
Le nuove regole de La Casa – Il Risveglio del Male
April 19, 2023 0 By Gabriele BarducciSembrano passati solo un paio di anni, invece da quel La Casa del 2013, remake omonimo per opera di Fede Alvarez di anni ne sono passati ben dieci. In questo lasso di tempo distribuzione e produzione è sempre stata vaga sul cosa fare di questo progetto.
Della trilogia originale firmata Sam Raimi ne abbiamo avuto una prosecuzione in forma seriale (Ash vs Evil Dead), mentre di quel film remake – indirizzato nettamente ad un filone più horror e splatter, abbandonando la “commedia horror” – al netto del successo, non se ne è fatto più nulla per tutto questo tempo, almeno fino all’annuncio e arrivo immediato de La Casa – Il Risveglio del Male.
La Casa Il Risveglio del Male tutto in un appartamento
L’adattamento italiano di Evil Dead si porta ormai da decadi questo La Casa che, nonostante l’azzardo, continua ad essere terribilmente fortunato nelle circostanze. Una casa c’è sempre, sperduta nel bosco e l’incipit di La Casa Il Risveglio del Male è dannatamente brillante, da far gelare il sangue per la tensione come la stessa potenza visiva con cui si presenta.
Però attenzione, quello che stiamo vedendo accadrà solo il giorno dopo, con il film che fa un salto indietro nel tempo di una dozzina di ore, per portare in contesti urbani, fatiscenti, fatti di appartamenti in condomini fatiscenti, prossimi alla demolizione e famiglie pronte allo sfratto, tra topi, siringhe gettate a terra, tanta disperazione e poca fortuna.
Il contesto cambia, la minaccia resta immutata. Così facendo La Casa Il Risveglio del Male cambia in parte le regole del gioco. Non c’è più il Necronomicon, bensì un generico Libro dei Morti (uno di tre sapremo poco dopo, forse un indizio riguardo la voglia di lucrare con ulteriori capitoli), la classica preghiera di evocazione del demone e via con le danze.
Sangue, doppiette, motoseghe; se dovessimo giocare con gli stilemi cari al franchise, questi sarebbero quegli oggetti o sequenza iconiche con cui riconoscere un film de La Casa. Di mezzo c’è una storia di due donne e due famiglie. Una ha tre figli, l’altra è la sorella ed è da poco incinta. Se la tecnica è precisa e cristallina per sfruttare tutte le cose migliori degli horror (il gioco della camera e la pazienza del ragno nel costruire la tensione, ascensori che si aprono facendo fuoriuscire litri di sangue e classici espedienti sul missaggio sonoro per geolocalizzare la minaccia tanto sullo schermo quanto nella sala) a vacillare è la trama perché la stessa missione di creare la classica metafora sfruttando l’horror viene meno.
Se per anni, decenni interi, registi e sceneggiatori di ogni calibro e qualità, hanno usato l’horror per raccontare paure e timori del mondo odierno (guardatevi l’ultimo Uomo Invisibile, tanto per capirsi) qui il concetto della lotta per la famiglia contro la minaccia esterna, o delle due donne, entrambe madri tra chi già lo è e chi lotta per diventarlo, è estremamente puntellata, senza la giusta dose di coraggio per arrivare dritta ad un obiettivo.
Qualcuno potrà dire che alla fine parliamo di un horror, di un quinto capitolo de La Casa che dovrebbe rilanciare il franchise. Probabilmente, ma nonostante tutto il divertimento è assicurato e i litri di sangue sono tutti per lo spettatore.
`Cause tramps like us, baby we were born to run"
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