
Venezia74: Ex Libris, il viaggio di Wiseman nella New York Public Library
September 6, 2017Non c’è verso di fermare e neppure rallentare la produzione cinematografica dell’ottantasettenne Frederick Wiseman. A cinquant’anni esatti da Titicut Follies, il suo esordio nel mondo dei documentari (anche se il regista non ama particolarmente essere accumunato a questo genere, giudicato da lui come qualcosa di “scolastico”), Wiseman presenta Ex Libris – The New York Public Library alla 74ma Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Concorso, un lungo viaggio (197 minuti, la durata) stanza per stanza, persona per persona, all’interno della biblioteca simbolo degli Stati Uniti nonché una delle più visitate e fotografate del mondo intero. Nel corso degli ultimi cento anni, la Public Library è diventata anche set di film (da Colazione da Tiffany a The Day After Tomorrow, passando per gli Spider-Man di Sam Raimi e il primo film di Sex & The City con il non-matrimonio di Carrie Bradshaw e Mr. Big).
Oltre alle numerosissime biblioteche delocalizzate sulla superficie di New York, ma facenti tutte capo al medesimo polo, l’edificio cardine della Public Library si trova all’interno del Bryant Park, incastonato tra la 5th e la 6th Avenue e tra la 42ma e 40ma strada. A due isolati di distanza sorge il grattacielo MetLife e poco più a sud, l’Empire State Building. Nel cuore del traffico fatto di taxi, limousine, biciclette, uber, furgoni delle consegne, venditori di hot-dog, gente che fa shopping, gente che fa jogging e gente su monopattini elettrici, la culla della cultura cartacea newyorkese è un’oasi di pace e silenzio nel caos di una città mai ferma.
Fatta eccezione per l’ingresso della biblioteca, qui spesso vengono ospitate esposizioni temporanee di documenti storici, dove scorrazzano bambini e i turisti si fanno conquistare dalle bellissime borse e t-shirt raffiguranti prime edizioni di Moby Dick, Alice nel Paese delle Meraviglie, Il Grande Gatsby et cetera, negli altri luoghi della Public Library regna per lo più il silenzio di ricercatori, studiosi, studenti, scrittori chini sui quaderni, tablet, libri e pc portatili.
L’Era della Tecnologia non ha spazzato via i volumi in carta dei secoli scorsi, le due dimensioni del sapere possono convivere benissimo insieme ed assieme rendere ancora più solido il Sapere. A livello narrativo, che sia questo il punto di partenza o quello di approdo in Ex Libris non è importante. Wiseman, grande osservatore qual è (e manipolatore delle sue osservazioni per mezzo del montaggio), mostra con apparente distacco cosa succeda all’interno della Public Library, il vai-e-vieni generale, la vita di chi lavora al suo interno, le riunioni dei vari apparati organizzativi, ma il suo nuovo documentario è una lettera d’amore a New York e al patrimonio di conoscenze, frutto di commistioni culturali senza confini, che prolifera al suo interno.
Commistioni culturali, sì, ma anche di enti e realtà apparentemente differenti, basti pensare alla Billy Rose Theatre Division, dove sono conservate lettere, manoscritti, fotografie, sceneggiature del mondo dello spettacolo, che sorge nel complesso del Lincoln Center fianco a fianco con la Juilliard School, ma facente sempre parte del complesso della New York Public Library, che si fonda su di un partenariato di fondi pubblici e privati.
L’obiettivo del XXI° secolo è far sì che tutte le informazioni esistenti siano accessibili online. Questa è la mission dell’era digitale, questa è la mission della New York Public Library. L’evoluzione umana si fonda sulle rivoluzioni tecnologiche e culturali, pertanto non si può fuggire dall’idea, negandola, che la crescita esponenziale del web costituisca un male per tutti quegli organismi che fino a poco fa si sono sorretti senza internet. Anzi, se ne deve capire il potenziale, abbracciarne i lati positivi, sfruttarli, servirsene, conviverci. Questo significa utilizzare la rete virtuale per stabilire un punto d’inizio per qualcosa di reale.
A New York, è rarissimo vedere qualcuno in metropolitana senza un libro in mano (sia esso anche un ebook) ed è altrettanto difficile finire ad una conferenza o a un incontro con un autore senza essere circondati da una massa di persone desiderose di scoprire qualcosa di nuovo, di accrescere la loro conoscenza. Questo avviene tanto per gli eventi gratuiti quanto per quelli a pagamento. Stessa cosa dicasi per i corsi di stenografia, lettura del braille, sostegno per anziani e disabili, lezioni per analfabeti informatici e bambini i cui genitori non possono permettersi baby-sitter. Dall’ultimo lavoro di Wiseman si evince quanto una città come New York sia una delle più importanti al mondo proprio in virtù del fatto che, in quanto tessuto urbano variegatissimo, si costituisca e si snodi attraverso una capillarità illimitata in cui tutto è collegato, interlacciato.
Ex Libris – The New York Public Library non è un semplice documentario, ma una lezione da prendere a modello e con cui confrontarsi per avere una maggiore consapevolezza di quanto in Europa (per non parlare dell’Italia, ahinoi), si potrebbe fare per migliorare la società e la vita di chi ne fa parte. Lo stesso tema dell’intolleranza, del razzismo, viene affrontato da Wiseman nell’unico modo realmente utile: indagandolo acriticamente. Non si può fare gli struzzi o parlare di un problema caldo come quello dell’integrazione facendo uso di buonismo spicciolo e da quattro soldi (vedi, sempre nell’ambito di Venezia74, il mezzo passo falso di George Clooney con Suburbicon). Wiseman lo sa e si fa scudo di Ex Libris per mostrare, senza accademismo o nozionismo, quanto i cambiamenti storici e sociali non possano essere ostacolati e quanto debbano essere compresi, messi in discussione, cambiati, accettati e infine assimilati.
Una biblioteca, qualunque essa sia, qualunque sia la sua sede, qualunque sia la sua grandezza, non deve essere considerata un deposito di libri, ma un luogo dove acquisire una conoscenza tale per cui gli effetti non rimbalzino solo nella testa degli individui, ma vengano riflessi nel mondo in cui essi camminano e che devono sforzarsi di rendere un posto migliore di quello che hanno ereditato. Forse la cultura è l’unica vera arma che può ferire quei governi e corporazioni che proprio sull’ignoranza stanno facendo perno per accrescere la loro forza. Senza dover necessariamente finire col parlare di Trump, tutto questo è ciò che Wiseman ci vuole dire.
(Un ringraziamento e un saluto a Caterina Liverani, il cui scambio di opinioni durante e dopo la visione di “Ex Libris – The New York Public Library” è confluito all’interno di questo articolo)
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