pur producendolo e suonandolo di sua stessa mano.

Gabriele Barducci