Cavalcando il Rancor: Appunti sparsi su The Book of Boba Fett

Cavalcando il Rancor: Appunti sparsi su The Book of Boba Fett

February 23, 2022 0 By Simone Tarditi

Il problema forse è stato dovuto all’hype pompato nell’immaginazione degli spettatori alla fine della seconda stagione di The Mandalorian. Le aspettative mal riposte hanno fatto il resto. The Book of Boba Fett, miniserie sulla cui autoconclusività ci si può già mettere la firma, ha fallito su tanti fronti, uno in particolare: sull’omonimo e iconico personaggio non è stata in grado di raccontare qualcosa che al pubblico potesse interessare. Qualcosa è stato raccontato, non è questo il punto, però ha reso certo che l’alone di mistero sul destino del cacciatore di taglie meritava di rimanere tale. A detta di molti, se non altro.

La questione principale verte proprio sulla gestione del protagonista, vittima delle scelte degli sceneggiatori. Da misterioso e temibile individuo, il Boba Fett sopravvissuto al Sarlacc intraprende un percorso di conversione interiore: non vuole più incutere paura, ma rispetto; preferisce graziare all’uccidere o all’imprigionare; si disinteressa dei soldi quando essi son stati sempre il motore della sua esistenza adulta; impara dagli altri con la stessa intensità emotiva che lo porta a circondarsi sempre di persone, qualcosa agli antipodi con l’abituale agire da solitario tramandatoci in film e libri. Infine lo vediamo togliersi (o non indossare proprio) il casco-elmo come a volersene progressivamente sbarazzare, mostrando così al prossimo (compresi noi spettatori) un aspetto che non solo trascende quello canonico, ma lo annulla. Cosa rimane quindi dell’originale Boba Fett? Quel poco che tuttavia sembra non essere bastato a nessuno.

Posta – si spera – una pietra tombale su una nuova stagione, le sette puntate di The Book of Boba Fett difficilmente si faranno ricordare. Troppe gag, troppa discontinuità e buchi nello script, troppe facilonerie. La narrazione ha evidentemente un target di bambini tale per cui può genuinamente piacere solo a degli adulti decerebrati? È probabile, dipende dai punti di vista. Lo sforzo di richiamare in ogni momento razze aliene conosciute in altri progetti starwarsiani serve a risvegliare dall’intorpidimento una qualche memoria storica di chi è passato attraverso trilogie, fumetti, videogiochi. Fanservice, in una parola composta. Anche se spesso è un fanservice atto a ribaltare la concezione e, di nuovo, le aspettative di chi guarda, come nel caso del Rancor, che se in ROTJ è una bestia divoratrice, qui è ridotta a una creatura sensibilissima. Nel bene e nel male quella del Rancor è un po’ l’immagine simbolo di The Book of Boba Fett, la sua furia devastatrice in una lunga sequenza dell’ultimo episodio è pura pornografia della violenza (scevra di sangue o spappolamenti per non perdere audience, questo è chiaro) e sulla bilancia del suo valore si ponga come contrappeso la miniserie nel suo complesso, che intrattiene fintanto che dura, poi ce ne si dimentica subito dopo ad averla consumata. I colossi dell’intrattenimento ne sono coscienti, sanno che l’effetto è questo e ci marciano. Anzi, lo cavalcano proprio.

Simone Tarditi