The Beach Bum: la lunga estate di Moondog

The Beach Bum: la lunga estate di Moondog

June 17, 2019 0 By Simone Tarditi

Is that all there is?

Strafatto fin dalla prima scena, il protagonista di The Beach Bum fa la sua comparsa barcollando lungo un molo, accarezzando un gattino albino e facendo bella mostra del dente scheggiato che gli deforma il sorriso. La vita di Moondog a Key West (Florida) è fatta d’improvvisazioni sempre sul medesimo canovaccio: divertirsi fino a perdere i sensi, ogni giorno.

Vediamo Moondog scrivere a macchina su una barca, pescare uno stivale, farsi stringere il collo da serpenti, pippare coca e fumare cannoni, scopare con chi capita a tiro, suonare benissimo il pianoforte, intrattenersi -quando non è circondato da altre donne- con una moglie ricchissima da cui dipende e dai cui piedi fuma sigarette e a cui pratica prolungati cunnilingus, arrivare in ritardo al matrimonio della figlia, controllare le palle del di lei futuro marito, finire in un rehab, fuggirne, volare assieme a un pilota cieco, scrivere un nuovo libro di poesie a distanza di anni dall’ultimo, non avere nessuna considerazione per il denaro. Una vita semplice, votata al dio Dioniso.

Beach Bum Korine recensione film

Dopo l’abortito / congelato progetto di The Trap, Harmony Korine -ed era chiaro ancor prima che il film uscisse- con The Beach Bum ritorna nel territorio a lui caro e che ha in qualche modo inaugurato egli stesso nel 2012 con Spring Breakers: sbronze, albe alcoliche, abusi di droga, party ovunque, personaggi che ridono a crepapelle, situazioni ai limiti del surreale, accompagnamenti musicali ultrapopolari, il mare e la sabbia.

Conoscendo anche solo vagamente il regista, era lecito aspettarsi un folle lungometraggio e così è stato: The Beach Bum è un manifesto di assoluta libertà artistica, costato così poco (5 mil. $) da rendere praticamente impossibile un risultato in perdita al botteghino internazionale. Non è una considerazione casuale dal momento che l’intento di Korine è chiaro, ossia quello di fare un film talmente sregolato da rifuggire i paradigmi classici su come una trama dovrebbe svilupparsi. L’assenza di una vera e propria struttura (o meglio, la presenza di una struttura narrativa esilissima) fa sì che The Beach Bum si regga unicamente sul suo protagonista e sui comprimari laddove in Spring Breakers, vicinanze stilistico-tematiche a parte, si fonda su una sceneggiatura più ricca, oltre che più selvaggia e dotata di una freschezza tale d’aver reso il film un cult immediato.

È un problema? No. Forse bisogna fregarsene di tutto e finire semplicemente con l’amare Moondog alla stessa maniera con cui si deve amare Korine, un tizio arrivato da un’altra dimensione e per questo motivo bisognoso di essere tutelato. Fino a quando riuscirà a fare cinema fuori dai canoni, sarà sempre sulla bocca di tutti.

Simone Tarditi