Signore e signori, buonanotte: il corpo malato dell’Italia

Signore e signori, buonanotte: il corpo malato dell’Italia

August 19, 2020 0 By Simone Tarditi

Parte la sigla del TG, Marcello Mastroianni nei panni di uno stufo giornalista (Paolo T. Fiume) sbuffa unChe palle, si mette a leggere delle stupide notizie e poi si ferma per accendersi una sigaretta in diretta. I servizi in onda spaziano da una scuola romana presa occupata da estremisti di sinistra (in verità, dei semplici bambini) fino al rapimento di un grosso imprenditore dalla parlata rotacizzata (uno pseudo-Gianni Agnelli) che fa un appello ai propri operai affinché siano proprio loro a pagare il riscatto. Un appello che ha il tono dell’ordine, della minaccia, dell’obbligo. Lavoro, libertà, tensione sociale. E soprattutto satira. Sono solo i primi divertentissimi minuti di Signore e signore, buonanotte. Il fine ultimo è già chiarissimo: mettere alla berlina l’Italia, in ogni sua componente.

Signore e signori, buonanotte recensione film

Il proseguo non è da meno. Essendo un film costituito da sketch ed episodi anche lontani tra loro, il collettivo di cineasti che ne ha dato vita può spaziare molto. Meeting politico-militari dentro orinatoi Vespasiani, un ufficiale dell’Esercito che s’insozza di merda per recuperare oggetti caduti nel cesso, bombe di Stato piazzate ad hoc, preti laidi e lotte contro l’aborto, adolescenti che giocano con l’immondizia sulla spiaggia e che si divertono a uccidere topi, lo sfruttamento minorile, uno spot informativo della TV su un virus il cui aspetto richiama il simbolo della Democrazia Cristiana, il reportage su un tempio romano demolito perché imbruttisce la villa appena costruita, il quiz televisivo chiamato Disgraziometro (“La vostra felicità sono le disgrazie del vostro prossimo”), l’eterno concistoro per eleggere un Papa moribondo e dotato di grande finezza e intelletto (Quanto è bello pisciare. Fossi ricco, piscerei sempre), e via discorrendo. Questo è solamente una selezione di ciò che è contenuto in Signore e signori, buonanotte. C’è ben altro in serbo per gli spettatori.

Sullo schermo, oltre Mastroianni, anche Tognazzi, Gassman, Manfredi, Villaggio. Dietro la macchina da presa: Agenore Incrocci, Leo Benvenuti, Luigi Comencini, Piero De Bernardi, Nanni Loy, Ruggero Maccari, Luigi Magni, Mario Monicelli, Ugo Pirro, Furio Scarpelli, Ettore Scola. Non mancano i riferimenti alle loro stesse pellicole o a personaggi che hanno interpretato precedentemente, proprio a voler rendere Signore e signori, buonanotte un’opera frammentata che coscientemente si perde in questo suo essere più grande di quella che è: i collegamenti sono più di quelli subito coglibili perché, se non altro, bisognerebbe conoscere a fondo centinaia di altri film in cui son state coinvolti questi professionisti. Un esempio: quando il corruttibile ispettore Tuttumpezzo parla assieme a Vladimiro Palese in rima, come in una filastrocca, è un voler citare Brancaleone alle crociate nelle scene in Terra Santa? Gli attori sono gli stessi, Gassman e Adolfo Celi.

L’apice è però nel finale. Il triste evento con cui delle cariatidi umane si glorificano tra loro e si danno manforte è la più spietata rappresentazione dell’Italia di ieri e di oggi.Aria di cose vecchie perché qui non cambia mai niente”. Il Potere in mano ai vecchi, attaccati con le unghie, i pannoloni e le dentiere alle poltrone da cui non vogliono staccarsi neanche da morti. Fetore al vertice, dall’alba dei tempi. Oggi un film così non lo si potrebbe più fare. Clamoroso.

Simone Tarditi