Venezia74: Espèces Menacées, specie a rischio

Venezia74: Espèces Menacées, specie a rischio

September 2, 2017 0 By Elisabetta Da Tofori

especes menacées poster veneziaSecondo l’IUCN – Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, una specie viene classificata a rischio quando si presenta il deterioramento di un ambiente, sottoponendola ad un pericolo critico.
Espèces Menacées si presenta con l’intento di rappresentare il recupero estremo di qualcosa che con il passare del tempo si è ormai deteriorato e distrutto: l’istituzione della famiglia.
Un ambiente naturale complesso per l’equilibrio personale dell’individuo che ha bisogni di solide radici per poter crescere e dirigersi verso l’alto; così, in alto come quelle palme dove si arrampicano i tree climber, senza nessuna paura, per estirpare le foglie secche, le estremità morte.

La sezione Orizzonti, di questa 74ª Mostra del Cinema, accoglie il secondo lungometraggio del regista francese Gilles Bourdos, realizzato grazie ad una coproduzione franco belga.
La pellicola mette in scena i difficoltosi rapporti familiari attraverso l’intreccio narrativo di tre famiglie comuni che con interessanti risvolti, marginalmente si incrociano e si sfiorano fugacemente; tale scelta narrativa sembra derivare da un modello di origine hollywoodiano che possiamo riconoscere in film come Crazy Stupid Love di Glenn Ficarra e John Requa o La Verità è che non gli Piaci Abbastanza di Ken Kwapis .
Ricollegandoci a quanto detto, possiamo identificare come uno dei temi alla base di Espèces Menacées, quello dell’amore nelle sue sfaccettate e differenti varianti e colori: l’amore malato, l’amore senza età, l’amore non corrisposto, l’amore ormai finito.
Tuttavia, il film gode di alcune sequenze comiche, anche se è un prodotto drammatico, mettendo in luce problematiche comuni e attualissime: mancanza di dialogo, relazioni padre/madre – figlio/figlia complicati.

La storia principale, che monopolizza la vicenda, è quella della giovane Joséphine Kaufman (Alice Isaaz) e del giovane marito Tomasz (Vincent Rottiers), il loro matrimonio, atto troppo impulsivo e imprudente per i due, rivela fin da subito la precarietà e la fallacia nel loro rapporto; all’origine di tale atto si presenta una ribellione giovanile nei confronti dei genitori della ragazza. È inevitabile che il fallimento e l’assenza di figure genitoriali forti ricade sulle personalità che ancora fragili e in fase di formazione dei figli.
Una storia d’amore, quella dei due giovani, che sfocia in violenza domestica, dove lui il carnefice costringe lei ad una totale alienazione ed isolamento dalla realtà, distorcendo completamente il concetto di relazione, di coppia e di matrimonio.
Le altre due storie, che in proporzioni più limitate, restano a livello più marginale; vanno a rappresentare gli stereotipi collettivi sulle relazioni: la studentessa ventenne che si innamora del professore sessantenne o la mogie abbandonata dal marito, in crisi di mezza età, per una relazione con una giovane e prosperosa donna dell’est.
A queste tre vicende principali si inseriscono varie sotto trame, appena accennate, dei vari membri dei diversi nuclei familiari, storie introdotte ma lasciate a livello marinale, quasi in sospeso in un limbo che vanno a creare un contorno disomogeneo.
Il film, che copre un periodo di circa tre anni, presenta due netti tagli narrativi che suddividono il prodotto in una breve introduzione, seguita da un macro blocco centrale che copre tutta la sua durata e l’intero sviluppo narrativo. L’opera si chiude, quasi inutilmente con pochi secondi completamente privi dell’audio parlato dove viene rivelata l’eredità della giovane Joséphine.

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Molto bella la sequenza iniziale, caratterizzata da una fotografia molto satura, che presenta toni caldi che accompagna questo unico, leggero momento di apparente romanticismo tra i due novelli sposi, da cui ben presto emergerà una prima incrinazione e precarietà nella loro vicenda amorosa.
Espèces Menacées è un prodotto interessante per il parco tematico trattato ma incompleto e povero nell’architettura narrativa, creando così numerose falle nella storia.

 

Elisabetta Da Tofori
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