
Cannes72: The Unknown Saint, il vento fermo del cambiamento
May 18, 2019C’è un non-so-che del genere western in The Unknown Saint di Alaa Eddine Aljem (uno dei film più attesi nell’ambito della Settimana della Critica a Cannes72), a partire dalle location desertiche, ma anche per quel che concerne l’elemento principale della narrazione: la ricerca del denaro e il suo accaparramento, sempre determinato dal furto, dalla detenzione illegale. La centralità dei soldi è esplicata fin dalle premesse, quando vediamo il protagonista, Amine, fuggire a bordo di un’automobile, seppellire un borsone zeppo di banconote, farsi arrestare, scontare la sua pena e poi, anni dopo, tornare in quei luoghi per dissotterrare la refurtiva.
Il Marocco ci viene mostrato come un paese spoglio di tutto, con più rovine che abitazioni aventi ancora un soffitto. Sostanzialmente un posto fuori dal tempo, dove il presente sembra non esistere e niente pare mutare. All’apparenza. In verità nulla rimane identico a se stesso, ma il cambiamento è invisibile, lento, come una goccia che leviga la roccia su cui cade un paio di volte nell’arco della giornata (solo metaforicamente parlando visto che il tema della siccità è onnipresente all’interno del lungometraggio).
Questa sensazione d’immobilismo è rivelata anche dalla tecnica stessa con cui è realizzato The Unknown Saint (titolo originale: Le miracle di Saint Unconnu) che perlopiù consiste di inquadrature fisse, primi piani. La quasi totale assenza di movimenti di camera si fa notare quindi come una scelta stilistica ben precisa e non solo come un tentativo di sopperire alla mancanza di mezzi tecnici.
Insomma, il senso di vuoto è gigantesco e investe a tal punto i personaggi del film da diventare emblema di una situazione nazionale. È logico quindi che il terreno sia fertile per il proliferare di culti: mausolei vengono eretti in omaggi a santi sconosciuti perché il bisogno di avere qualcosa in cui credere aiuta a superare la desolazione. Credere in qualcosa che non si conosce supera quindi il concetto di religione? Si può allo stesso modo avere fede e attendere miracoli senza un’idea di Dio in testa, nello spirito? La risposta è nel vento, canterebbe Bob Dylan.
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