
UnREAL, le due facce dello show
July 28, 2017MONEY.
DICK.
POWER.
SOLDI. CAZZO. POTERE. è la premessa secca e concisa che sigla l’inizio delle seconda stagione di UnREAL; tre sole parole per esprimere l’essenza e la natura primordiale di questo ibrido prodotto televisivo.
Ad oggi la serie vanta due stagioni ormai chiuse e trasmesse dalla statunitense Lifetime, mentre in Italia è andata in onda sul canale generalista Rai 4 senza ottenere grandi riscontri di pubblico. Una terza serialità, inizialmente annunciata per la stagione estiva tuttora in corso, è stata posticipata a inizio 2018.
Per chiunque non conosce ancora questo prodotto, l’obiettivo della seguente analisi non è parlare delle singole stagioni o degli episodi nello specifico, quanto analizzare ampiamente il concetto “UnREAL”, che ruota attorno a questo prodotto metatelevisivo originale.
UnREAL tratta un tema tanto mai attuale quanto dibattuto, che tenta di celarsi dietro alla sua doppia natura di fictional drama fatta di tragedie, intrecci e intrighi; così, lasciare in secondo piano l’aspetto primario: quello del reality show.
È uno spettacolo televisivo che mette in scena situazioni reali o più correttamente quotidiane, in modo da sfiorare toni umoristici ma anche drammatici e dove i protagonisti di questo assurdo teatrino sono individui che si prestano alla macchina televisiva, e concedendosi ad essa, ottengono il loro momento di visibilità.
Viene creato, così, un tipo di narrazione che forza l’aspetto intimistico delle differenti vicende umane, esibendole senza alcun tipo di censura al fine di mostrare un lato umano solitamente privato, in modo da lasciar emergere, così, una sensibilità personale fino a forzarla all’estremo delle possibilità.
La televisione italiana, ora più che ma è satura di prodotti televisivi quali Uomini e Donne, Temptation Island o addirittura più provincialotto come Il Contadino Cerca Moglie, con obiettivi comuni: creare una schiera di pretendenti pronta a tutto per accaparrarsi la “preda” di turno. In Italia ancora non lo conosciamo ma negli Strati Uniti è un cavallo di battaglia, al pari di Survivor o American Idol, si tratta di The Bachelorette, reality a cui si ispira UnREAL; non a caso uno dei due ideatori è Sarah Gertrude Shapiro produttrice di tre stagioni del format statunitense, insieme a Marti Noxon sceneggiatrice e produttrice esecutiva di Buffy l’Ammazzavampiri, vanta scrittura e regia del nuovo film originale firmato Netflix Fino all’Osso.
Il mondo di UnREAL ruota completamente attorno a Everlasting, dating game show dove una Star, un uomo facoltoso che deve riabilitare la sua persona sul piano pubblico, diventa il pretendente di una schiera di concorrenti, donne che vengono etichettate.
Everlasting ha colpito e ferito i cuori di concorrenti e addetti ai lavori, lasciano ad un malefico Cupido l’ingrato compito di fare il gioco sporco; è una divinità in terra, ma senza licenza che invece di scoccare frecce dell’amore si diverte con un sadico tiro al bersaglio con colpi in canna sempre pronti a partire verso chiunque si trovi all’interno del suo raggio d’azione.
O più concretamente, è una spietata macchina da guerra creata per produrre alti livelli di audience, far bagnare le mutandine alle casalinghe desiderose di romanticismo.
Come tutte le serialità nelle quali ci si perde tra mille cavilli scontatati e ripetitivi che sacrificano la trama a discapito di prolungamenti, anche la prima parte della seconda stagione di UnREAL fatica ad ingranare la marcia, arrancando non indifferentemente nei primi episodi, soprattutto dopo un confronto con la precedente.
Rachel Goldberg, interpretata da Shiri Appleby che già abbiamo potuto apprezzare in ruoli da protagonista all’interno in serialità come Roswell e Life Unexpected, qui si mette alla prova con un ruolo altamente disturbato e problematico. La sua abilità nel manipolare le persone le permette di progredire nella sua carriera professionale, passando da produttrice a showrunner; cela le sue debolezze e fragilità sotto atteggiamenti spavaldi e sprezzanti distinguibili su un volto acqua e sapone scavato dalla stanchezza e dagli avvenimenti. Ha un volto caratteristico, scavato e quasi funereo con occhiaie livide che le contornano gli occhi, in contraddizione ai volti curati, raffinati e truccati all’eccesso delle varie concorrenti. Rachel pur cercando di resistere agli eventi si lascia travolgere dal marasma di emozioni, rendendosi prigioniera di intrecci e situazioni; è la sua droga preferita, con la quale perde completamente il senso della realtà. È un «vortice di male e alienazione che trasforma tutto in merda».
E che dire di Queen? Stronza manipolatrice e dispotica. È la produttrice esecutiva di Everlasting, interpretata da Constance Zimmer (già incrociata in Good Morning, Miami, Entourage o House of Cards) tiene al guinzaglio la sua allieva Rachel, creando una vera e propria macchina da guerra.
UnREAL è un bicchiere di whisky che va bevuto a piccoli sorsi anche se noi siamo autolesionisti e ci piace berlo tutto d’un fiato e sentire il bruciore nelle budella.
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