
L’Apocalisse di Zulawski in Possession
March 14, 2016Questo 2016 si è aperto davvero nel peggiore dei modi con la morte di tanti artisti di fama mondiale, da Bowie al nostro Ettore Scola. Il 17 febbraio 2016 è venuto a mancare uno dei registi europei più importanti e geniali delle ultime decadi: Andrzej Zulawski, celebre regista polacco che con le sue opere nichiliste e controverse si è fatto conoscere al mondo. Probabilmente l’opera per cui verrà maggiormente ricordato, oltre lo straordinario esordio La Terza Parte della Notte, è Possession (1981) con Isabella Adjani (L’Inquilino del Terzo Piano, Nosferatu) e Sam Neill (Jurassic Park, Il seme della follia). Due film molto simili quelli di Zulawki citati poc’anzi, accomunati dalla triste visione pessimistica che il regista dà del mondo e dell genere umano.
E il primo angelo sonò; e venne una gragnuola, e del fuoco, mescolati con sangue; e furon gettati nella terra; e la terza parte della terra fu arsa; la terza parte degli alberi altresì, ed ogni erba verde fu bruciata. Poi sonò il secondo angelo; e fu gettato nel mare come un gran monte ardente; e la terza parte del mare divenne sangue; e la terza parte delle creature che son nel mare, le quali hanno vita, morì; e la terza parte delle navi perì. Poi sonò il terzo angelo; e cadde dal cielo una grande stella, ardente come una torcia; e cadde sopra la terza parte de’ fiumi, e sopra le fonti delle acque.
(Primo Libro della Rivelazione, l’Apocalisse di Giovanni (frase contenuta anche all’inizio del film “La Terza parte della Notte”.)
Possession ambientato nella Berlino prima della caduta del muro, racconta la vita dei coniugi Marc e Anna. Marc di ritorno da un viaggio di lavoro, trova la moglie cambiata, sull’orlo di una crisi di nervi Anna racconta al marito del suo tradimento e dell’intenzione di chiedere il divorzio. Ma Marc non demorde e decide di chiamare due investigatori privati per pedinare la moglie, sempre più isterica ed angosciata, arrivando a scoprire una terribile verità, la donna non lo tradisce con il suo amante ma con una terza entità del quale neanche l’amante sembra conoscere la vera identità.
La storia di Possession è davvero strana, quasi un film “maledetto”, presentato al Festival di Cannes e vincitore del premio come “miglior interpretazione femminile” a Isabella Adjani, acclamato da David Lynch che nel 2006 al Festival di Venezia l’ha definito come la pellicola più completa degli ultimi trent’anni di cinema: horror metafisico, boutade onirico-visiva, provocante e malsano. All’epoca dell’uscita nelle sale, la pellicola non ebbe il successo aspettato e subì pesanti tagli nelle versioni USA e in Italia. Possession non fu mai distribuito in Germania, tra l’altro paese d’origine della pellicola, e venne successivamente etichettato come “film maledetto”. Solo col tempo e negli anni successivi il film venne riconosciuto come “capolavoro”, per via dei tanti temi trattati che Zulawski riuscì sapientemente a mescolare. La storia infatti si ispirerebbe ad un’esperienza personale del regista avuta in passato con una donna, una storia che il regista non è mai riuscito a capire fino in fondo.
Possession però non è soltanto una storia sul rapporto di coppia e la crisi matrimoniale, il film narra l’eterna lotta tra bene e il male nella sua forma più antica, con tanto di creatura demoniaca-satanica realizzata dal nostro Carlo Rambaldi (Alien, E.T.), inserendo nel contesto narrativo situazioni di vita ordinaria (memorabile la scena del litigio in cucina con chiari riferimenti al cinema Bergmaniano) a situazioni totalmente surreali e grottesche come quella della possessione-parto nella metropolitana con omaggi a Polanski (Repulsion, Rosemary’s Baby), passando anche primi lavori di Cronenberg come The Brood.
Figlio sicuramente di un periodo di forti cambiamenti, di tensioni, insicurezze, dubbi, il film subisce e assorbe tutte le sfaccettature e influenze di quel clima berlinese di fine anni ’80, che segnò un periodo di forti cambiamenti all’interno della storia mondiale. Zulawski, cosi come Polanski, conosce bene il volto del male: esso è rappresentato dall’essere umano. Nel suo film d’esordio, La Terza Parte della Notte, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, il regista crea la sua Apocalisse in una campagna lugubre e oscura dove i quattro Cavalieri vengono rappresentati dagli uomini delle SS che uccidono senza pietà la famiglia del protagonista. Anche se ambientati in periodi diversi, nei due film più celebri del regista si possono ritrovare tanti aspetti simili: i film infatti sembrano quasi essere collegati da un sottile filo conduttore e non solo dalla visione del regista.
Lo stile tecnico del regista non risparmia affatto lo spettatore, costringendolo a visioni dal fortissimo impatto visivo ed emotivo con immagini molto lente e disturbanti, cercando di distruggere ogni speranza positiva in chi vede il film, lasciandolo tramortito e sconsolato; tutto questo è sorretto sicuramente dalla straordinaria performance degli attori, in particolar modo della Adjani, che in Possession è assolutamente terrificante. Il film non poteva concludersi in maniera più spaventosa. Sempre fedele al suo pessimismo e nichilismo verso l’animo umano e le persone, il finale è quasi un inno all’apocalisse, al male inteso forse come assenza di speranza per il genere umano, un genere destinato probabilmente all’estinzione, pieno di difetti, che cerca di mascherare parte di sé sotto mentite spoglie, meschino e crudele, senza spazio per sentimentalismi beceri e messaggi di pace, ma solo di crisi, pazzia, depressione, annientamento dell’animo e dello spirito umano.
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