
Big Little Lies: Il fascino, sempre meno discreto, della borghesia
June 1, 2017Madeline: Siamo a Monterey: tormentiamo le persone con la gentilezza…
Celeste: … fino alla morte!
Tre personaggi femminili decisamente complessi e sfaccettati, le cui singole vite sarebbero già esse stesse un ottimo punto di partenza per tre diversi film. Una donna nevrotica, ma amorevole alle prese con la figlia adolescente ribelle e con un secondo matrimonio in un momento di stallo. Un’unione all’apparenza più che perfetta in cui però la passione viaggia sullo stesso binario della violenza domestica. Una ragazza madre costretta a difendere il figlio da un’accusa di bullismo. Tre storie, tre straordinarie interpreti (Reese Witherspoon, Nicole Kidman e Shailene Woodley) e un’unica magnifica miniserie per la tv targata HBO che ne intreccia le vicende: Big Little Lies.
Tratto dall’omonimo romanzo di Liane Moriarty, adattato per la tv dallo sceneggiatore David E. Kelley (Ally McBeal) e diretta da Jean-Marc Vallée (Dallas Buyers Club, Wild), Big Little Lies è un prodotto televisivo che si è da subito imposto con successo all’interno di una stagione già assai ricca di offerte accattivanti. Merito della presenza dei premi Oscar Kidman e Witherspoon? Di un cast di primordine che vede la partecipazione fra gli altri di Alexander Skarsgård, Laura Dern e Zoë Kravitz? O della regia di un autore solido come Vallée che in pochissimi anni si è affermato dirigendo opere di spessore che scavano così bene e in profondità l’animo umano? È l’insieme di questi fattori ad aver alimentato una buona dose di curiosità e aspettative, ma il vero catalizzatore di attenzione, per spettatori sempre più abituati a una riuscita contaminazione tra cinema e tv, Big Little Lies lo deve ad una trama che è una vera e propria bomba a orologeria.
Siamo a Monterey in California dove un gruppo di genitori si trova ad affrontare insieme un passaggio importante come l’ingresso dei rispettivi figli alle scuole elementari. Ci sono Madeline (R. Witherspoon) una bonaria ape regina spesso al centro dell’attenzione per i numerosi contrasti con altri membri della comunità, Celeste (N. Kidman) un tempo brillante avvocato ora mamma a tempo pieno e moglie di Perry (A. Skarsgård) giovane e facoltoso uomo d’affari e Jane (S. Woodley) trasferitasi da poco in periferia col figlioletto Ziggy. Vicine a loro anche la brillante Renata (L. Dern) una madre che non ha rinunciato a una brillante carriera e Bonnie (Z. Kravitz) sensuale giovane compagna dell’ex marito di Madeline.
Problemi con i figli, una generale agiatezza economica, tradimenti, gelosie, violenza domestica ma anche amicizia e solidarietà. Ci sono tutti gli ingredienti per un perfetto dramma borghese, in cui le donne prima si fanno la guerra poi si scoprono alleate, ma non è affatto tutto così semplice.
Un crimine efferato ha scosso la comunità. Ma quale? E, soprattutto, quando? Non certo nel tempo in cui si svolge la narrazione già così carico di eventi, bensì in un prossimo futuro ricostruito dalle frammentarie testimonianze mostrate in brevi e frequenti flash forwards. Qualcosa di estremamente grave è accaduto e tutti in qualche modo ne sono coinvolti ma, prima di questo, è una quotidianità complessa in cui le famiglie hanno una solidità solo apparente e i singoli membri sono complicate matasse di sentimenti contrastanti, a destabilizzare.
In questo universo fatto di regole non dette tenta di trovare posto Jane, unica donna senza un uomo accanto che deve lavorare sodo per far quadrare i conti e mantenere il figlio Ziggy. Inizialmente accolta con genuina curiosità da Madeleine, la quale vede in lei la possibilità di esercitare un magnanimo controllo sul nuovo membro della comunità per comprenderne però presto la solitudine e il bisogno di una vera amica, la giovane madre diviene involontariamente un elemento di frattura quando il figlio è accusato di comportamenti violenti verso un’altra bambina. Sono proprio quelle impronte di una mano sul collo della piccola Amabella, figlia di Renata Klein una delle donne più influenti di Monterey, a scoperchiare il vaso di Pandora colmo di odio e sospetto che si ripercuoterà inevitabilmente anche le vite dei bambini. Il brutale crimine che invece verrà svelato solo alla fine è solo l’inevitabile conseguenza di un processo già precedentemente innescato nel quale le maschere cadono e la più terribile delle verità viene infine a galla.
Un progetto a lungo inseguito dalle protagoniste Reese Witherspoon e Nicole Kidman, amiche ed entrambi produttrici esecutive dello show, che si dimostrano più che mai consapevoli e motivate a dividere la scena con le colleghe creando un equilibrio all’interno del quale tutti i caratteri hanno la possibilità di svilupparsi scandendo brillantemente il tempo del racconto. Ancora una volta la HBO scommette vincendo su una storia con una buona base letteraria (Olive Kitteridge e Mildred Pierce sono solo 2 degli esempi di questo tipo di esperimento vincente) per intrattenere un pubblico sempre più consapevole ed esigente che continua a dimostrare grande fiducia e apertura verso l’intrattenimento domestico di qualità in cui nulla, a cominciare da una colonna sonora davvero portentosa, è lasciato al caso.
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