TFF36: La Nuit a Dévoré le Monde, uno zombie movie sui tetti di Parigi

TFF36: La Nuit a Dévoré le Monde, uno zombie movie sui tetti di Parigi

November 30, 2018 0 By Simone Tarditi

Sam, giovane uomo in quell’età indefinibile tra i trenta e i quaranta, si reca al party della sua ex fidanzata solo per recuperare una scatola di cartone piena di musicassette cui tiene molto. Attorno tutti si divertono, bevono, pomiciano, ballano mentre lui se ne sta seduto sul divano con la faccia di uno che vorrebbe essere altrove. La serata procede e il protagonista finalmente riesce a raggiungere il suo scopo: chiudersi in una stanza e starsene per i fatti suoi con le amate musicassette.

Senza poterlo prevedere, quella è la scelta che gli salva la vita perché nella notte il mondo cade in un’epidemia zombie. Quando verso mattina Sam esce finalmente di lì, nota tracce di sangue sui muri, brandelli di carne sparpagliati in giro e più nessuno presente, ma scoprirà ben presto cos’è successo. Di fronte all’orrore, c’è chi si spara in testa, chi prova a fuggire in auto, chi manda gli ultimi messaggi vocali su Whatsapp. L’unico modo per sopravvivere è barricarsi in casa ed è quello che Sam decide di fare, dopo aver ammassato scorte di cibo e di armi bianche. Inizia così un lungo e imprecisato periodo durante il quale Sam, di fatto, realizza il suo sogno: rimanere da solo. Non è però una reclusione felice, ma forse non è destinata a durare in eterno.

La Nuit a Dévoré le Monde è, seppur con un finale troppo abbozzato, uno dei film più sorprendenti di questa 36ma edizione del Torino Film Festival. Uno zombie movie che si muove in direzione opposta rispetto a Romero e seguaci, preferendo concentrarsi sull’asocialità del proprio personaggio che sulla lotta di un gruppo di superstiti che si fanno forza per fronteggiare orde di non-morti. Idem dicasi per l’idea stessa di sviluppare tutta la narrazione all’interno di un palazzo, rifiutando quindi la possibilità di una migrazione per cercare la salvezza in un luogo incontaminato. Sam, che esce dal suo santuario soltanto una volta per cercare di recuperare un gatto e avere così un po’ di compagnia, vive confinato in uno spazio che si è creato da solo ancor prima del propagarsi del morbo.

Da un lato Sam è bravo ad essersi creato un rifugio e aver scampato la regressione a un essere non-umano, ma dall’altro si è condannato a un decesso lento. Rileggere tutto La Nuit a Dévoré le Monde come una metafora dell’inettitudine, del non sapersi relazione con il prossimo, dell’essere morti dentro, è semplice, forse troppo, però è anche questo il bello del film, l’essere così piantato a terra dal non poter andare da nessuna parte e contemporaneamente arrivare a molti.

La Nuit a Dévoré le Monde recensione film zombie

Simone Tarditi