
Come L’ascesa di Skywalker ha cambiato il modo di percepire Star Wars oggi
January 4, 2020Nessuno si sarebbe mai aspettato una situazione del genere. Se con Il Risveglio della Forza si alzò all’unanimità un coro di parole positive e grande lodi al ritorno del marchio Star Wars sul grande schermo – lasciando le critiche a una piccola cerchia – le opinioni hanno trovato un notevole equilibrio negativo/positivo per ciò che concerne Gli Ultimi Jedi. La forza dirompente di Rian Jhonson di affrontare il genere in modo diverso dai soliti stilemi, aveva trovato forti critiche tra chi non riconosceva in quello il feeling di un film tipico dal franchise, ad altre lodi, di diversa natura dove spiccava il grande applauso al regista per aver capito che Star Wars era quello che conoscevamo come tanto altro, tentando dunque questa seconda strada, lasciando una vivida speranza per le necessità future della gestione Disney che già pregustava e metteva in cantiere tanti e diversi progetti oltre la saga di Skywalker.
Questo terzo e ultimo capitolo che porta quell’Episodio 9 è oggettivamente la chiusura definitiva dell’epopea della famiglia Skywalker, nata dalla rabbia, forgiata nella speranza e morta con la giusta gloria.
Episodio 9 rappresenta anche il totale stravolgimento delle aspettative su cui è nata questa nuova trilogia, sia per il pubblico che la stampa: da un’iniziale euforia, siamo arrivati al terzo capitolo stanchi, senza una vera attenzione o interesse verso il capitolo finale. Insomma, se con Avengers: Endgame, tanto per giocare in casa Disney, l’attesa è stata palpabile in ogni singolo minuto che ha diviso gli spettatori dal film, questo non è successo con L’ascesa di Skywalker.
Arrivato nelle sale cinematografiche è successo qualcosa di lontanamente pensabile: gran parte del pubblico ne è uscito amareggiato e la stessa critica è stata schietta nel delineare quello che è a conti fatti, uno dei peggiori film di Star Wars mai creati dalla nascita del franchise.
Star Wars – L’ascesa di Skywalker è effettivamente un buon blockbuster, ottimo per il pubblico millennial per il modo in cui il genere di forte intrattenimento viene idealizzato e realizzato oggi, ma un buon film d’intrattenimento è lontano dall’essere un buon film di Star Wars.
Con somma sorpresa, anche il boxoffice ha registrato una battuta d’arresto impressionante, con una parabola discendente che confermerà molto probabilmente questo terzo capitolo come il film che ha incassato meno tra tutti e tre.
Senza parlarne necessariamente del film, bollato già come un buon blockbuster, l’aspetto su cui ancora si continua a discutere da diversi giorni dopo l’uscita, è la presunta presa di posizione da parte della Disney di aver realizzato un film che altro non è stato che un totale retcon di quanto fatto con Gli Ultimi Jedi e ricollegare il film a Il Risveglio della Forza e finire quel tipo di incipit, realizzando a conti fatti più un sequel de Il Risveglio della Forza che de Gli Ultimi Jedi.
La motivazione principale sarebbe proprio nella grande disparità di pareri che ha nettamente diviso Gli Ultimi Jedi, non tenendo in considerazione che in una bilancia in perfetto equilibrio, andare a soddisfare le esigenze di un lato, esclude categoricamente dai giochi l’altra metà, trovandosi poi in una situazione peggiore, dato che di quel 50% accontentato, buona metà non si è detta soddisfatta, con un film, un franchise sempre dedicato al grande pubblico e alla masse, che ha accontentato appena il 25% del pubblico.
Negli ultimi giorni poi è apparsa su reddit una sequel di dichiarazioni di un insider riguardo la possibilità di Disney di boicottare volontariamente il film, in vista dei fini futuri della gestione del franchise. Se alcuni passaggi sono vacui, per quanto già rumoreggiati (Abrams in trattative con la DC Film e la necessità di farlo uscire come un regista incapace) altre invece trovano posto nei tanti problemi del film (tagli, montaggio inspiegabile, fretta nel risolvere il nodo dei genitori di Rey e giustificare alcuni vecchi aspetti, come Snooke, o altre entrate come Lando).
Insomma, al netto di queste chiacchiere o altre, è chiaro e palese che sotto la gestione Disney stiamo assistendo ad un cambiamento necessario al marchio di Star Wars. Da una parte è un mutamento necessario: il franchise non sarebbe potuto rimanere ancorato alle vicende degli Skywalker per troppo tempo e gli esperimenti degli stand-alone sono stati – ad esclusione di Solo in termini economici – un successo su cui poter testare la possibilità di inserire nuovi volti e nuove storie in questa gigantesco universo.
Rogue One d’altrone ha ricordato a tutti di come Star Wars si basa principalmente su un conflitto bellico, tiranni e ribelli che si combattono e rincorrono, nuovi modi di intendere e rappresentare la Forza come gli stessi Jedi, prerogativa di tutto l’universo di Star Wars e non necessariamente legata alla famiglia Skywalker.
Le possibilità dunque sono infinite e la Disney ha già annunciato che questa saga sarà soltanto l’inizio. Con The Mandalorian già concluso crediamo a tutto ciò e quindi la necessità di idealizzare Star Wars – motore con cui tutti i vecchi fan hanno conosciuto e adorato la saga prima della Disney – dovrà venire meno per abbracciare una sequela di nuovi e progetti slegati da tutto ciò che abbiamo conosciuto fino ad ora.
Il modo di vivere e percepire Star Wars è innegabilmente cambiato. Vediamo come.
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