Berlinale71: il ricettacolo curdo di Brother’s Keeper

Berlinale71: il ricettacolo curdo di Brother’s Keeper

March 9, 2021 0 By Gabriele Barducci

L’operazione di Ferit Karahan in Brother’s Keeper, qui al suo secondo film, si palesa sin da subito, nel modo in cui getta lo spettatore tra le braccia dei due giovani protagonisti, Yusef e Memo. Ragazzi poco più che adolescenti che vivono in una realtà collegiale durissima, gestita da curdi per ragazzi turchi, poco cibo e razionato, la doccia solo una volta a settimana e se si infrangono le regole, la doccia si farà gelata. Impressionante l’accostamento della doccia gelata mentre fuori dalle mura l’ambiente innevato rievoca le stesse ostilità delle docce.

Poi un giorno Memo si ammala, chiede di dormire con Yusef, ma è vietato (i bambini dormono con i vestiti per il freddo). Cosa potrebbero pensare gli altri se due ragazzi dormono nello stesso letto solo per scaldarsi un po’ di più? Meglio evitare, ma Memo peggiora ogni giorno di più e Yusef dovrà seriamene fare i conti con gli adulti che governano quel posto pur di salvare la vita dell’amico e, cosa più importante, scoprire in che modo si sia ammalato.

Bellissime le intenzioni di Brother’s Keeper, con una sana costruzione del linguaggio per una storia semplice e diretta, che non si risparmi neanche davanti i suoi giovanissimi protagonisti.
Yusef che porta sotto braccio Memo è l’immagine che più porterete nel vostro cuore, quanto nella vostra testa, a fine visione, rendendovi conto però che, oltre questo, c’è davvero poco.

Alle intenzioni si sostituiscono fin troppe imperfezioni, specialmente nel bilanciare i due temi principali del film (autorità e crudeltà sui bambini, essi come rappresentanti del genere umano, dunque condanna universale per ogni crimine o atto crudele verso altri esseri umani).

Si elogia dunque più una realizzazione tecnica davvero notevole da parte del regista: tante sono le scene in cui ha dovuto gestire gruppi di ragazzi e dar loro le giuste indicazioni. L’empatia spinge forte sull’acceleratore e di quei piccoli muscoli che si sorreggono a vicenda, gli occhi doloranti di Memo forse raccontano più di quanto il film, in alcuni frangenti, non riesce a raccontare.

Nella sua imperfezione, anche qui di Cinema ce ne possiamo trovare tantissimo. Presentato alla 71esima Berlinale.

Brother's Keeper recensione
Gabriele Barducci
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