
Classe Z e l’artificiosità del cinema italiano
March 24, 2017La missione Vero Cinema si impone di proiettare e presentare l’alternativa, ma come comportarsi con progetti del genere? Classe Z è il classico prodotto da cui può scaturire il flame gratuito, data la presenza di Youtuber e affini, o la semplice critica negativa gratuita: chi si sarebbe mai immaginato che ne sarebbe uscito un film bello o di qualità? Nessuno, e infatti le aspettative sono state esaudite, dato che Classe Z è il ‘classico’ film italiano mediocre.
Ma di chi è la colpa, se proprio dobbiamo trovare un colpevole? Del cinema italiano? Degli influencer? Del pubblico che a priori finanzierà questi progetti?
Una situazione del genere si è verificata già qualche tempo fa, con l’uscita al cinema del film dei The Pills. Sappiamo come è andata: critiche non proprio positive, pochissima affluenza al cinema e relativo flop generale. Noi ne avevamo già scritto, evidenziando il problema maggiore, quella forte e malsana voglia di portare il web, o in questo caso YouTube, al cinema, non adattandosi al media di fruizione e quindi ottenere un risultato mediocre. La grande difficoltà del film dei The Pills era proprio nel non riuscire ad avere un pubblico di indirizzamento e quindi qualcuno che si avvicinava al collettivo comico per la prima volta, ne sarebbe uscito schifato dalla visione. Salti del genere, da un media ad un altro, hanno bisogno di un supporto esterno.
Lo sapevamo bene Aldo, Giovanni e Giacomo che arrivando al cinema dal teatro, si sono affiancati a Massimo Venier e non è un caso che il loro recente tracollo cinematografico sia avvenuto da quando non collaborano più con lui.
Classe Z di base è uno dei tanti video che tengono in vita YouTube Italia, pregni di sogni, attività social, doppi sensi, vicinanza all’adolescente comune e problemi di scolastici, tutto portato avanti da quelli che sono considerati gli ultimi degli ultimi, i peggiori riuniti sotto un’unica sezione per non ‘danneggiare’ i più bravi. La scuola come un’azienda. Morale facile e vendibile nel migliore dei modi.
Ma il grande difetto del film è proprio quell’allergia che ha il cinema italiano da una vita, il non riuscire a plasmarsi alla realtà: scuole ordinate, muri puliti, genitori inesistenti, product placement ossessivo e risposte a domande esistenziali che nessuno ha posto.
Il problema non è tanto nell’operazione, perché film incentrati su adolescenti, scuola e maturità ce ne sono a dozzine, alcuni belli ne abbiamo fatti anche noi, Notte prima degli esami, per poi cadere nel successivo sequel nei problemi produttivi citati poco prima (fermare un esame di maturità per aspettare un alunno, davvero? Si è mai vista una roba del genere accadere nella realtà?), e ce ne sono tanti altri statunitensi molto belli (The Spectacular Now) eppure continuiamo ad attingere al non bello, al banale, all’artificioso, non per mancanza di voglia, ma per deliziare l’occhio italiano abituato a tale mediocrità, perché nel momento in cui apprezziamo un Perfetti Sconosciuti o un Lo Chiamavano Jeeg Robot, ci basterà metterli a paragone con altri prodotti stranieri per uscirne sempre, costantemente, a pezzi.
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