
RomaFF11: Fritz Lang e la creazione di un capolavoro
October 23, 2016Autentica sorpresa, distante anni luce dagli altri film presentati all’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, è Fritz Lang di Gordian Maugg, che ripercorre la lavorazione di M – Il mostro di Düsseldorf, il primo film sonoro del regista tedesco autore di Metropolis. Rinunciando all’idea di un biopic in senso stretto o di un prodotto storicamente fedele in ogni sua parte, la lavorazione di Fritz Lang è stata guidata da un unico scopo: raccontare la creazione di quello che è uno dei più grandi capolavori del cinema mondiale.
Detto ciò, il film mostra il regista Fritz Lang, interpretato da Heino Ferch (Lola corre, La Caduta – Gli ultimi giorni di Hitler), addentrarsi totalmente nel mondo del serial killer di donne e bambine che sta terrorizzando l’intera popolazione tedesca coi suoi crimini efferati. Nel fare ciò, Lang cammina nei luoghi degli omicidi, si aggira furtivamente nella stazione di polizia dove si sta svolgendo l’indagine, mangia lo stesso cibo consumato dalle vittime. Il suo è il tentativo di chi vuole entrare nella mente di qualcuno per capirlo meglio, per poterlo meglio ritrarre in quel film che nella sua testa sta sempre più prendendo forma. L’incontro con Peter Kürten (Samuel Finzi), l’assassino finalmente arrestato, sarà per Lang il vero momento chiave per scavare a fondo nella psiche di quell’uomo così distante e così vicino da lui.
Il lavoro dello sceneggiatore-regista Gordian Maugg nel restituirci tanto un maestro del cinema e una celebrità dedita agli eccessi più sfrenati (cocaina, alcol, prostitute, armi da fuoco) quanto un uomo feroce, capace di fare del male e di uccidere. Non c’è un’opera di “santificazione” in Fritz Lang: i due protagonisti della storia vengono messi sullo stesso piano di degrado morale, solo che uno (il regista), che nella sua vita ha ucciso e l’ha fatta franca, ha consolidato a tal punto la sua posizione da poter camminare lungo quella linea di demarcazione tra legalità e crimine senza superarla, mentre l’altro (il serial killer), vittima di abusi, ha dedicato gli ultimi anni della sua vita a fare del male per trarne una perversa forma di piacere.
Quel che è importante notare è che in Fritz Lang non solo si assiste ad un atto d’amore di Gordian Maugg nei confronti della propria passione cinefila, ma anche ad un’indagine delle crudeltà umane nelle loro attuazioni o fantasie. In un panorama internazionale in cui lo spazio per film in bianco e nero e dedicati all’industria del cinema sono sempre più rari, Fritz Lang va preso a modello di tenacia nel superare le difficoltà per trovare finanziamenti al fine di portare sullo schermo una storia che, per la sua natura, è cinema totale.
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