
Quel piccolo gioiello di A Quiet Place 2
June 22, 2021 0 By Gabriele BarducciA Quiet Place 2 è un film splendido.
Nel semplicistico atto di realizzare un film horror, per la maggiore, chi scrive o dirige, difficilmente cerca di inserire sottotesti narrativi di un certo spessore. O almeno non nell’horror degli ultimi anni che vede un quantitativo impressionante di produzioni tutte più o meno scadenti. Pochi emergono dalla massa per determinate caratteristiche, che siano di stile, riferimento o narrativo.
Ecco il perché si è sempre fatto un gran vociare per film quali It Follows o Hereditary: nel pieno di una costruzione orrorifica standard, c’era qualcosa in più, per cui quel vale merita l’attenzione maggiore che si dedica a qualunque prodotto della stessa categoria.
Il tempo in parte non ha aiutato ciò. All’horror si associa sempre un divertimento spicciolo, figlio di jumpscare dozzinali e altri feticci. Il finale del primo A Quiet Place non era dei migliori, anzi, tradiva la stessa natura per abbracciare una vena muscolare che stonava con la qualità proposta fino a quel momento. Un buon film, lontano da essere perfetto, con i suoi difetti. Insomma, nulla di nuovo. L’horror che rivoluzionerà il settore cinematografico può aspettare.

Rimandato di un anno per motivi legati al Covid-19, ecco A Quiet Place 2, scritto e diretto interamente da John Krasinski, e dannazione quanto è bello.
Krasinski sembra aver ascoltato seriamente il feedback sia di chi aveva apprezzato e criticato il primo film: c’erano grandi potenzialità narrative, in special modo nel narrare questo mondo dove la sopravvivenza deriva dal non far assoluto rumore a causa di un udito sensibilissimo di questi feroci alieni. Dunque prima di procedere con la storia, che riprende proprio lì dove era finita, c’è un lungo prologo, che ci riporta al giorno uno dell’invasione. Tutta la sequenza è precisa, chirurgica, curata fino al minimo dettaglio. Una resa finale impressionante e quasi si crede che sia un caso fortuito, che sia tutto racchiuso in quel minutaggio iniziale, invece si estende a macchia d’olio per tutto il film. Krasinski ha capito perfettamente dove andare a colpire e affonda il coltello senza pietà.
I restanti membri della famiglia Abbott dunque abbandona la valle, la propria casa per avventurarsi verso l’esterno. Il mondo fuori dalle mura domestiche è più selvaggio di quanto potessero immaginare, il sacrificio di Lee si è reso indispensabile per salvare i due figli che ora devono prendere letteralmente le redini della famiglia.
Dove si rievoca il coraggio del padre, ci si chiede anche se tra i sopravvissuti possa esistere un uomo di forte valore, coraggio e umanità come Lee. Forse no, rimpiazzarlo è impossibile, anche la new entry Emmett, amico di famiglia, non è all’altezza. La ricerca allora si racchiude nell’eredità.

Nel sangue che sgorga degli alieni quanto degli umani, i due fratelli si riconoscono come due parti diverse ma identiche del padre. Non a caso nel primo film la missione principale era prepararsi al parto di Evelyn, il grembo materno da difendere con le unghie e con i denti, la vita preservata per il futuro e dove il neonato viene continuamente protetto, questa volta saranno i giovani che dovranno preservare e modellare il futuro con le loro mani, letteralmente.
Proprio nel finale, con un montaggio alternato di scene, Krasinski racchiude tutta l’emozione di questo secondo capitolo, rendendo A Quiet Place 2 un film assolutamente perfetto, la reale consapevolezza che si possono realizzare film horror di grande intrattenimento e di grande valore drammaturgico, di come non se ne vedevano da anni al cinema.
`Cause tramps like us, baby we were born to run"
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