Bordella, l’Italia è un business all’americana

Bordella, l’Italia è un business all’americana

January 2, 2021 0 By Simone Tarditi

“Lei è italiano, vero? – Nessuno è perfetto”

Che titolo. Bordella di Pupi Avati parte con le immagini di Henry Kissinger che proclama l’inizio di una stretta collaborazione tra USA e Italia grazie al business della prostituzione. È l’avvento della American Love Company, multinazionale “spacciatrice di felicità”. Falsa, ovviamente, sia la traccia audio sia le parole attribuite al diplomatico americano. Di satira si tratta. La dedica all’attore Al Lettieri, morto poco dopo la fine delle riprese – il film, il suo ultimo, esce postumo – è l’unico elemento vero di tutta la faccenda.

Rispetto a quella classica, la visione della vendita del proprio corpo è ribaltata: in Bordella sono donne le clienti a comprare qualche ora di piacere, a pagare per ricevere determinati servizietti erotici. Eddie Mordace, pappone di se stesso e cervello di un’organizzazione più ampia, viene incaricato da un alto funzionario d’iniziare l’espansione di quest’attività anche nel Bel Paese. Le luci rosse devono brillare dalle Alpi alla Sicilia…!!

Viene trovata a Milano una villetta perfetta per lo scopo. Architettura dannunziana, “apprezzatissima assai per donne in calore”. Spesso gli stessi mariti sono consenzienti e ben contenti di vedere appagate le mogli. Presto i performer vengono tuttavia reputati non altrettanto di livello e così viene ingaggiato il conte Ugolino Facchini (un venticinquenne Christian De Sica), nobile decaduto senza soldi o prospettive, per far loro da insegnante di buone maniere. La svolta arriva con l’ingresso del violentatore seriale Ivanhoe Zuccoli (Gigi Proietti), il gruppo di lavoro trova la sua conformazione ideale. Il successo li porterà lontano.

Divertita pellicola di denuncia nei confronti della dominanza statunitense nell’equilibrio italiano post-1945. Quella della nostra nazione è una sottomissione docile, metaforizzata attraverso il sesso come mestiere di sicuro incasso. Bisognerebbe quindi inserire Bordella nella lista di quei film che oggi nessuno oserebbe più fare, chi mai porterebbe sullo schermo un personaggio femminile che palpa un uomo in metropolitana o che gode nel farsi prendere a schiaffi dal suo effemminato prostituto? Più avanti, persino le disabilità vengono perculate. Idem le etnie, per esempio in una delle scene a New York un afroamericano dice: “Oggi la vita è diventata una fatica da negri”. Più di così … quindi, erano tempi folli quelli degli anni Settanta o eccessivamente bigotti e ignoranti questi? Oggi manca forse il coraggio, la libertà e di sicuro attori così bravi.

Per i cinefili c’è poi tutto un gioco di citazioni: la signora Miniver, il giornalista Gunga Din, Mary Pickford consulente del Presidente Gerald Ford, il direttore Mr Chips amico di Francis il cavallo parlante (non era un mulo?), la rossa e procace segretaria Gilda, un informatore completamente bendato come l’uomo invisibile, …

Simone Tarditi