TFF33 – High-Rise, grattacielo tragico

TFF33 – High-Rise, grattacielo tragico

November 27, 2015 0 By Simone Tarditi

high-rise-movie-poster-4Devasto e furore sono il risultato del progetto High-Rise, accantonato per decenni perché giudicato “non filmabile”, salvo poi essere affidato al sapiente genio registico e alle abili mani da montatore di Ben Wheatley, artigiano vecchia maniera e incapace di far assemblare da altri la creatura che lui stesso ha creato.
In un futuro non molto lontano dal presente che già stiamo vivendo, ma abbastanza distante dall’anno -il 1975- in cui è stato pubblicato l’omonimo romanzo di James G. Ballard a cui il film s’ispira, un gruppo di persone di ogni estrazione sociale vive e passa le sue giornate all’interno di un grattacielo (i più ricchi ai piani più alti, i più poveri a quelli più bassi e così via), alternando tradimenti, piccoli crimini, feste, allenamenti in palestra. Una serie di blackout ai piani bassi, fanno ribollire gli animi dei condomini, fino ad esplodere in una caotica scalata sociale verso i piani alti, trascinando chiunque vi sia coinvolto in uno stato semi-primitivo.

Ben Wheatley, regista di instant-cult come Kill List e A Field in England, nell’ardua impresa di portare sullo schermo una storia dalla difficilissima realizzazione filmica, si lascia trascinare dagli eventi all’interno di un vortice narrativo che della confusione e del caos fa i propri capisaldi.
L’onda proletaria -se così si può definire- che scuote il grattacielo, si mescola e fonde con quella borghese fino ad assimilarsi con essa e viceversa. In High-Rise, non c’è un solo essere umano (forse il solo bambino-architetto, che per intelletto e capacità di adattamento ricorda vagamente Billy Terwilliger, il giovane protagonista de La stella di Ratner di Don DeLillo) che abbia in sé un rigore morale tale da non essere intaccato da nessuna forza esterna. Gli individui che popolano il grattacielo, autentico micro-cosmo in grado di soddisfare ogni genere di bisogno, sono meschini, osceni, ridicoli, egoisti, crudeli e disonesti.
L’edificio abitativo, concepito idealmente come struttura perfetta, smette gradualmente di funzionare e si accascia su se stesso, come un animale morente, e chi vi dimora, ne abita lo scheletro di acciaio e cemento come un parassita.
Lontano da ogni messaggio politico o di denuncia sociale, High-Rise è un rocambolesco assalto alle multiple nature dell’Uomo e ai suoi comportamenti, mascherati o manifesti.

high rise gif

Simone Tarditi
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