
Nelle pieghe di Napoleon
November 16, 2023 0 By Gabriele BarducciQuante parole e quante chiacchiere inutili attorno a Napoleon. Si potrebbe dire di tutto su Napoleon di Ridley Scott, ma come giusto che sia in molti si sono – erroneamente – concentrati sull’affaire dell’accuratezza storica.
Se il Cinema è come tale un’arte dei sogni, niente vieta di avere un punto di vista inedito, anche cambiare qualche piccola virgola di un testo storico, pur di raggiungere un obiettivo cinematografico, che come tale capita in Napoleon, forte e possente kolossal biografico di Ridley Scott sulla figura politica e militare di Napoleone Bonaparte.
Nel cinema degli ultimi anni di Ridley Scott si presenta sempre un ritmo abbastanza sottotono e anche questa produzione ne risente parecchio focalizzandosi e creando la propria narrazione proprio dalla morte di Maria Antonietta sulla ghigliottina. Il “giovane” Napoleon rappresenta dunque il vento del cambiamento, delle future riforme politiche come militari, la scalata nella gerarchia tra i ranghi e a suon di vittorie, eppure al regista sembra interessare più i sentimenti di Napoleone.
Quelli verso la sua prima moglie Giuseppina, da cui poi divorzierà a causa della mancata procreazione di un erede, amore però che delle firme su dei fogli non fermeranno. Amore non corrisposto pienamente, con l’uomo che ama follemente la donna, accetta anche i palesi tradimenti, ma senza di lei egli è come un sacco di patata, sgonfio negli intervalli che tra il campo da battaglia e le vicende domestiche.
Lo stesso amore Napoleone lo riversa nel suo paese, che prima lo acclama come vincitore, poi lo esilia. Un’emozione unidirezionale che aiuta più a costruire il suo scheletro, il suo essere uomo e stratega, omettendo però tutte le intuizioni militari, i demoni, i fantasmi come le ambizioni, ma tanti altri elementi sono fuori fuoco, potremmo dire quasi volontariamente, perché nelle pieghe delle trama la sfida è tutta negli occhi e nell’analisi dello spettatore, per trovare questa e quella sfumatura.
Che poi a tratti il film sia grottesco, fin troppo ironico e anche pazzo nel ritmo della narrazione, quello è un altro paio di maniche.
`Cause tramps like us, baby we were born to run"
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