Terminator Genisys. Arnold, stop coming back

Terminator Genisys. Arnold, stop coming back

July 8, 2015 0 By Gabriele Barducci

Mi vien sempre da pensare, dopo che guardo determinati film, ma gli sceneggiatori rileggono quello che scrivono? O almeno, se vogliono proporci roba di questo genere, hanno almeno la sicurezza che quello che poi verrà tramutato in immagine sia realmente potente come loro pensavano?

Evidentemente no e Terminator Genisys è esattamente quello che non volevamo.
Bisogna fare una netta distinzione del pubblico di oggi per progetti del genere:
– Il pubblico A: ricorda a malincuore i primi due Terminator di Cameron, complici anche Terminator 3 e Terminator Salvation (che ammetto mi era anche piaciuto, non bellissimo, ma godibile), quindi si aspetta un film che di Terminator abbia le stesse atmosfere cupe e marce.
– Il pubblico B: la Marvel/Disney purtroppo è una realtà e ogni suo prodotto è caratterizzato dall’assenza di cattiveria, uso eccessivo di luci, niente sangue, inserimenti forzati di gag e battute, tono leggero e trama indifferente se completa o no, l’importante è inserire tante esplosioni, CGI e montaggio caotico, quindi il pubblico sogna un Terminator con queste caratteristiche.

Per rilanciare quindi il franchise di Terminator, si sceglie di accontentare, purtroppo, il pubblico B e produttori, sceneggiatori e (anche) attori cercano di realizzare un film su quella scia infantile e demenziale della Disney; se già si faceva fatica a mandare giù un cinefumetto, ora dovremmo fare i conti con Terminator e la versione iCloud di Skynet, Genisys.
Ma non siamo cattivi, cerchiamo di trovare cose positive e qui ce ne sono: Arnold, il buon Arnold che per quante espressioni e sorrisi che fa neanche sembra più un T-800 ma ci diverte sempre vederlo, l’effetto nostalgia c’è, specialmente nello scontro iniziale tra i due T-800, Arnold contro Arnold (fotogrammi ripresi dal primo Terminator e ridigitalizzati), poi c’è J.K. Simmons, che in un mare di battute e gag forzatissime, lui è l’unico personaggio simpatico naturale, testimone visivo degli avvenimenti del 1984 e lo ritroveremo anche nel 2017, ossessionato da quello che aveva visto in passato e quindi aiuterà Sarah Connor, Kyle Reese e Papà Arnold.

La proiezione stampa romana del film in realtà, come vedete, è stato un pretesto per portarci in una realtà parallela e farci vedere un film che non esiste, ma purtroppo, si è rivelato un cartonato e quindi tutto finto. Il film no, esiste veramente

La proiezione stampa romana del film in realtà, come vedete, è stato un pretesto per portarci in una realtà parallela e farci vedere un film che non esiste, ma purtroppo, si è rivelato un cartonato e quindi tutto finto. Il film no, esiste veramente

I problemi sono rognosi proprio nello scheletro narrativo del film.
Ok per la stupidità di Skynet, che invece di uccidere John Connor subito, decide di renderlo un ibrido umano-macchina e rimandarlo DI NUOVO indietro nel tempo a uccidere Sarah Connor (ma Skynet non era un’intelligenza artificiale? Ogni suo piano diventa di film in film sempre più stupido) quindi tutto questo renderà Terminator e Terminator 2 di fatto cancellati dalla linea temporale e qui il film si impone, quei due film non esistono più per via di questo fatto, quindi ora avremo nel 1984 un T-800 che arriva e viene distrutto da Sarah Connor e il suo personale T-800, un Terminator mandanto indietro nel tempo da non si sa chi (si aspettano di dircelo nel sequel se sarà un successo al boxoffice questo Genisys) a salvare Sarah Connor da un T-1000 quando aveva 8 anni, e subito dopo l’arrivo di Kyle Reese, verranno attaccati dal T-1000 che in realtà sarebbe dovuto arrivare solo nel 1994 (Terminator 2).
Fermi.
Rileggendo quello che ho scritto capisco che regna la confusione, ma è esattamente quello che c’è da subirsi per circa 120 minuti di pellicola: cose, eventi, situazioni inseriti a caso, con la scusa dei paradossi temporali e di una linea temporale che non esiste più, senza un minimo di spiegazione.

Questa è la più grande tragedia di Terminator Genisys. Per quanto potessero essere brutti o discutibili Terminator 3 e Terminator Salvation, questi avevano la dignità di avere un’idea di cosa volevano essere e l’hanno portata a fondo. Che poi piacciano o no, son dettagli, ma si nota subito la differenza con questo Genisys; non è conscio di cosa vuole essere, non ha un’idea e quindi risulta un ibrido, esattamente come John Connor.
Tutto si basa su un furto di scene, idee o chiare citazioni per costruire un racconto che oltre ad essere pieno di buchi che “tanto si tratta di viaggi del tempo, non devi soffermarti a pensare troppo” è anche pregno di quella leggerezza che dicevamo sopra. Il racconto duro, del tempo che scorre inevitabile contro un olocausto nucleare non c’è più, tutto si riduce a una simpatica gita nel tempo tra 2027 -> 1984 -> 2017.

La consapevolezza di aver creato una porcata si evince anche dal cast, sbagliatissimo, che hanno scelto per riportare al cinema Terminator: Emilia Clarke e Matt Smith, presi rispettivamente da serie tv come Game of Thrones e Doctor Who, servono per portare fan di questi prodotti televisivi a vedere i loro eroi al cinema, Arnold chiaramente è necessario perchè solo lui vale metà fetta di pubblico e in più forse uno degli attori peggiori del momento, Jai Courtney.
Il problema del casting potrebbe essere di minor importanza, ma qui non si parla di personaggi inediti, ma di qualcosa che già esiste e di cui abbiamo avuto una visione ben caratterizzata. Passare da Linda Hamilton a Emilia Clarke per il personaggio di Sarah Connor, c’è proprio un passaggio ben distinto: la Sarah Connor di Linda Hamilton era una donna dura, prima indifesa e debole ma che si vede costretta a tirar fuori le palle e i muscoli. Emilia Clarke cerca in tutti i modi di fare la guerriera ma non ci riesce, sembra un bambolina goffa che inciampa più volte su se stessa, braccia ciocciottose, guance paffute, sempre ben truccata e senza un taglio o goccia di sangue. Insomma poco credibile, ma se inserita nel contesto di film realizzato con canone Disneyano, allora forse sì, tutto rientra perfettamente nei piani.

La testa del T-800. A fine proiezione qualcuno ha resu giustizia, ha cercato Arnold e gli ha staccato di netto la testa così da evitare altri spiacevoli capitoli.

La testa del T-800. A fine proiezione qualcuno ha reso giustizia, ha cercato Arnold e gli ha staccato di netto la testa così da evitare altri spiacevoli capitoli.

Insomma, un velo di coerenza il film ce l’ha alla fine, ovvero il suo essere totalmente incoerente non solo con quello che è stato Terminator (e che non è in questo film) ma anche verso il film stesso; prende quella via di incoerenza e la porta fino alla fine.

Gabriele Barducci
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