The Dressmaker e Kate Winslet, l’arte di “cucirsi” un ruolo addosso

The Dressmaker e Kate Winslet, l’arte di “cucirsi” un ruolo addosso

April 28, 2016 0 By Caterina Liverani

the dressmaker poster1950. Myrtle “Tilly” Dunnage talentuosa stilista formatasi nelle migliori sartorie di Milano e Parigi, fa ritorno a Dungatar, Australia, remota cittadina che le diede i natali. Ad attenderla una madre ammalata che rifiuta anche solo di chiamarla per nome, un paese che le è profondamente ostile e un inquietante mistero che grava sul suo passato, da quando, ancora bambina, rimase coinvolta nella prematura scomparsa di un compagno di classe. Dalla parte di Tilly solo le sue raffinate abilità sartoriali e il grande carisma che le permettono di riconquistare lentamente l’affetto di sua madre, di accendere l’interesse di un affascinante giovane e di ricostruirsi una reputazione. Ma i guai non sono finiti per la bella stilista perché le ombre sul suo passato non accennano a dissiparsi…

Una piccola comunità e l’arrivo, o meglio, il ritorno in essa di una affascinante presenza femminile che ne era stata esclusa. Questi gli ingredienti principali di The Dressmaker diretto da Jocelyn Moorhouse, sceneggiatrice e autrice del cult anni 90 Gli anni dei ricordi con Winona Ryder, Jared Leto e Dermot Mulroney, e interpretato da una impeccabile Kate Winslet. Godibile e sofisticata black comedy, che non rinuncia a qualche tono forse fin troppo patetico, The Dressmaker ha il grande merito di porre al centro della sua storia di rivendicazione di odiosi torti subiti, un grande carattere femminile che è incarnazione del talento in grado di affossare la mediocrità e della pazienza che sa come, letteralmente in questo caso, “ricucire” dei rapporti familiari che sfilacciati come un vecchio abito.

In un’ambientazione curata da Lisa Thompson, una delle premiatissime maestranze di Mad Max Fury Road che mixa elementi da luogo di frontiera dalla minacciosa desolazione con accenti noir quasi burtoniani a suggestioni che ricordano le atmosfere di un atelier francese, si muove fra la desolazione di un’Australia remota e brutale con una sinuosità che ricorda quella si Anita Ekberg ne La dolce vita, Kate Winslet. La pelle candida, le labbra rosse e le forme morbide ma generose fasciate dagli splendidi costumi, l’attrice inglese splende in un ruolo che avrebbe solo semplicemente valorizzato un’altra interprete.

Quaranta anni compiuti lo scorso ottobre, 25 dei quali trascorsi dando vita a una carrellata di indimenticabili personaggi sul grande schermo insieme a una potente incursione nell’universo della tv (Mildred Pierce di Todd Haynes) Winslet è una icona della cinematografia contemporanea che nelle interviste continua a mostrare i modi pragmatici e la semplicità disarmante degli esordi. Una presenza totalizzante quella dell’attrice inglese, che è riuscita a imprimere una marcatura indelebile a ciascuna pellicola alla quale abbia partecipato. Bella ma accessibile si afferma prepotentemente dalla metà degli anni 90 con dei ruoli di primo piano in film in costume Ragione e Sentimento, Hamlet e Titanic ovviamente. Parti che sembravano “cucite” addosso alla sua morbida fisicità e che in tale dimensione sembravano volerla imprigionare, rischio che viene immediatamente evitato dall’attrice che prende successivamente parte a progetti totalmente diversi come Holy Smoke di Jane Campion.

È la prima decade del nuovo millennio a consacrarla definitivamente come interprete di raffinato talento e incredibilmente versatile con una serie di film entrati di diritto nell’immaginario cinematografico collettivo contemporaneo (Eternal Sunshine of the Spotless Mind, Romance and Cigarettes, Revolutionary Road) e a farle ottenere l’Oscar con The Reader poco più che trentenne. Ed è il formidabile Carnage di Roman Polanski insieme alla eccellente prova televisiva costituita dalla miniserie targata HBO e diretta da Tod Haines Mildred Pierce a traghettarla nell’attuale decennio che vede anche un grosso cambiamento nella sua vita privata.

the dressmaker 33Tre matrimoni, uno dei quali con il regista Sam Mendes, un figlio nato da ciascuna unione (l’ultima nel dicembre 2012 con Ned Rocknroll) e una ventennale profonda amicizia con il collega Leonardo Di Caprio; Winslet ha sempre condotto la sua vita lontana dal set in modo libero e liberatorio come testimoniano per esempio gli scatti rubati di una vacanza in Australia dopo l’ultima gravidanza, in cui l’attrice ancora fisiologicamente non in perfetta forma si gode una bagno in mare indossando un elegante costume nero o a bordo di una barca dove non rinuncia a una sigaretta e a una tazza di tè, ma più ancora il profilo basso e un elegante distacco mantenuto verso pettegolezzi e giudizi.

Il tempo che passa, il fisico che cambia non la turbano, ma sembrano donarle, come prima di lei ad attrici quali Meryl Streep o Susan Sarandon, infinite nuove opportunità. «La mia intenzione è quella di invecchiare naturalmente. Sono un’attrice e non voglio che l’espressione del mio viso risulti congelata» ha dichiarato in occasione dei suoi 40 anni, ed è quel volto vero, bello e fiero che rendono del tutto superflui proprio nell’ultimo The Dressmaker i 15 anni di differenza fra lei e il suo giovane co-protagonista Liam Hemsworth. Come anche valore aggiunto sembrano essere le rotondità del suo corpo stretto negli splendidi costumi realizzati da Marion Boyce e Margot Wilson, che rievocano la sua eleganza nel calarsi in atmosfere del passato recente già mostrata in Revolutionary Road e Mildred Pierce.

Davvero ispirante per tutte le donne, ma non solo, ed esemplificativo della forte personalità, tra le più affascinati del pianeta, il discorso di ringraziamento durante la conferenza stampa agli ultimi Bafta che hanno premiato la sua interpretazione in Jobs “Mi dissero che avrei potuto interpretare solo ragazze grasse. Guardatemi ora e siate voi stesse!”. Ti stiamo guardando Kate e continueremo a farlo.

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Caterina Liverani