TFF34: A Quiet Passion, pagine nella vita di Emily Dickinson

TFF34: A Quiet Passion, pagine nella vita di Emily Dickinson

November 21, 2016 0 By Simone Tarditi

a-quiet-passion_poster_goldposter_com_1Dopo Sunset Song, presentato l’anno scorso, arriva alla trentaquattresima edizione del Torino Film Festival il nuovo film di Terence Davies: un biopic su Emily Dickinson. A Quiet Passion mostra la vita della poetessa americana dall’adolescenza fino alla morte, affrontando sia gli aspetti per cui è maggiormente conosciuta (il suo temperamento, le sue poesie, il suo auto-imposto isolamento dal mondo) sia quelli che spesso non si ricordano sui libri di testo, tra cui lo spiccato umorismo e l’amore sconfinato nutrito per ogni membro della sua famiglia.

Di una bellezza formale che sfiora la perfezione, A Quiet Passion -come anche la vita della protagonista- si divide in due parti. La prima, dominata da una fotografia luminosissima tanto da far sembrare ogni singola scena un quadro che prende vita, ci riporta agli anni più felici vissuti da Emily: le passeggiate nel giardino di casa, le lunghe chiacchierate con amici e parenti, le prime poesie e le relative pubblicazioni sullo Springfield Daily Republican, gl’inoffensivi pettegolezzi della città di Amherst, lo smisurato amore per l’universo intero. Nella seconda metà del film invece si assiste all’inarrestabile decadimento di tutto quello che la circonda, dalla morte dei genitori allo svilupparsi della sua malattia, una nefrite incurabile e particolarmente violenta. Via via, insieme allo scorrere del tempo, anche il corpus poetico si fa sempre più triste, sconsolato, solenne, con toni lontanissimi dagli anni della gioventù.

A rendere ancora più raffinato A Quiet Passion concorre anche il talento smisurato di Cynthia Nixon nei panni di Emily Dickinson, ad oggi il ruolo più importante che probabilmente ha interpretato, nonostante lei venga soprattutto ricordata per essere la Miranda di Sex & The City. Non solo l’attrice si è rivelata essere una scelta perfetta, ma la sua bravura ha reso credibile ogni singolo istante, compresa la transizione narrativa tra una parte e l’altra del film, sempre perfettamente in equilibrio sia nel gestire le manifestazioni della gioia di vivere della Dickinson sia i momenti più dolorosi dell’ultima fase della sua vita.

Grande importanza, com’è giusto che sia in una pellicola di questo tipo, è data all’attività poetica di Emily Dickinson. La poetessa ha dovuto scontrarsi con i pregiudizi di un’epoca che considerava motivo di scandalo che una donna potesse scrivere poesie (e non solo), tant’è che vide pubblicate solo un’infinitesimale parte del suo grande corpus poetico, ma l’interesse del regista si volge proprio allo scrivere come atto di comprensione del mondo. Ottenuto il permesso paterno di scrivere a tarda notte per godere del silenzio della casa, la Dickinson inizia a scrivere i suoi componimenti più importanti e li rilega insieme, andando a formare un patrimonio per l’umanità poesia dopo poesia, pagina dopo pagina, cucitura dopo cucitura. Che la sua esistenza sia stata votata al sacrificio della solitudine (smorzata dalla presenza dei parenti più cari) non può essere solo elemento biografico dalle mitiche connotazioni che confermerebbero quanto sia importante l’atto di “stare da soli” per chi scrive, ma è anche l’unico modo in cui la Dickinson voleva vivere, fieramente decisa nella sua scelta.

Insomma, l’elegante regia di Terence Davies e le ottime interpretazioni di tutto il cast (dalla già citata Cynthia Nixon a Keith Carradine), senza tralasciare tutto il comparto tecnico (fotografia, scenografie, costumi, etc.), rendono A Quiet Passion una grande lezione di cinema come sempre più di rado se ne vedono.

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This quiet Dust was Gentlemen and Ladies

And Lads and Girls –

Was Laughter and Ability and Sighing

And Frocks and Curls –

This passive place a Summer’s nimble Mansion

Where Bloom and Bees

Fulfilled their Oriental Circuit

Then ceased, like these.

Simone Tarditi