Rilanciare e omaggiare l’eredità di Scream

Rilanciare e omaggiare l’eredità di Scream

January 19, 2022 0 By Gabriele Barducci

L’originale Scream era un’acuta osservazione e critica del cinema horror, un’istantanea di quei tempi. Le firme chiave erano forse al massimo splendore, con Wes Craven alla regia e Kevin Williamson alla sceneggiatura.

Da chi, assieme a pochi altri, aveva creato icone horror per eccellenza (il franchise di Nightmare), vedere svilito un genere per approcciarsi a teen horror da pochi soldi, non poteva che accettare la sfida di criticare e ridicolizzare quanto alcuni film avevano gettato nella mediocrità qualitativa e narrativa l’horror e lo slasher.

Scream rivoluzionava, rileggeva e creava Cinema con il Cinema. L’ultimo diretto da Wes Craven era stato Scream 4, del 2011, ancora una volta, brillante rielaborazione della formula di remake/reboot che tanto è andato di moda quando la crisi di sceneggiatori ha colpito in modo pesante l’industria cinematografica del nuovo millennio. Nonostante la morte di Craven, l’eredità di Scream è stata raccolta per tentare, dieci anni dopo, un racconto diverso, tale requel, quello che può essere considerato una sorta di remake inserito in un contesto di sequel.

Esempi? Ne abbiamo fagocitati molti negli ultimi anni, tra esperimenti terribili (Il Risveglio della Forza) ad altri brillanti (Ghostbusters: Legacy). Il concetto poi si snoda su due punti fondamentali, ovvero l’idolatria – eccessiva e mal giustificata – verso il “capitolo originale”, perché si sa, l’originale è sempre il migliore e poi l’urlo straziante dei fan che non vengono mai ascoltati.

Un po’ una cosa simile di quando ci si perde in discussioni e affermare che “film X non è un film di Star Wars”. Esatto, a cui la domanda successiva potrebbe essere “cosa rende un film di Star Wars,un film di Star Wars?”.

Questo rilancio di Scream, che omette il 5 nel titolo, ma è a tutti gli effetti un sequel cronologico degli altri quattro film dietro, abbraccia questa nuova filosofia rimanendo dentro questa zona di azione, ecco che GhostFace torna a terrorizzare i cittadini di Woodsboro, con un nuovo gruppo di adolescenti che sembrano legati a questi omicidi e gli storici superstiti che tornano in azione per fermare, ancora una volta, il sadico assassino dietro motivazioni che hanno sempre a che vedere con il passato e, in questo caso, con il primissimo GhostFace.

Questo nuovo Scream è cinema onesto e mai troppo difficile nella comprensione. Non pretende di voler rivoluzionare il franchise, che di base si costruisce su metalinguaggi osservando il nostro quotidiano e la nostra industria. Osserva, critica – neanche tanto – e sovverte le classiche regole per offrire uno sguardo fresco, eppure la punta di maggior successo è proprio il discorso attorno le fanbay tossiche di taluni franchise o simili.

Proprio non poco tempo fa si parlava di Matrix Resurrections e dell’opera di Lana Wachowski di riappropriarsi del franchise e renderlo tale solo nelle sue mani. Scream in qualche modo esegue la medesima cosa, scimmiotta chi pensa di conoscere gli stilemi classici della saga – come del genere – li mette alla mercé del coltello di GhostFace ed è pronto a ricostruire qualcosa di più puro, simile all’originale, ma cercando di fare un passo in avanti e rendere il nome di Scream eterno ed etereo.

Ad oggi, Scream è l’unico franchise cinematografico che potrebbe uscire al cinema con un capitolo ogni dieci anni e avere la possibilità di raccontare la decade appena passata, travalicando la goccia di sangue sul coltello.

Gabriele Barducci