Run All Night, Liam Neeson, una pistola, una sigaretta e 30 cm di pene

Run All Night, Liam Neeson, una pistola, una sigaretta e 30 cm di pene

May 1, 2015 0 By Gabriele Barducci

Nel lontano 2008 uscì un film, dal titolo, in originale, Taken ma che da noi divenne un Io vi troverò. Il film ebbe un successo inaspettato, come inaspettato è stato il ruolo di Liam Neeson che si è visto da lì a poco, bandiera e portatore di questo genere di film: poco budget (il film costò 20 milioni di dollari), tanta azione, forse anche eccessiva e un chiaro messaggio di intrattenimento. Prodotto da Luc Besson, uno che ha reso la sua vita a servizio del suo lavoro, tanto da realizzare prodotti puramente commerciali come Lucy, incassare più di 450 milioni di dollari (davanti ai 40 costati), dire di no a Hollywood per un sequel e usare tutti i suoi guadagni per finanziare tanti altri piccoli progetti ma dal potenziale (tamarro o no) interessante.
Così nel tempo e negli anni abbiamo visto diverse sfumature di questa ‘seconda vita’ cinematografica di Liam Neeson e i titoli sono tanti: oltre ai due diretti sequel di Taken, Taken 2 e 3, abbiamo Unknown, Non-Stop, La preda perfetta, A-Team e a questi ora si aggiunge l’ultimo Run All Night, dal regista che già gli aveva dato scene cult in Unknown e Non-Stop.
Inutile dire che la manovra del “30-50 milioni di budget, attore solito e tanta azione” ha trovato molti cloni, cercando di ripescare attori dal passato action e cercare di rilanciarli. Ne sono stati vittime Kevin Costner e Pierce Brosnan e tra poco vedremo anche Sean Penn con tale The Gunman. Ma ultimamente questi film falliscono e l’ultimo citato infatti è già un flop in patria. Sarà per colpa della presenza di Jasmine Trinca nel cast? Assolutamente no.

Il mercato è saturo, le storie sono le stesse come le leggi della fisica infrante dai protagonisti, quindi ecco il cambiamento, intelligente: Brad Ingelsby, già sceneggiatore di quel bel film che è Out of the Furnace (da noi Il Fuoco della Vendetta) arriva e scrive una storia di ampio respiro, da più punti di vista e quindi, visto il successo di questo ‘filone’ di film, potersi permettere alcuni sì di peso: Ed Harris, Joel Kinnaman, Nick Nolte (davvero? 7 minuti bastano per essere accreditati?) e Vincent D’Onofrio.
L’azione si riduce al minimo indispensabile, il resto è la narrazione di relazioni, peccati che si tramando da padri in figli e i primi a doversi fare carico del problema mortale e risolvere tutto. I diversi punti di vista che tutti arriveranno a incontrarsi, rendono questa notte frizzante, due ore di visione che scivolano via senza alcun problema. Ma d’altronde, quando le premesse vengono infrante, non per gusto sadico, ma solo per cercare una dimensione narrativa alternativa, per evolvere e non fermarsi in un genere ormai saturo, ecco che il pubblico non ripagaca adeguatamente. Incassi freddini.

Perchè? Andate a vedere il film. Liam Neeson che si accusa di essere un irlandese brutto, fumatore e ubriaco è una chicca. Sui 30 cm di pene ho dei dubbi.

Gabriele Barducci
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