Brightburn – L’angelo del Male e l’anti-Superman della famiglia Gunn

Brightburn – L’angelo del Male e l’anti-Superman della famiglia Gunn

May 27, 2019 0 By Gabriele Barducci

Dalle premesse, progetti come Brightburn erano palesi: prendere il concept di Superman e rivederlo in salsa what if, ovvero, cosa sarebbe successo se Superman invece di divenire un paladino della giustizia, fosse un ragazzo problematico e tendente alla macabra violenza?

Scritto dal fratello e cugino di James Gunn, con lui stesso che si mette in veste di produttore così da trainare il progetto in lidi sicuri, almeno in termini di boxoffice dato che già al primo weekend il film ha registrato incassi più che buoni, l’operazione ha dimostra tanti pregi quanto difetti.
Nato come progetto prettamente nerd e fortemente indicato a quel tipo di pubblico, il film segue passo passo la genesi di Superman, per poi ricamarci sopra qualcosa di sinistro e oscuro, dalla vita in campagna, alla navicella chiusa nel fienile e la stessa che riesce a influenzare la giù disturbata e fragile psiche di Brandon, il bambino venuto dallo spazio.
Preso dunque come film di genere, Brightburn riesce a districarsi dalla matassa con qualche buona intuizione, anche la semplice e spicciola mitologia che cerca di costruirci attorno, cercando fortemente di costruirsi un’aura da possibile cult, che magari con il tempo e i giusti ammiratori della pellicola, non è detto che non possa diventarlo.

brightburn l'angelo del male recensione

Di contro purtroppo bisogna sottolineare lo scarso coraggio di uscire da schemi prestabiliti del genere di appartenenza. Di base l’horror, quello con una puntina di splatter che fa sempre piacere i fan, ha i suoi stilemi da seguire con perizia.
Brightburn li segue fin troppo fedelmente, con la consapevolezza che lo stesso racconto poteva osare di più, prendere la rincorsa prendendo spunto dalle origini di Superman e utilizzando come rampa di lancio l’horror, per poi prendere il volo e mutare in altro. Qui il film non riesce a fare questo passo, rimanendo chiuso in questa gabbia che ne mostra i limiti proprio nel finale, dove se l’asticella si spinge un po’ in avanti, ma al tempo stesso, il film fa due passi indietro.

Non tutto è perduto però, Brightburn difatti risulta una visione più che piacevole, quasi divertendosi con lo spettatore con la storia raccontata e trova il suo punto forte proprio qui, dare in pasto a tutti noi, una storia che tacitamente nel nostro subconscio abbiamo sempre pensato: cosa sarebbe successo se Superman si fosse lasciato abbracciare dal male? Brightburn è la risposta, e il risultato gronda di sangue e violenza.

Gabriele Barducci
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