Di TRON: Legacy, Oblivion e Joseph Kosinski il “copione”

Di TRON: Legacy, Oblivion e Joseph Kosinski il “copione”

May 6, 2016 0 By Gabriele Barducci

La missione Vero Cinema

Qui a Vero Cinema abbiamo un particolare amore per il cinema. Non tendiamo solo a vedere un film, farcelo piacere o odiare e parlarne per giorni o settimane; noi esponiamo la nostra visione d’insieme, ci tiriamo fuori dal classico eco del web per proporre quell’alternativa che già in tanti altri propongono, con forza e tenacia e ci piace considerarci lì, in quel nutrito gruppo di outsiders che davanti talune critiche assolutamente negative per un prodotto, vedi l’ultimo di Gus Van Sant, ci mettiamo lì seduti sulla poltrona, vediamo il film, capiamo i difetti se ce ne sono, ma ci ragioniamo sopra, perché alcune volte è così semplice entrare in quel numero di battute tanto da dire “film bello, film brutto, basta, stop, conto in banca che aumenta”.
No.
Alcune volte portare anche una singola persona a ragionare su un determinato film o prodotto audiovisivo, senza lasciarsi influenzare dalla massa populista, ecco che Vero Cinema guadagna e raccoglie i sue veri frutti. Ma alcune ‘calamità’ non si abbattono solo su film d’autore. Infatti oggi andremo a vedere perché TRON: Legacy e Oblivion, entrambi diretti da Joseph Kosinski, siano molto più di quello che la stampa mondiale ha bollato come “film brutti e senza originalità”.

 

TRON: Legacy

Per carità, tutti abbiamo lacune devastanti sul cinema, lo scrivente compreso, quindi è possibile che il primo TRON, Disney, 1982, non sia arrivato a tutti o almeno, vederlo oggi con un pubblico che sempre più conferisce importanza alla ‘computer grafica’ un film del genere risulterà obsoleto, vecchio e quant’altro ma tant’è, è diventato un incredibile cult nel corso degli anni, nonostante tutto sia partito da un pellicola che doveva essere la risposta Disney a Star Wars, con un giovane Tim Burton alla realizzazione del concept del mondo dei computer e un’accoglienza al boxoffice non proprio alle stelle. Ma negli anni successivi (probabilmente un film troppo avanti per il tempo) è stato rivaluto, apprezzato, lodato come una pietra miliare del genere. Per farla breve, per vedere un progetto “simile” dovremmo aspettare l’arrivo di Matrix.

Alla fine un teaser, annunci ufficiali, il ritorno di Jeff Bridges nei panni di Kevin Flynn, un nome, TRON: Legacy, storia collocata cronologicamente nei nostri anni con protagonista anche il figlio cresciuto di Kevin, Sam, una Olivia Wilde in fase di scoperta, 200 milioni di dollari e forse di più di budget e un tale Joseph Kosinski alla regia. MA chi è costui? Laureatosi in architettura, si diletta in cortometraggi d’animazione in computer grafica finché non viene notato da un tale David Fincher che lo porta agli occhi delle major.

Il malumore si percepiva abbastanza, il progetto era ambizioso, il budget consistente, il team di sceneggiatori era promettente (gran parte uscivano dal successo di Lost) eppure il boxoffice non è stato molto buono con TRON: Legacy con ‘solo’ 400 milioni di dollari globali di incasso. Certo non bruscolini a confronto del budget speso, le tasche sono state ampiamente riempite, ma la critiche lo bollò come film brutto. In difesa di TRON: Legacy, questo perché TRON: Legacy è stato, forse, uno dei più grandi film di fine 2010/inizio 2011. Il problema venne proprio dalla sceneggiatura, non tanto dalla regia, comparto dove tutti avevano dato già dal primo giorno di set, il bel cappellino con su scritto “raccomandato” al povero Joseph. L’internet e la critica aveva già dato il suo giudizio: TRON: Legacy non aveva una sceneggiatura, ma la musica e la resa visiva era bella. E se forse era proprio questa l’intenzione di Kosinski, sacrificare consapevolmente la parola e realizzare in immagini ciò che la pronuncia vocale (o su carta) non avrebbe potuto rendere al massimo?

Questa fatto, questa volontà ha turbato tutti, scrivente compreso, ma ha lasciato la voglia di approfondire ogni singolo aspetto di questo film. Forse Kosinski non è poi così tanto un raccomandato. O almeno la sequenza del club, dove è presente anche il cameo dei Daft Punk, che hanno firmato la pazzesca colonna sonora, è una scena chiave per capire un aspetto interessante, inserito sicuro da Kosinski in sceneggiatura che poi avremmo trovato anche in Oblivion ma di questo ne avremmo saputo solo anni dopo, ovvero il concetto della Fede inserito e modellato a seconda del contesto. A distanza del primo TRON, C.L.U. 2.0 prende il sopravvento sul suo creatore (e creatore di tutto il mondo digitale) Kevin Flynn, gli impedisce di tornare nella realtà e rimane intrappolato nella Rete. C.L.U. si autoproclama dittatore. Kevin Flynn, come tutti gli altri Creativi, sono le divinità, loro non scendono nel mondo di loro creazione ma programmano tutto il resto. C.L.U. combatte contro tutto questo. I Creatori/Divinità sono un bluff e porta avanti la Rete tra giochi sadici e terrore. Eppure, la Resistenza c’è, portando avanti il credo divino. I Creativi esistono e torneranno per salvare tutto e tutti. Torniamo al club di TRON: Legacy. Sam e Quorra sono in difficoltà finché tutto si disattiva. E’ arrivato Kevin Flynn, il Dio, il Creativo, lui può tutto e con un solo tocco riprogramma ogni sistema, potenziando i ribelli, salvando figlio e adepta (non è un caso che Quorra perderà il braccio sinistro, la mano sinistra di Dio) e al suo passaggio, diversi ‘programmi’ si inchinano a mani giunte.
Stop. Una sequenza di appena tre minuti che è riuscita a stravolgere molto di quella sceneggiatura già consapevolmente ridotta per dare spazio al lavoro in computer grafica.

Purtroppo non vedremo un TRON 3. Il flop mostruoso di Tomorrowland ha cancellato ogni tipo di finanziamento per il terzo capitolo. Peccato. Da quello che si leggeva nel web, ci sarebbe stata una trama molto simil L’Impero colpisce Ancora, con ampio respiro alla parte dei ribelli all’interno della Rete.

Siamo ancora sicuri che sacrificare una sceneggiatura a vantaggio di immagini che riescono a far parlare da sole, sia un male? Ma non è stato proprio questo il motivo per cui a tutti è piaciuto Avatar?

Il Motolabirinto. Come fate a criticarlo?

Il Motolabirinto. Come fate a criticarlo?

 

Oblivion, per gli amici, “il film copiato da Moon”

Che luogo affascinante internet, pieno di persone che non hanno le basi per affrontare un discorso, ma lo affrontano lo stesso, pur di criticare cose che non conoscono a fondo.
All’uscita del secondo film di Kosisnki, Oblivion con Tom Cruise, il panico: Kosinski aveva copiato Moon di Duncan Jones, ergo il film faceva schifo e Kosinski copione ingiustificato. Mh. Informiamoci:

Oblivion, il film, è del 2013.
Moon, film pazzesco del figlio del compianto David Bowie è del 2009.
Oblivion è tratto dall’omonimo fumetto scritto dallo stesso Kosinski e serializzato a partire dal 2005.

Se i numeri non sono solo segni a caso e seguendo il ragionamento disinformato di chi ha urlato al plagio, potremmo dire semplicemente che: Moon è una scopiazzatura di Oblivion.
Ma non lo diciamo perché, nonostante le due opere siano così diverse, per quanto simili, non vogliamo mettervi nella situazione imbarazzante di farvi scoprire che avete urlato ai quattro venti solo concetti che di base erano sbagliati. Una rapida ricerca e lettura di questi fumetti vi mostrerà come la storia scritta è praticamente la stessa che Kosinski ha poi portato al cinema. Mai ho amato così tanto il concetto di ‘fedeltà alla fonte cartacea’. Dicevamo che, anche qui ritorna il concetto dell’uomo che si rapporta con un Dio, pur non essendo sicuro della sua benevolenza. In tal caso, il Tet, oltre ad essere una grande citazione a quel HAL9000 di kubrikiana memoria, si presenta e si impone come Dio agli occhi del suo protagonisti, per un fattore di creazione, quindi una posizione in netto contrasto al Dio/Creativo di Jeff Bridges in TRON: Legacy, ma con scopi del tutto diversi dal bene per l’umanità, quel poco che è rimasta che ritroveremo in gruppetti di ribelli, questa volta, contro quel Dio.
Anche qui la critica ha aspramente criticato la sceneggiatura lacunosa, portando avanti come Ariete, il concetto del film plagio. Che bello. La critica cinematografica che porta avanti teorie di analisi dalla disinformazione. Inutile dire che il comparto grafico è stato uno dei migliori del 2013. Un Terra in piena post apocalisse/guerra con gli alieni che vive del suo silenzio e della sua distruzione, design di astronavi e rifugi brillanti ma nulla, il film era ed è un plagio di Moon.

"I'm your God"

“I’m your God”

Joseph Kosinski attualmente è al lavoro su diversi progetti che sembra non riesca a ad avere l’ok da nessun tipo di produzione. Ci piace considerarlo un outsider, un racconta storie che invece di riempire la pagina del libro di parole, la riempie di immagini ed illustrazioni, divertirsi (forse non troppo) a vedere le smorfie di altri e i sorrisi e gli applausi dei pochi.

Gabriele Barducci